24/08/2015

Gender – Il Meeting censura i Padri Domenicani

Dal nostro Inviato speciale al Meeting, apprendiamo del veto che gli organizzatori hanno messo sulla conferenza che avrebbe dovuto tenere Padre Carbone sul gender.

Abbiamo già scritto che l’edizione di quest’anno del Meeting di Rimini non prevede incontri ufficiali dedicati ai pericoli dell’ideologia gender ed al violento attacco che –  nel nostro Paese e, più in generale, in Occidente – è in atto contro la vita e la famiglia.

Nel medesimo articolo davamo però atto che tale carenza era in parte compensata dalle iniziative di altre realtà partecipanti alla manifestazione, tra cui segnalavamo le conversazioni quotidiane dei Padri Domenicani, al Padiglione C5.

E così è stato, almeno sino a ieri, con incontri sul gender seguitissimi, segno manifesto che la carenza del programma ufficiale impediva di soddisfare il desiderio di conoscenza dell’argomento da parte di molti visitatori.

Evidentemente la cosa non è piaciuta a qualcuno, cosicché ieri pomeriggio la Direzione del Meeting di Rimini ha ritenuto opportuno invitare i frati a non tenere la conversazione sul tema“Le bugie del gender. Attacco a natura umana, matrimonio e famiglia”, che prevedeva la partecipazione di Raffaella Frullone, giornalista inviata di Radio Inblu, Benedetta Frigerio, nota firma della rivista ciellina Tempi, e Padre Giorgio Maria Carbone, frate domenicano, sacerdote, professore stabile di Bioetica, Antropologia Teologica e Teologia morale presso la Facoltà di Teologia di Bologna.

Bludental

Secondo il sito web del quotidiano La Repubblica, la giustificazione ufficiale sarebbe quella di “Evitare la sovrapposizione di dibattiti ed eventi nel già ricco programma della manifestazione”, ma non è credibile, visto che non era mai accaduta una simile iniziativa nelle scorse edizioni del Meeting (assai più ricche della presente di dibattiti ed eventi), durante le quali i padri domenicani hanno tenuto incontri pubblici senza che fosse sorto alcun problema di presunte sovrapposizioni. Del resto, il loro programma non era certo segreto, essendo stato pubblicizzato da tempo anche nel loro sito web delle Edizioni Studio Domenicano e sicuramente conosciuto con congruo anticipo  dalla direzione della manifestazione.

C’è da temere che le ragioni siano altre e che derivino piuttosto dalle reazioni polemiche di alcune testate giornaliste alla citazione da parte di Padre Carbone – nel corso dell’incontro del 22 agosto dal titolo “Gender e diritti civili?, inganni e verità sulla persona e sul matrimonio”  – dei risultati di una ricerca, svolta durante “30 anni di osservazione su sei milioni e mezzo di persone”, che dimostrerebbe come “le coppie eterosessuali sono esposte a minori rischi cardiovascolari, respiratori, suicidio, tentato suicidio e Aids, infinitamente minori delle coppie dello stesso sesso conviventi o sposate nel Regno di Danimarca”.

Parimenti criticate da certa stampa le parole del correlatore dott. Renzo Puccetti, che – nel medesimo incontro – ha affermato quella che sino a poco tempo fa sarebbe stata una banalità, vale a dire che “Quelli tra omosessuali non sono veri matrimoni perché manca la relazione sessuale a fini riproduttivi”.

A pensar male si fa peccato, ma – a questo punto – viene spontaneo pure ipotizzare che gli organizzatori del Meeting di quest’anno, caratterizzato della massiccia presenza di politici del PD, possano avere subito pressioni volte a non turbare la sensibilità degli aderenti a tale partito, promotore di una politica decisamente gay friendly.

Tuttavia, è anche vero che gli organizzatori del Meeting non sono nuovi a simili episodi, come accadde nel 2013 quando presero le distanze dall’iniziativa dello stand della rivista Tempi, dove venivano raccolte le firme per la petizione – tra l’altro promossa anche da Notizie Pro Vita – contro la proposta di legge Scalfarotto.

Al Meeting di Rimini si discute di tante cose meravigliose, non c’è pregiudizio verso nessuno, tant’è che i suoi organizzatori hanno addirittura invitato a presentare l’edizione del 2013 una protagonista storica nella promozione di leggi e progetti contrari alla vita ed alla famiglia quale è Emma Bonino, così come hanno invitato musulmani integralisti a parlare di dialogo.

Con rammarico, si deve peraltro prendere atto che non è luogo ove si possa discutere sulla grave emergenza educativa che deriva dal tentativo di attuare un’artificiosa rivoluzione antropologica attraverso l’imposizione ideologica delle teorie del gender e del matrimonio omosessuale (con annesso sviluppo delle varie pratiche fecondazione assistita, tra cui il cosiddetto utero in affitto).

Questo mentre all’Avv. Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, “è stato ufficialmente consigliato  – si apprende dalla pagina Facebook di un gruppo di suoi fans – di non divulgare con eccessivo anticipo le date relative alle sue conferenze per motivi di sicurezza, visto il preoccupante aumento del livello di odio fomentato nella Rete (dove è stato definito “criminale”, “Anticristo”, “terrorista”, “omicida”, “mandante della violenza omofoba”, “golpista antidemocratico”, “nazista” ecc.), odio che è giunto al punto di prevedere forme organizzate “per fermarlo a tutti i costi“. Per avere un’idea di ciò che circola su Internet è sufficiente dare una breve lettura ai commenti postati sul sito Gayburg – il più “presentabile” e “moderato” dei siti omosessualisti – “.

A tacere poi tutti gli altri commenti che – per il livello della violenza verbale, dei toni minatori e del grado di volgarità – non sono riproducibili, mossi non solo contro l’avv. Amato, ma nei confronti di molti altri protagonisti della resistenza all’indottrinamento gender.

Nonostante questo crescente clima intimidatorio, il nucleo dirigente di Comunione e Liberazione ha ritenuto – in nome del dialogo – di non aderire al Family Day dello scorso 20 giugno, creando sconcerto e disorientamento fra gli appartenenti al Movimento, molti dei quali attivamente partecipi in realtà come le Sentinelle in Piedi o la Manif Pour Tous.  Due mesi dopo, il Meeting ha zittito i Padri Domenicani e due giornaliste cattoliche, nonostante una di loro – come innanzi detto – sia una giornalista molto apprezzata della rivista ciellina Tempi, periodico da sempre impegnato nel contrasto alle aberrazioni introdotte dall’ideologia gender.

Vedremo se seguirà, nei prossimi giorni, un intervento chiarificatore di Mons. Julián Carrón,  Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, a questo punto più che mai necessario. L’incontro che lo vedrà  protagonista – alle ore 17.00 di questo pomeriggio – al Meeting, assieme al prof. Joseph Weiler, potrebbe essere l’occasione.

 Gian Paolo Babini

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

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