28/12/2014

Famiglia: migliorare assieme per fare un capolavoro

Al giorno d’oggi fanno più notizia le persone single, separate o che hanno un matrimonio in crisi, piuttosto che la famiglia in cui la coppia viva un’unione feconda e soddisfacente.

In questo scenario l’articolo di Winifred M. Reilly dal titolo “36 lezioni imparate dopo 36 anni di matrimonio” pubblicato sull’Huffpost salta subito all’occhio.

Il pezzo si apre in maniera apparentemente semplice – ma niente affatto banale – con il ricordo dei diversi anniversari trascorsi da marito e moglie: “A volte, nel corso degli anni, ci siamo vestiti di tutto punto e siamo andati a cena fuori. Altre abbiamo semplicemente celebrato la ricorrenza con un bacio. Una volta eravamo entrambi influenzati, e ho un vago ricordo di aver fatto tintinnare i nostri bicchieri di succo d’arancia, e di aver poi trascorso il resto della giornata dormendo. Poi ci fu l’anno in cui eravamo tanto coinvolti dai nostri problemi che abbiamo lasciato passare la giornata senza spenderci neanche una parola. E questo è il matrimonio: in ricchezza, in povertà, nella buona e nella cattiva sorte. Ogni anno con le sue sorprese e le sue difficoltà, le sue lezioni imparate a fatica, i suoi momenti di dolcezza”.

Prendendo avvio da questa considerazione l’autrice elenca successivamente trentasei lezioni a suo avviso importanti per far sì che un matrimonio resista alle prove che di certo lo flagelleranno. Sono insegnamenti che la Reilly ha sperimentato in prima persona, probabilmente faticando molto prima di farli propri e di riuscire a metterli in pratica.
Tuttavia la vita insegna che l’importante non è tanto essere perfetti – cosa umanamente impossibile! –, quanto piuttosto coltivare costantemente la voglia di diventare persone migliori, magari debellando qualche vizio e acquisendo qualche nuova virtù.

Naturalmente avere una prospettiva simile può talvolta risultare faticoso e magari avvilente, perché man mano che si migliora ci si rende conto di quanta strada si deve ancora percorrere. Eppure è una sfida appassionante e che dà senso all’esistenza, caricando di significato ogni singolo momento e ogni più piccola azione.
Ed è così che le relazioni interpersonali più profonde e soprattutto il legame matrimoniale possono costituire un’occasione dove crescere come singoli e come coppia, in una dinamica di costante richiamo a migliorare, magari anche attraverso i momenti più difficili e i piccoli e grandi sacrifici che il vivere con un’altra persona necessariamente comporta per il nostro ego.

Come affermato dalla saggista Claude Habib ne Il gusto della vita assieme – Elogio della coppia: “La formazione dei legami materni o di coppia aggiunge qualcosa alla realtà; l’assenza di legami non aggiunge nulla. Far credere che questo nulla abbia un valore è una scemenza, come quella di spacciare per clamorosa novità il sempiterno presente di essere se stessi”.

Riportiamo qui alcuni dei trentasei suggerimenti forniti in maniera concisa nell’articolo, nella speranza che possano fungere da stimolo per tante coppie. Essi non dipingono il matrimonio come idilliaco e non negano le difficoltà, ma sono carichi di quella consapevolezza, di quel senso di realtà e di quella disponibilità al sacrificio che oggigiorno forse manca a molte coppie nel momento in cui convolano a nozze. Scrive la Reilly; “Se pensate che il matrimonio sarebbe stato molto più facile se foste stati sposati con qualcun altro, probabilmente avete torto”; “Gran parte dei problemi coniugali sono risolvibili. Sul serio. Anche i più tosti”; “L’idea che il tuo partner non cambierà mai è sbagliata. Mio marito e io ci siamo incontrati quando eravamo appena ventenni. Se fossimo rimasti esattamente com’eravamo, saremmo ancora due ragazzini ingenuotti, ostinatamente convinti che tutto debba andare come vogliamo, e che il matrimonio non debba essere impegnativo quanto invece è”; “Con ciascuno di noi, ciascuno a suo modo, la convivenza è difficile. Cominciare a lavorare anche solo su uno dei nostri individuali problemi comportamentali farà un’enorme differenza sulla qualità del vostro matrimonio. Con un bonus: il vostro coniuge lo apprezzerà significativamente!”; “L’amore cresce tanto grazie alle difficoltà che affrontiamo e superiamo insieme quanto dalle gioie condivise”; “Alcuni scontri non si possono risolvere con un compromesso (non possiamo avere mezzo figlio, o comprare mezza casa per le vacanze). Quando non esiste un punto su cui ‘venirsi incontro’, la soluzione diventa questione di generosità, laddove uno dice ‘Sì’ a quella che è una propria seconda scelta, e l’altro l’accetta come un dono”; “Imparare come riconciliarsi è essenziale, perché non arriverete mai, mai, al punto in cui nessuno dei due farà più una cavolata”.

Tuttavia il suggerimento forse più importante e che ricomprende tutti gli altri è: “Il matrimonio è in grado di rendervi una persona migliore, o peggiore. La scelta è vostra”. In una relazione, infatti, a sbagliare non è mai uno solo e il ruolo del singolo può far mutare le carte in tavola.

Viviamo in un’epoca in cui è urgente tornare a sposarsi con la consapevolezza che il coniuge non può darci la felicità e che ogni giorno comporta un lavoro costante e instancabile nella cura della stima reciproca e nel tentativo di diventare persone migliori. Solamente in questo modo rinasceranno famiglie solide, in seno alle quali i figli potranno essere educati in maniera integrale.

Giulia Tanel

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