18/02/2016

Educazione sessuale e pornografia feticista per bambini

Abbiamo sempre detto che oggi l’educazione sessuale si traduce in sessualizzazione precoce dei bambini. Ma che si attuasse attraverso immagini e messaggi decisamente pornografici non ci era ancora capitato di vederlo.

Accade nella biblioteca di Casina, comune di 5.000 abitanti in provincia di Reggio-Emilia, dove Cristiano Lugli, un ragazzo di 23 anni, si reca quasi tutti i giorni per consultare libri ed utilizzare internet.

Una mattina come tutte le altre si imbatte in una triste scoperta.

La biblioteca di Casina ha di recente acquistato vari libri per bambini, per proporli come testi da leggere a voce alta in contesti pubblici; fra questi libri ve ne sono due che hanno fatto allarmato il giovane per i contenuti e per i messaggi assolutamente ineducativi.

Il primo libro in questione è “Piselli e farfalline... Sono più belli i maschi o le bambine?”, di Vittoria Facchini, edizioni Fatatrac, un manuale del corpo umano, con precise spiegazioni sul come fare sesso, (nel retro vi è proprio scritto “tutto ciò che i bambini vorrebbero sapere sul sesso”. Tutti i disegni con i quali è illustrato il testo – condito con tante belle filastrocche e descrittive del tipo “ai corpi e ai cuori fa piacere baciarsi con amore, nella bocca, sulle guance, nelle orecchie e in ogni piccolo angolino” – sono nudi: si descrivono i diversi tipi di “tette” , i diversi tipi di posizioni in cui baciarsi, i diversi tipi di mutandine e via discorrendo.

In una delle ultime pagine poi, dove si descrivono i piaceri dei corpi nudi di due persone che stanno insieme, c’è una vena feticista, visto che un’immagine ritrae un uomo che lecca i piedi di una donna giustificando così: “Ai corpi e ai cuori fa piacere assaggiare tutti i sapori, sentire i profumi e gli odori”.

Qui viene davvero da chiedersi dove siamo arrivati, e se non è questo un modo per violentare la sensibilità dei bambini. Questa roba smuove una serie di emozioni per i quali i bambini non sono pronti, né predisposti. Questa ansia di sessualizzare precocemente i bambini ne sgretola l’ innocenza e la spensieratezza. A chi giova? Vien da dire: anzitutto ai pedofili.

Il secondo libro, in confronto, è roba vecchia:  ha come titolo “Tante famiglie tutte speciali”, illustrato da Rachel Fuller, edizioni Gribaudo, apprezzato da tutto il mondo omosessuale, tra cui il blogger italiano Andrea Bordoni, il quale ne ha fatto strumento per prendere in giro Giovanardi, in Senato, durante il dibattito sulla Cirinnà.
E’ un libro gioco, in cui si possono scoprire i diversi tipi di “famiglia”: la famiglia etero, c’è la bambina che vive solo con il papà, c’è la famiglia allargata, c’è chi è stato adottato, c’è chi ha la mamma africana ed il papà italiano ed infine – ma non in copertina, si badi bene – c’è chi ha due papà, o due mamme.
Tutto normale, vero? Ogni agglomerato, ogni convivenza è famiglia? Ma se un bambino può essere senza mamma perché è morta o se ne è andata, gli si negherà che lui aveva una mamma? Non credo. L’egoismo e l’astuzia con cui si vuole sovvertire l’oggettività delle cose è invece far credere che si possano avere due papà e nessuna mamma (concetto antropologico...): è una menzogna. Imposta come una bella normalità a un bambino di 3 anni in su.

Siamo al quinto step della finestra di Overton. La cosa da propagandare, da far assimilare all’opinione pubblica, acquista popolarità, viene spiattellata come realtà con cui si deve aver a che fare e che deve essere ormai concepita come normale, persino dai bambini.

Seguirà l’ultimo step della “finestra di Overton”: la cosa propagandata  deve essere assolutamente legalizzata.
Piselli-e-farfalline_educazione-sessuale-CasinaA questo riguardo è curioso notare come nonostante il ddl Cirinnà non sia ancora passato e non vi sia nessuna legge che ad oggi formalizzi questo tipo di unione o questo tipo di “famiglie”, il cervello è già stato ampiamente lavato.

Perciò possiamo capire le reazioni che hanno avuto gli operatori della biblioteca ( che si dicono fra le altre cose cattolici ) quando Cristiano ha chiesto loro di rimuovere quei libri, di farlo per l’incolumità morale dei bambini che usufruiscono dei servizi in biblioteca. Oltre a far lui presente che “non vi è pericolo che i bambini vadano da soli a consultare questi libri” – cosa assolutamente non vera dato che  molti bambini, si sa,  vengono lasciati liberi di guardare, alle volte anche “liberi” dai genitori che magari tornano a riprenderli dopo qualche attività ludica – hanno fatto presente che non vi è nessun veto che possa spingere a rimuovere i testi in questione. Citando l’IFLA/UNESCO si sono detti liberi di poter mettere libri di ogni genere, purché abbiano ricchezza di informazioni “esatte” e “non vietate dalla legge”, facendo presente pure – sempre come dice IFLA/UNESCO – che “le raccolte e i servizi non devono essere soggetti ad alcun tipo di censura ideologica, politica o religiosa”, omettendo chiaramente  (era da dire) che il documento UNESCO dice anche che le biblioteche pubbliche devono offrire ad “ogni fascia d’età materiale rispondente ai propri bisogni”, e, se vogliamo essere onesti, il materiale menzionato  esce e forza questa esigenza, violando il pudore dei bambini e turbandone la sfera dei sentimenti.

La legge quindi, a loro dire, fa da padrona, e se non vi è un veto che vieta, vuol dire che non vi è nulla di male. Questa è l’assurdità dell’ora presente: il Bene e il Male vengono identificati con ciò che è legalmente possibile.

Se il Bene ed il Male sono decisi per legge, allora sono “bene” anche le leggi cinesi e della Corea del Nord? Soprattutto quando si parla dell’ educazione di bambini, bisogna curare anzi tutto la loro vulnerabilità, non solo fisica, ma anche psichica e morale.

Una biblioteca pubblica infatti, che poi è finanziata con denari pubblici, non può prendersi la libertà di mettere in mano a dei bambini tutto ciò che è stampato.

In questo caso, a Cristiano, che  ha avvertito che sarebbe andato in fondo alla cosa e si sarebbe rivolto ad un Osservatorio educativo della città di Reggio-Emilia, è stato fatto notare che “non siamo in tempi di regime”,  è stato accusato di essere “infarcito di pregiudizi” , di essersi “approcciato alla questione con metodi inquisitori e discriminanti tali da evocare tempi molto bui nella nostra storia”.

La verità è che i tempi di regime totalitario sono proprio questi, regime del pensiero unico: sotto i velami dell’ “uguaglianza”, della “libertà” e dei “diritti” si esercita fin dalla più tenera ed innocente età un prepotentissimo lavaggio del cervello volto a negare ciò che è reale e naturale. Secondo i dettami (per ora) di Harry Truman, che disse: “Se non puoi convincerli, confondili”.

Redazione

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