01/03/2014

Trento – Sentinelle in Piedi e la decadenza delle associazioni gay locali

Ieri, venerdì 28 febbraio, più di 200 Sentinelle in Piedi hanno invaso Piazza Duomo a Trento. Un’ampia partecipazione che ha lasciato di stucco gli organizzatori stessi, nutrita e rappresentativa, con moltissimi giovani e famiglie intere.

I passanti, incuriositi –come sempre accada di fronte ad un evento di alto valore simbolico e civile-, hanno avuto modo di comprendere le ragioni del presidio, condividendone la piattaforma ideale in difesa della famiglia naturale e della libertà educativa, ossia due valori costituzionalmente difesi.

Ulteriore aspetto su cui le Sentinelle trentine hanno voluto porre l’accento è la valorizzazione delle specificità maschile e quella femminile, un valore che oggigiorno tende a essere sempre più negato. Le prime vittime di questo sono i bambini, cui si vuole negare il diritto di crescere in una famiglia che abbia entrambe le figure sessuali di riferimento. Tanto che fin dai banchi di scuola i libretti dell’Istituto Beck dal titolo “Educare alla diversità” – bloccati dal Ministero in seguito alle proteste – volevano insegnare ai bambini che avere due papà o due mamme è un fatto normale.

L’ultima deriva di questo processo è di questi giorni, con la sentenza sull’utero in affitto del Tribunale di Milano. Oltre a voler togliere ai bambini la figura materna durante l’infanzia si è arrivati anche a negare loro di essere cresciuti e protetti durante la gravidanza nel grembo di quella che sarà la mamma che li crescerà. E con questo si rendono i bambini pari a merce e le donne schiave a pagamento.

In Provincia di Trento, inoltre, è in discussione un disegno di legge che intende gettare le basi per il riconoscimento della famiglia GLBTQ, almeno per quanto di competenza della provincia autonoma. Cosa che l’amministrazione sta ampiamente occultando all’informazione pubblica per evitare le sicure rimostranze e contrarietà che ne deriverebbero.

Anche in questa occasione le varie formazioni gay e lesbiche locali hanno voluto prendere parte all’appuntamento, provocando e disturbando le impassibili Sentinelle. Senza alcuna autorizzazione e con la scarsa civiltà da sempre dimostrata, una trentina militanti GLBTQ hanno inscenato degli svenimenti ripetuti, posizionandosi in piedi tra le Sentinelle e lasciandosi cadere a terra, lasciando al suolo bandiere arcobaleno. Certamente non volendo, hanno messo in scena una splendida rappresentazione allegorica di quello che sono: un arroccato manipolo di ideologicamente invasati che non possono trovare altro destino se non quello di cadere di fronte al corretto uso della ragione.

Strascichi anche su facebook in cui militanti  di formazioni omosessuali hanno dileggiato le Sentinelle, paragonandole a maschere di carnevale. Enrico Oliari, presidente di GayLib, sul proprio profilo è arrivato a definire intere famiglie ridicole invitando ad organizzare un gaypride  nella cittadina di Trento. Cosa assai improbabile, basti pensare a cosa accadde al festival “Universi-inversi”, annuale appuntamento organizzato da Comune, Provincia ed Ateneo in cui, oltre alla cultura gender, si indugiava in lezioni di sadomasochismo, spettacoli di drag queen di fianco al Duomo in orario di Messa, laboratori sulla masturbazione all’interno delle aule universitarie. Ebbene, tale festival ha avuto modo di esistere sino a quando organizzazioni locali ne hanno denunciato i contenuti, tramite interrogazioni in Consiglio comunale, provinciale ed in Senato, e contromanifestazioni da parte di gruppi universitari locali. Ora più nulla.

Questo è quanto si deve fare: vigilare e presentarsi semplicemente per quello che si è, cioè persone che si spendono per difendere il diritto dei bambini ad avere una madre ed un padre.

Redazione

 

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