21/02/2016

Aborto è perdere l’anima e la speranza nel futuro

“Un paese che non fa figli e che per giunta si permette di sopprimere nei suoi ospedali con l’aborto quelli che dopo di noi sono chiamati a venire alla luce è un paese che dimentica le sue radici, il proprio futuro e ha perso l’anima e speranza”

Si intitola così la e mail che abbiamo ricevuto da Giorgio Celsi, Presidente dell’associazione Ora et Labora in Difesa della Vita, che volentieri condividiamo con i nostri lettori.

Anche in questi giorni su giornali e TV si sente parlare di nascite in caduta libera in Italia e questo è un campanello d’allarme che non dobbiamo assolutamente trascurare: nel 2015 sono state 488mila, 8 per mille residenti, quindicimila in meno rispetto al 2014, toccando il minimo storico dalla nascita dello Stato Italiano.

Lo dice l’Istat che ha diffuso gli indici demografici. Il numero dei figli in media per donna, è di 1,35 nel 2015 che si conferma il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità (per avere un ricambio generazionale il numero dei figli in media per donna dovrebbe essere di 2,3). Al primo gennaio 2016 la popolazione residente in Italia è pari a 60 milioni e 656mila unità di cui, 55 milioni e 602mila italiani con un calo di 179mila unità.

aborto_bambino_no194Ci stiamo avviando verso l’eutanasia sociale, verso un mondo con poche carrozzine e molte carrozzelle, di nonni senza nipotini. Nonostante ciò nei nostri Ospedali e con i soldi pubblici ci permettiamo di sopprimere con l’aborto i bambini che dopo di noi sono chiamati a venire alla luce: infatti sono stati più di centomila gli aborti chirurgici e chimici – pillola RU486- solo nel 2015 (senza contare gli innumerevoli aborti causati dalle Pillole Norlevo, EllaOne e dalla spirale).

Tutto ciò grazie all’iniqua legge 194 che ha trasformato un “delitto” in un “diritto”, e che ha permesso l’eliminazione di oltre 6 milioni di bambini nel grembo materno dal 1978 (data della sua entrata in vigore), quasi due generazioni di cittadini.

 Non era meglio che questi bambini fossero stati dati in adozione al posto di spendere milioni di euro di soldi pubblici per eliminarli? Ricordo che un aborto costa dai 1.800 ai 5.000 euro, mentre sono tantissime le famiglie costrette a ricorrere alle adozioni internazionali visto che in Italia bambini adottabili sono pochissimi, spendendo per ognuna di esse dai 30.000 ai 50.000 euro.

Madre Teresa di Calcutta diceva: “Noi combattiamo l’aborto con l’adozione e il buon Dio ci Benedice e ci aiuta salviamo migliaia di bambini e migliaia di bambini trovano una casa dove sono curati desiderati e amati. Date a un bambino l’opportunità per amare e per essere amato”. Una società quindi può avere un futuro e può essere benedetta da Dio solo se non uccide i suoi figli, e questo lo sa bene. Se lo fa vuol dire che non è più una società sana e virtuosa, ma una società che si è fatta strumento di morte.

Diminuendo le nascite, si è diminuita la domanda, dal biberon all’età adulta: dalla scuola al lavoro, poi il matrimonio, l’acquisto della casa, altri figli, e così via.  Si interrompe, così, un sistema di consumi-investimenti, reddito, tasse, distribuzione ricchezza e compensazione generazionale di contribuzioni equilibrate da parte dei giovani. “Senza crescita della popolazione la domanda non cresce più”, scrive l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, nel suo recente saggio “Sviluppo e declino demografico in Europa e nel mondo”. Per questo come dice Papa Benedetto XVI “E’ necessario aiutare tutte le persone a prendere coscienza del male intrinseco dell’aborto, che attentando contro la vita umana al suo inizio, è anche un’aggressione contro la società stessa, infatti i bambini di cui ci privano gli aborti, ce li ritroviamo moltiplicati per tre in forma di anziani improduttivi al vertice della piramide. In una parola dobbiamo dire chiaro e forte: giù le mani dalla vita umana, in tutti i momenti, dal concepimento alla morte naturale. Bisogna creare nel nostro paese un nuovo clima di gioia e di fiducia nella vita, in cui i bambini non vengano visti come un peso, ma come un dono e una risorsa per tutti”.

Difendere la Vita dal concepimento deve diventare quindi un dovere civico di tutti. Alla politica si richiede la decisione chiara di investire risorse sulla famiglia affinché sia messa in condizione di avere ciò che le occorre per crescere i propri figli in serenità, perché i figli sono il futuro, ma il futuro è un bene da difendere già ora.

Giorgio Celsi

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