15/01/2016

Educazione all’affettività e le domande dei bambini

Una giovane insegnante ci racconta la sua esperienza in classe: affrontando la dimensione dell’affettività e le differenze uomo-donna, si confronta anche con le domande e i pensieri spontanei dei bambini...

Nel momento in cui si parla di educazione sessuale e affettiva si dichiara che tale aspetto della vita degli uomini ha bisogno di essere educato, non può essere esercitato senza regole.

Le Linee guida di educazione sessuale diffuse dall’OMS consentono di esplorare il corpo proprio e altrui sfogando la propria istintualità, promuovono un certo infantilismo e immaturità affettiva, privilegiano l’approccio utilitaristico nelle relazioni: ricerca del piacere e soddisfazione dei propri desideri.

Tuttavia non esiste esperienza affettiva o emotiva senza un corpo, e il corpo è sessuato. Anche la coscienza di sé passa dal corpo, solo per un uomo frammentato ciò non vale. Ecco perché l’immagine corporea conta molto.

Di fronte a tutto questo, la teoria gender sferra un vero e proprio attacco alla biologia, in quanto il corpo viene distrutto se gli si negano i limiti, come quelli di nascere da un uomo e una donna, e di nascere uomo o donna.

Persino A. Kinsey sosteneva che l’istruzione sessuale avesse ben poca rilevanza sul comportamento del bambino, che inizia a strutturarsi già in fase neo-natale. Infatti i genitori, anche nel silenzio e non volendo, danno un’ “educazione sessuale” ai propri figli: col modo in cui accettano i propri ruoli sessuali, col modo in cui si comportano tra loro o con altri uomini e donne.

Quindi, se la differenza tra maschi e femmine si apprende prima di tre anni, cosa può fare la scuola?

Durante il tirocinio svolto nella classe quinta di una scuola primaria di Campobasso ho potuto realizzare un progetto che si occupa di educazione sessuale nella sua forma più estesa (non olistica) passando per l’educazione affettiva e alla diversità. Riproduzione, gravidanza, cellule, cromosomi e geni vengono presentati nella loro veste di scoperte scientifiche per far comprendere agli alunni che la sessualità è un grande dono e che ogni essere umano è un vero prodigio.

Successivamente realizziamo un’attività di brain storming: “Diversità uomo/donna”. I bambini individuano subito le prime grandi differenze: apparato riproduttore e caratteri sessuali secondari. Da qui si svolge una piccola indagine su quali siano i giocattoli che possiedono. Domando loro se pensano che giocando con giocattoli tipici dell’altro sesso avrebbero avuto cambiamenti della loro identità. Rispondono decisamente di no. Cos’altro differenzia uomo e donna? Il tipo di lavoro... però sicuramente una donna può fare il meccanico e un uomo l’infermiere... anche se di solito la donna sceglie lavori a contatto con la gente, mentre l’uomo lavori tecnici. Sembrano dubbiosi, allora racconto loro del “paradosso norvegese”: dopo anni di politica di pari opportunità il governo ha verificato che le scelte professionali tradizionali per l’uno e l’altro sesso erano state confermate ed addirittura le differenze si erano acuite, dimostrando che più le persone si sentono libere di scegliere, più optano in base alle loro reali preferenze. Ricordiamo che questa è la norma, ma esistono delle eccezioni, altrimenti il mondo sarebbe molto monotono. Ci sono anche differenze a livello cerebrale. Le neuroscienze hanno scoperto differenziazioni tra cervello maschile e femminile che si notano già nell’embrione.

famiglia_vita_educazione-sessualeIl secondo brain storming riguarda i tipi di famiglia. L’elenco si apre con quella allargata, poi numerosa, patriarcale, matriarcale. Un bambino propone l’espressione “famiglia normale” con la quale intende una famiglia nucleare. Poi la classe parla di divorzio, vedovi, famiglie senza figli: queste ultime vengono subito ricondotte alla sterilità, all’omosessualità o all’aborto. Un bambino chiede come fa un embrione così piccolo a sopravvivere fuori dalla pancia della mamma. Spiego che l’aborto vuol dire sì estrarre il bambino ma perché cessi di vivere, soprattutto qualora presenti malformazione o disabilità. Qualcuno inizia a parlare di omicidio, altri dicono che è un vero peccato perché i disabili possono condurre una vita normale. Nominano il Braille, la riserva MAB di Montedimezzo (IS) e metodi riabilitativi per i sordi. Alcuni bambini, parlando di omosessualità, dicono che è una questione di discriminazione, mentre per altri non è una cosa naturale. Un bambino chiede qual è il diritto più importante: quello degli omosessuali ad avere un figlio o quello del figlio ad avere mamma e papà. La risposta è unanime: “Quello del piccolo”. Sono molto interessati alle operazioni per cambiare sesso e agli errori nei cromosomi sessuali. Sanno bene che questi casi escono dalla sfera della fisiologia, cioè la condizione normale di salute dell’uomo, e rientrano nella patologia.

Invito gli alunni ad esporre dubbi e curiosità scrivendo delle lettere, infatti nel momento in cui un bambino pone una domanda è pronto per sapere la risposta.

I miei obiettivi, come insegnante, sono che i bambini possano porsi davvero molte domande, documentarsi se un’idea non li convince, cercare dati a sostegno dell’argomento o che lo confutino e sentirsi spinti al confronto con un adulto (genitore o educatore) che lo possa guidare in questi temi impegnativi.

Elena Lauletta

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