16/07/2015

Gender a scuola – Consigli alle famiglie: vigilate!

Negli ultimi due anni sono stati introdotti diversi progetti ispirati alle teorie del gender nelle scuole.

Progetti che, con il pretesto di giuste cause come la lotta alla discriminazione ed il contrasto alla violenza, hanno spesso lo scopo di insegnare agli studenti a negare la naturale differenza sessuale, ad identificarsi in qualsiasi “genere”, equiparando ogni tipo di “famiglia” e normalizzando ogni comportamento sessuale. Per vedere alcuni dei casi che sono stati denunciati si può cliccare qui.

Finora tali progetti sono stati introdotti mediante il sostegno finanziario di Regioni, Comuni, Province, del MIUR e dell’UNAR.

Con la legge “Buona Scuola” si invita ad educare alla “parità di genere” e si richiamano certe norme, come la Convenzione di Istanbul, che sono decisamente ispirate all’ideologia gender. Per capire bene si può cliccare qui.

Questo vademecum intende dare alcuni consigli concreti ai genitori, che hanno diritto di vigilare sull’educazione che viene trasmessa ai propri figli, ma senza sfociare in allarmismi isterici e controproducenti per tutti.

Non dimentichiamo, però, ed è una premessa essenziale,  che innanzitutto è necessario avere sempre un atteggiamento cordiale e costruttivo verso le Istituzioni scolastiche. I docenti ed i dirigenti scolastici sono persone come noi, spesso padri o madri con figli e forse non sempre molto ben informati. La mediazione degli insegnanti è fondamentale: se essi – e sono la maggioranza – sono persone di buon senso, saranno in grado di neutralizzare qualsiasi progetto strano, diseducativo o disorientante  per i ragazzi. Quindi

– i genitori debbono vigilare con grande attenzione, intervenendo sul singolo insegnante e/o con il Preside qualora avvertano che vengono impartiti insegnamenti in contrasto con i propri valori morali e sociali di riferimento. E’ fondamentale avviare dei buoni rapporti umani e personali con il corpo insegnante e, soprattutto, con il Preside. Buona pratica sarebbe che più genitori incontrassero il Preside prima di iscrivere i loro figli per esprimere le proprie preoccupazioni. Per questo è fondamentale, per i genitori,

– dialogare maggiormente con i propri figli: farsi raccontare, tranquillamente, senza condizionarli, o spaventarli, quello che hanno imparato durante quel giorno di scuola e, farsi descrivere eventuali attività particolari, insolite, soprattutto se riguardavano l’amore, le differenze tra bambini e bambine, famiglie particolari, ecc.

– conoscere bene gli insegnanti. Nella maggior parte dei casi saranno persone ragionevoli e di buon senso che devono sentirsi sostenuti da voi e dai vostri figli, soprattutto in sede di Consiglio di Classe e Consiglio d’Istituto. Se invece incappate in docenti ideologizzati e/o irragionevoli, fate sentire loro, in modo educato e rispettoso, ma fermo, che siete presenti e vigilanti e pronti ad esercitare i vostri diritti. Inoltre, perciò,

– i genitori partecipino alla vita della scuola, ai Consigli d’Istituto, ai Consigli di Classe e si facciano eleggere negli organi collegiali e nel nuovo organo di valutazione dei docenti. In ogni caso partecipare attivamente, alle riunioni organizzative o di gestione a ogni livello. Far mettere a verbale le vostre opinioni, richieste, proteste. Ricordate che la burocrazia si nutre di pezzi di carta, ma al contempo li teme: protestare a voce può servire a poco. Scrivete e chiedete “cortese riscontro scritto” entro un tempo ragionevole;

Vi sono due documenti che riguardano le famiglie: il “Patto di corresponsabilità educativa” ed il “Piano di Offerta Formativa”.

Il  “Patto di corresponsabilità educativa riguarda solo le scuole secondarie di primo e secondo grado. Va firmato da genitori e Dirigente e non rappresenta normalmente “pericolo”. E’ solo un mezzo per permettere agli insegnanti, ai ragazzi e alle loro famiglie di confrontarsi e collaborare con la finalità di rendere esplicite e condivise, le regole vigenti nella scuola. E’ bene comunque leggere sempre attentamente tutte le circolari e gli avvisi che i ragazzi portano a casa. Chiedete ai vostri figli di essere attenti e puntuali nel consegnarveli. Non sarà male anche controllare i libri di testo e farsi raccontare i libri che vengono letti a scuola, ma non vengono portati a casa.

Il documento che i genitori devono controllare nei minimi dettagli e approvare (a costo di far cambiare scuola ai figli) è, invece, il Piano di Offerta Formativa (POF) che rappresenta il documento fondamentale riguardante i progetti ed i programmi, l’ispirazione culturale-pedagogica che muove l’Istituto, la progettazione curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attività. Questo controllo dettagliato è assolutamente necessario perché delle azioni educative ideologizzate potrebbero essere inseite nei programmi sia curriculari che extra curriculari. Il POF è triennale e può essere aggiornato annualmente.

Nel POF bisogna fare specifica attenzione ai progetti mirati ad “educare all’uguaglianza”, a combattere le discriminazioni, il bullismo, la violenza di genere o i cattivi stereotipi poiché sono, purtroppo, divenuti i cavalli di troia per promuovere l’omosessualità, la transessualità e la fluidità dei diversi orientamenti sessuali.
I genitori hanno il diritto di chiedere tutti i chiarimenti che desiderano avere, coinvolgendo ogni istituzione scolastica, ad ogni livello: consiglio di classe, consiglio di istituto, collegio dei docenti ed ovviamente il Preside che ha anche acquisito più poteri con la legge “Buona Scuola”. Tenendo in conto che durante l’anno scolastico possono essere aggiunti dal Preside, in accordo con il Consiglio d’Istituto, altri corsi extracurriculari, talvolta suggeriti e/o finanziati da enti regionali, provinciali o comunali; e dato che qualsiasi insegnante potrebbe essere promotore dell’ideologia gender, anche durante le lezioni curriculari (ad esempio, nelle ore di scienze naturali, con nozioni sul corpo umano e sue funzioni, compresa la funzione riproduttiva), è d’uopo allegare all’atto di iscrizione del figlio a scuola, o comunque presentare, anche successivamente, la lettera di “consenso informato” che si può scaricare qui.

Questa lettera sul consenso informato va firmata e consegnata in segreteria e protocollata (obbligo di legge), o spedita per raccomandata A.R., o per posta elettronica certificata.

Questa serve perché, come abbiamo detto, mentre un progetto di educazione sessuale è immediatamente individuabile come “critico” e può essere vagliato preventivamente dai genitori, un progetto contro il bullismo, per esempio, potrebbe essere un progetto utile e sacrosanto. Solo in corso d’opera, magari, ci si accorge che il corso è tenuto da attivisti LGBT  che, con la scusa di condannare le ingiuste discriminazioni che subiscono i ragazzini timidi, per esempio, vanno a insegnare che i bambini sono timidi perché sono gay e che ciò è perfettamente naturale e soddisfacente... Ecco: una “lezione” del genere a chi ha mandato la lettera dovrebbe essere risparmiata. Il condizionale è d’obbligo: ma, nella malaugurata ipotesi, la scuola risulterà inadempiente rispetto al dovere di informazione della famiglia.

Resta il fatto che di fronte a qualsiasi atteggiamento ostativo dell’Istituzione scolastica consigliamo di contattare le Associazioni che sono riportate in calce a questo vademecum. Spesso, solo queste possono esercitare una “pressione” sufficiente a bloccare o ridimensionare certe iniziative. E’ infatti fondamentale in certi contesti

fare rete. “Allearsi” ad altre famiglie che condividono le stesse preoccupazioni e informare altri genitori. L’azione in comune sarà sempre più incisiva che l’iniziativa di uno solo. E insieme, anche con le associazioni, sarà eventualmente possibile

presentare sane proposte (alternative) di educazione all’affettività, di cui la scuola dovrà tenere conto nel programmare le attività.

Ecco gli indirizzi e mail delle Associazioni da contattare in caso di bisogno, oltre  – ovviamente – a ProVita:

Age: [email protected];

Associazione Non si tocca la famiglia: [email protected];

Associazione Comitato Articolo 26: [email protected];

Associazione Nonni 2.0: [email protected];

La Manif pour Tous Italia [email protected].

Coraggio, famiglie: il futuro dei bambini è nelle vostre mani!

Redazione

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