14/03/2015

L’ideologia gender e ” l’umano condiviso”

L’ideologia del gender è un tema molto vasto e complesso, come testimonia il fatto che molte persone quando sentono questo termine non sanno spiegare a cosa esso faccia riferimento.

Eppure questa ideologia, dal piano del mero dibattito teorico-speculativo, “[...] è ormai entrata a far parte della vita quotidiana di tutti i cittadini e di tutte le famiglie. E il luogo privilegiato, anche se non esclusivo, per la sua diffusione è la scuola pubblica di ogni ordine e grado”.

Accanto a questo, anche sul fronte legislativo sono diverse le iniziative – basti citare, a titolo d’esempio, il ddl Scalfarotto, il ddl Cirinnà e il ddl Fedeli – volte a favorire l’introduzione in vari ambiti dell’ideologia del gender. Inoltre, anche i mass media sembrano aver abbracciato, pressoché a senso unico, questa teoria, tanto che non è azzardato affermare che si è oramai vicini al “pensiero unico”.

In linea con queste premesse, per favorire una presa di coscienza serena e culturalmente elevata, il Coordinamento Famiglie Trentine ha promosso a Trento un incontro dal titolo: “A scuola di gender”. Relatori Alberto Bondolfi (professore di etica presso la Facoltà dell’Università di Losanna e l’Università di Ginevra e dal 2012 direttore del Centro per le scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler a Trento, nonché attualmente membro del Comitato nazionale svizzero per la bioetica) e Massimo Gandolfini (psichiatra e Neuroscienziato, professore di Neurochirurgia e direttore del Dipartimento di Neuroscienze della Fondazione Poliambulanza dell’Istituto Ospedaliero di Brescia. Membro della Commissione etica dell’Ordine dei Medici della Provincia di Brescia, è anche Consultore neurochirurgo della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi presso la Santa Sede. È vicepresidente nazionale di Scienza & Vita e presidente nazionale dell’associazione VitaÈ).

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Il momento di confronto, dove non è mancata la proposta di visioni talvolta contrapposte, ha di certo consentito al pubblico di venire in contatto con diverse sollecitazioni.

“L’umanità – ha affermato quale premessa il prof. Gandolfini – è sessuata: è maschile o femminile, e questo per motivazioni genetiche. Per i credenti questo fatto deriva da Dio, mentre per i non credenti esso è frutto del caso, essendo conseguenza di un processo di selezione”. Tuttavia è importante avere delle note di chiarezza per comprendere “l’umano condiviso”, che non dipende dall’adesione confessionale. Esiste infatti un’antropologia della persona che va oltre la visione determinate dalla fede, che è portatrice di punti fissi sui quali non è possibile transigere.

In molti, quando si parla di omosessualità, si rifanno al mondo greco. Eppure, a ben guardare, i greci erano anche favorevoli alla pedofilia e allo schiavismo! Da questa constatazione deriva che non tutto quello che era proprio del mondo classico sia giusto: esso rappresenta certamente una tappa storica e culturale, che non va negata ma che è oramai superata.

Proporre un ragionamento di questo tipo non significa affatto discriminare le persone con tendenze omosessuali. Anche perché, al contrario di quanto viene fatto credere, quello del bullismo omofobico è un problema che non ha rilevanza: la discriminazione più praticata nelle nostre scuole è infatti quella contro i bambini obesi!

In ogni caso, anche fosse, l’articolo 3 della Costituzione tutela tutte le persone da qualsivoglia discriminazione: non servono istituti nuovi, l’Italia è già dotata di tutti gli strumenti necessari a far sì che a tutte le persone sia riconosciuta la stessa dignità.

Allo stesso modo, quando si nega il codiddetto “matrimonio omosessuale” non si discrimina nessuno, perché i diritti generalmente rivendicati sono già garantiti dal Codice Civile.

In conclusione, quindi, dall’incontro è emerso in maniera forte che se non si mettono argini chiari, su temi basilari e che costituiscono un patrimonio comune, la nostra società si incamminerà su pendii sempre più scivolosi, che quale frutto principale hanno una grandissima (e pericolosissima!) confusione. L’autodeterminazione assoluta – ha affermato ancora il professor Gandolfini – non può infatti esistere in una società civile.

I genitori, infine, dovrebbero trasformarsi da minoranza silenziosa a cittadinanza attiva: dovrebbero stare attenti, informarsi su quanto viene proposto a scuola… e agire di conseguenza. L’ideologa del gender non può essere oggetto d’insegnamento curricurale, dal momento che la visione antropologica e morale non può essere oggetto d’insegnamento.

Per il bene della società e dei nostri bambini, che hanno estremo bisogno di certezze e di serenità, si torni a guardare all’“umano condiviso”!

Giulia Tanel

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