21/11/2021 di Luca Volontè

“Maternità” per donne transgender nati maschi. Siamo sull’orlo del baratro?

Le donne transgender (cioè nati maschi ) hanno il diritto di sperimentare la gravidanza? Due medici italiani dell'Università di Roma Sapienza sostengono in uno studio pubblicato nella rivista internazionale ‘Acta Biomedica’ che la tecnologia sta avanzando così velocemente che dovremo affrontare presto questa domanda.

Al momento i trapianti di utero (UTx) sono rari e spesso senza successo. Ma man mano che i chirurghi migliorano le loro tecniche, potrebbe essere possibile per un maschio partorire. "Una tale opzione segnerà un punto in cui l'insieme dei precetti morali ed etici che sposiamo potrebbe presto diventare obsoleto", scrivono i due bioeticisti, che proseguono dicendo che molti sondaggi mostrano che le donne trans credono che "avere un utero e una vagina trapiantati e funzionanti gioverebbe alla loro vita sessuale e al senso di femminilità percepito, migliorando la qualità della vita in generale".

Il discorso bioetico, dunque, si sta muovendo in una direzione sempre più radicale. La ricerca ha chiarito la motivazione principale per cui le donne transgender opterebbero per l'UTx. I risultati di un recente sondaggio riflettono inequivocabilmente lo scopo di "migliorare la vita": una schiacciante maggioranza del 90% degli intervistati ha espresso la convinzione che avere un utero e una vagina trapiantati e funzionanti gioverebbe alla loro vita sessuale e al senso di femminilità percepito, migliorando la qualità della vita in generale. Vale la pena notare che non c'è assolutamente nulla, nella ricerca, su ciò che potrebbe essere nell'interesse di un futuro bambino. Sappiamo già che i bambini creati attraverso la FIVET hanno maggiori rischi per la salute. Immaginate i potenziali problemi di avere un maschio biologico in gestazione, con i requisiti di ormoni necessari e altri contributi materni essenziali per una gestazione sana forniti per lo più artificialmente. È come se il problema non esistesse. Siamo di fronte alla rivoluzione della bioetica, stravolta a partire da un unico principio assoluto dell’edonismo: “Voglio, fortissimamente voglio e dunque pretendo!”

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