29/08/2016

Controllo della popolazione? Ma c’è tanto desiderio di figli!

Michael Cook, il direttore di BioEdge, nella sua ultima newsletter è rimasto stupito dall‘inchiesta sulla popolazione pubblicata dall’ultimo numero di The Economist (che non è certo una rivista pro – life).

Infatti, noi di ProVita abbiamo sempre dato voce alle smentite delle teorie sul controllo della popolazione, ma che si ponga il problema una testata “politicamente corretta” come l’Economist è davvero degno di nota.

Da mezzo secolo abbiamo assistito al diffondersi delle idee neomalthusiane: frenare la crescita della popolazione, diffusione della contraccezione e dell’aborto, sono necessità globali, esigenze da soddisfare per il progresso, il benessere, lo sviluppo sostenibile dell’umanità e la felicità degli individui... E oggi, invece l’Economist scopre che il principale problema delle coppie moderne è il bisogno insoddisfatto di figli.

The Economist ha condotto la sua inchiesta in 19 paesi,  chiedendo alla gente quanti bambini avevano e quanti ne avrebbero voluti. I risultati sono stati sorprendenti.

adozioni_matrimonio gay_bambini_popolazionePer un numero sempre maggiore di coppie, la più grande fonte di angoscia è che l’avere meno figli di quello che volevano – o di non averne affatto. Sia nei paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo le coppie si ritrovano ad essere meno fertili di quanto avrebbero voluto“.

Il dolore di non avere figli o di averne meno di quello che si desidera è spesso estremo. Nei paesi ricchi è causa di depressione, in quelli poveri è anche una vera catastrofe sociale. La gente si rovina economicamente per tentare la fecondazione artificiale (senza successo), le donne sterili è più facile che siano divorziate e spesso soffrono di una sorta di stigma sociale“.

Cook si augura – e noi con lui – che i dirigenti della Marie Stopes International, della Planned Parenthood, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) e tutte le altre associazioni che a livello mondiale perseguono gli ideali malthusiani di controllo della popolazione  (tipo la fondazione dei Gates) leggano l’articolo dell’Economist in questione, soprattutto dove dice:

I governi e le agenzie umanitarie hanno trasformato la pianificazione familiare in una campagna del tutto unilaterale: per  ridurre le  gravidanze in età adolescenziale e le nascite indesiderate, hanno di fatto ridimensionato la famiglia. Invece, pianificazione familiare dovrebbe significare aiutare le persone ad avere il numero di figli che desiderano“.

Redazione

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