10/02/2016

Soldati, rilassatevi! Ci pensa il Pentagono a congelare ovuli e sperma

L’ultima proposta del Pentagono per i suoi dipendenti ha fatto discutere non poco. Per evitare il congedo delle donne e uomini impiegati nelle forze di sicurezza statunitensi, il segretario americano della Difesa Ashton Carter ha annunciato che i militari dell’esercito americano potranno usufruire del servizio di congelamento dei propri ovuli e sperma.

Si tratterebbe, secondo quanto annunciato, di consentire agli uomini che rischiano di subire danni all’apparato riproduttivo in servizio di conservare il proprio seme, e di evitare che le donne decidano di lasciare l’esercito a 20 o 30 anni per intraprendere una gravidanza e formare una famiglia. Nel caso delle donne, quindi, il congelamento servirà a procrastinare le eventuali gravidanze, per dedicarsi quanto più possibile alla carriera.

L’iniziativa ha tuttavia sollevato immediatamente numerose polemiche. La prima levata di scudi è stata quella degli esperti di bioetica, che hanno messo in guardia i dirigenti del Pentagono dai problemi etici che deriverebbero da una prassi di questo tipo, che peraltro è stata offerta anche dai due giganti americani Apple e Facebook ai propri dipendenti (ne avevamo parlato qui). Il docente di bioetica alla New York University, Arthur Caplan, ne ha messi in luce alcuni, di questi interrogativi, in un’intervista con il New York Times, di cui di seguito riportiamo il virgolettato citato dal portale Tempi.it: “E se muori? Tua moglie può usare per sé il tuo sperma? E cosa succede se tua mamma vuole dei nipoti e tua moglie no? Non può usare lo sperma con una madre surrogata? E se subisci danni al cervello, puoi ancora usarlo? E se la compagnia che congela [il materiale biologico] va in bancarotta?”.

Le domande del professor Caplan sono tutte legittime, ma nonostante ciò il dipartimento della difesa ha deciso comunque di portare avanti il progetto. La sperimentazione dunque è già partita e verrà valutata stando ai risultati che verranno conseguiti nei prossimi due anni.

Anche in termini economici, tuttavia, l’impatto non è da sottovalutare. Il progetto costerà al Pentagono almeno 30 milioni di dollari l’anno, considerando che per il congelamento degli ovuli si spendono all’incirca 10 mila dollari. Cifre da capogiro, che finiranno nelle casse delle aziende che offrono il servizio di stockaggio di ovociti e sperma.

La domanda però che si pongono in tanti, anche fra gli stessi dipendenti, è se i colossi dell’imprenditoria e le istituzioni americane si siano dimenticati che dietro la massa informe rappresentata dalla forza lavoro ci sono uomini e donne. Insomma: esseri umani.

Anastasia Filippi

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.