02/02/2015

Caro Lo Giudice, l’utero in affitto viola le norme internazionali

Contro l’utero in affitto: lettera aperta al senatore Lo Giudice da parte di una lettrice che, gentilmente, ci ha messo in copia.

Lo Giudice è un ex presidente dell’Arcigay, eletto al Senato nelle file del PD. Anche lui ha comprato col suo compagno un bambino, grazie alla perversa pratica dell’utero in affitto. 

Gent.mo Senatore Lo Giudice,

le scrivo in merito alla sua dichiarazione riguardante il fatto che la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per aver disposto l’allontanamento di un bambino dalla coppia che lo aveva avuto tramite maternità surrogata in Russia. Si è appellato al rispetto dei diritti dei bambini.

Concordo con lei: CHIAMIAMO FINALMENTE IN CAUSA I DIRITTI DEI BAMBINI.

Caro senatore, si è mai accorto che i contenuti dei contratti di maternità surrogata, trattando (di diritto e di fatto) i nascituri alla stregua di “beni di scambio”, contravvengono alle dichiarazioni internazionali dei diritti dei bambini?

 1) Il Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti del fanciullo concernente la vendita di bambini, la prostituzione infantile e la pedopornografia, all’art. 2° specifica chiaramente “Per vendita di fanciullo (..si intende) qualsiasi atto o transazione che implica il trasferimento di un fanciullo da una persona o da un gruppo di persone ad una persona od ad un altro gruppo di persone contro pagamento o qualsiasi altra forma di prestazione”. Perciò la consegna del neonato ai genitori committenti, contro compenso od altri vantaggi, rappresenta una violazione del diritto internazionale.

2) Nel preambolo della Convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale viene affermata l’intenzione degli Stati firmatari della Convenzione: “Convinti della necessità di prevedere misure atte a garantire che le adozioni internazionali si facciano nell’interesse superiore del minore e nel rispetto dei suoi diritti fondamentali, e che siano evitate la sottrazione, la vendita e la tratta dei minori”. Banner_la_croce

3) L’interesse superiore del bambino è ripetuto varie volte nella Convenzione, come ad esempio nei Cap 1/art. 1, art 16/d, 21/1, 21/c e Cap. V / art.24. Inoltre, nella stessa Convenzione, all’art 4/3 , viene vietato “che i consensi non siano stati ottenuti mediante pagamento o contropartita di alcun genere e non siano stati revocati”; nell’art. 4/3 “che il consenso della madre, qualora sia richiesto, sia stato prestato solo SUCCESSIVAMENTE alla nascita del minore” e nell’’ Art. 32/1 “non è consentito alcun profitto materiale indebito in relazione a prestazioni per una adozione internazionale”.

4) Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, nell’art. 7, chiede che “Il fanciullo sia registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza e, a conoscere i suoi genitori e a essere allevato da essi”.

Negli USA, dopo quasi trent’anni di “metodi procreativi bio-tecnologici”, sono nate associazioni di giovani ventenni e trentenni che chiedono di togliere l’anonimato dei genitori biologi dai contratti di maternità surrogata e di “donazione di seme” (ne hanno tutto il diritto) o addirittura di rendere illegale la maternità surrogata: http://www.anonymousus.org/.

Jessica Kern, nata 30 anni fa tramite maternità surrogata ha dichiarato: «Non sono certo affezionata al fatto di essere nata grazie ad un assegno!». Si batte perché l’utero in affitto diventi illegale in quanto lesivo dei diritti dei nascituri: http://www.youtube.com/watch?v=At9-C6pqKr4

 5) ”L’utero in affitto viola anche la Convenzione dell’Aia (art.32) e la Convenzione europea in materia di adozioni di bambini (art.17): norme che ribadiscono il divieto di corrispondere qualsiasi pagamento in qualsiasi forma ai genitori biologici degli adottati.

Lei ha equiparato l’adozione alla maternità surrogata, ma come ha chiaramente ribadito L’European Centre for law & Justice, è evidente la loro diversità! Nel primo caso vengono “trovati”, gratuitamente, due genitori per un bambino che ne è privo, il quale ha diritto a crescere con due genitori. Nel secondo caso viene consegnato un bambino a due persone, dietro compenso monetario [e sottraendolo alla madre naturale, ndr], solo se il bambino corrisponde al loro “ideale di bambino”.

Chi è che non rispetterebbe i diritti dei bambini?

Lo scorso novembre 2014 la Corte di Cassazione italiana dispose anche l’allontanamento di un minore da una coppia di italiani che era andata in Ucraina per ottenere un bambino con maternità surrogata (dietro compenso economico) con questa motivazione inequivocabile: «Il divieto di pratiche di surrogazione di maternità è di ordine pubblico venendo in rilievo la dignità umana –costituzionalmente tutelata- della gestante e l’istituto dell’adozione con il quale la surrogazione di maternità si pone oggettivamente in conflitto perché soltanto a tale istituto «l’ordinamento affida la realizzazione di progetti di genitorialità priva di legami biologici con il nato».

Un giudice potrebbe lasciare un nascituro ad una coppia che lo ha ottenuto dando un compenso monetario alla madre biologica? Ne avallerebbe la compravendita! Questa infatti è compravendita di minore: un reato per il quale il nostro ordinamento prevede l’allontanamento del minore da coloro che lo hanno acquistato. Lei trova che ci sia differenza se il nascituro viene…”commissionato” alla madre PRIMA di nascere, con un accordo che prevede un compenso monetario e, addirittura, un “diritto di recesso” qualora il nascituro non corrisponda ai desiderata (in alcuni contratti, tra questi elementi, c’è anche il sesso) dei committenti?

Spero vivamente che tutti i membri del PD italiano si lascino scuotere le coscienze dalla lettera che i socialisti francesi hanno scritto al presidente Hollande in merito alla maternità surrogata:

«Signor presidente della Repubblica, gli esseri umani non sono delle cose».

Tra i firmatari dell’appello, ripreso da Libération:
– Marie-George Buffet, ex segretario nazionale del Partito Comunista Francese.
– Yvette Roudy, ministro dei Diritti delle Donne durante la Presidenza socialista di Mitterand;
– Lionel Jospin, ex Primo Ministro e primo Segretario del Partito Socialista francese;
– Jacques Delors, ex Presidente della Commissione Europea, figura chiave del socialismo francese.

Questo è avvenuto in seguito ad una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che aveva ordinato anche alla Francia di riconoscere giuridicamente il rapporto di parentela tra il figlio nato da “maternità surrogata” e il genitore biologico della coppia che vi ha fatto ricorso all’estero”.

Chiara Cecchetti

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