29/09/2015

Gender, ma non solo: c’è una nuova “religione”, distruttiva...

E’ un po’ difficile da spiegare: qualche volta di “gender”  si parla come di uno spauracchio, un bau bau, che entra a scuola e mangia i bambini...

E’ ovvio che non è vero. E’ ovvio che così si semplifica e alla fine si ridicolizza un problema socio culturale davvero importante.

Il gender è un’ideologia che si inserisce a sua volta in un contesto ideologico più ampio. E’ solo una delle diverse facce che ha la “cultura della morte” e il “relativismo” etico che pervadono da decenni il mondo occidentale, ricco, evoluto, viziato, edonista.

Una riflessione molto chiara in tal senso ce la offre Stefano Fontana, eurodeputato, che scrive per l’Osservatorio Internazionale del Cardinale Van Thuan, pubblicata col titolo “Vita, famiglia e società: tra bioetica e Dottrina Sociale della Chiesa” (10/9/2015, n.615) e rilanciata integralmente da BastaBugie.

Si sta “istituzionalizzando la perversione”, dice Fontana: “Non do a questo termine un significato primariamente morale, anche se il suo fine ultimo è certamente morale, di pervertimento della coscienza umana oltre che dei costumi. Vi assegno un significato primario di tipo metafisico. La perversione è il rifiuto della versione corretta delle cose, il rifiuto del loro ordine e del loro senso e la celebrazione del loro dis-ordine e del loro contro-senso.

La perversione morale è sempre esistita. Ma oggi la perversione deve diventare un diritto. La perversione viene così programmata, elargita, esigita, rimborsata fiscalmente”.

“Non solo si può non attenersi alla legge naturale, ma si deve. Diventa illecito attenervisi”. Infatti gli Stati americani sono obbligati dalla sentenza della Corte Suprema che ha ammesso il matrimonio gay, a istituzionalizzare la perversione.

Stessa cosa è accaduta per l’aborto: “dai “casi eccezionali”,  si vuole che il diritto all’aborto entri nel dettato costituzionale affinché tutti debbano collaborarvi. Dall’aborto come eccezione all’aborto come diritto: non deve essere più chi abortisce che si deve giustificare davanti alla legge, ma chi vorrebbe impedirlo”.

La pubblica amministrazione, gli ordini professionali, l’associazionismo LGBT, le lobby finanziarie mondialiste, i media di sistema: tutti cooperano alla diffusione dell’ideologia gender, o meglio della cultura della morte, come di una nuova religione.

“Si arriverà a sostituire l’articolo 29 della Costituzione prevedendo una famiglia asessuata, la cui definizione sessuale sarà lasciata ai soggetti interessati. La filiazione di desiderio e non più genealogica a quel punto sarà pienamente normale e tutti dovranno – dovranno! – collaborarvi. La sentenza della Consulta italiana sul diritto all’eterologa già prefigura tutto ciò”.
Arriveremo alla “costituzionalizzazione” dell’incesto, del commercio dei bambini e dell’utero in affitto, della pedofilia?

Prosegue Fontana: “Innanzitutto bisogna capire che si tratta di una minaccia che ha la stessa assolutezza di una nuova religione”. Non è solo una minaccia politica, culturale o etica.

Per esempio, “non ci sono argomenti razionali né osservazioni di fatto da portare per approvare il matrimonio omosessuale. E’ una fede, il cui dogma principale è che il corpo è uno strumento a disposizione dello spirito e delle sue bizzarrie”. 

Perciò, “l’obiettivo da colpire ed eliminare è la religione cattolica. L’assolutezza religiosa del marxismo oggi è sostituita e radicalizzata dall’assolutezza religiosa di questo nuovo costruttivismo antropologico”.

gender_Marx_famigliapngScriveva Marx nella IV tesi su Feuerbach: «dopo che si è scoperto che la famiglia terrena è il segreto della sacra famiglia, è la prima che deve essere criticata teoricamente e sovvertita nella pratica».

La “secolarizzazione”, quindi, non è solo secolarizzazione religiosa, “ma poi è diventata secolarizzazione etica e poi ancora molto peggio”. Non può esistere una laicità moderata: la laicità non può non essere laicismo.

Contraccezione, divorzio, aborto, omosessualismo, gender si impongono come principi, che abbiamo illusoriamente cercato di contenere: sono radicali, assoluti, dogmatici, totali.

“In Italia c’è ancora qualcuno che pensa che la legge Cirinnà riguarda i diritti dei gay, invece riguarda la filiazione omosessuale tramite l’eterologa e l’utero in affitto. La Cirinnà, si dice, non riguarda l’articolo 29, non ha niente a che fare con la famiglia, che rimane un punto di riferimento unico, ma con l’articolo 2, le aggregazioni sociali intermedie”.

Errore! I sacerdoti della nuova religione “non si sono mai accontentati delle tappe intermedie, perché procedono per principi. E procedono per principi perché rappresentano una religione”.

“Abbiamo davanti una per-versione, questa perversione viene costituzionalizzata e quindi verrà punita la normalità”:

“Se non ci collochiamo sullo stesso terreno di battaglia perderemo senz’altro.

La prima cosa da fare è allora accettare di fare della questione una questione costituzionale. La battaglia deve farsi a livello di costituzione. In Italia la sentenza sull’eterologa ha messo in evidenza proprio questo... La repubblica Ceca, la Croazia hanno iniziato questa battaglia costituzionale. Prima lo faremo anche noi e meglio sarà. Tanto gli altri lo faranno senz’altro. Non si accontenteranno di vedere approvare leggi nonostante la costituzione, vorranno modificare la costituzione. Anche in America Latina avviene così.

Se l’attacco è religioso, non possiamo usare solo le armi del diritto naturale o della morale naturale. Non sarebbe un livello adeguato. Come cattolici dobbiamo recuperare tutta la forza e la ricchezza della dogmatica cattolica, per goderne le ripercussioni anche a livello sociale e politico. Qui il compito è immane, perché gran parte della Chiesa ha storicizzato i dogmi, facendoli dipendere dalle condizioni sociali. Gran parte della Chiesa sostiene che dobbiamo guardare ai segni dei tempi piuttosto che ai dogmi della fede...

Prendiamo il caso della legge sulla “Buona Scuola”: vediamo come i cattolici si siano dimostrati sguarniti, appagati nelle loro esigenze dall’immissione in ruolo di alcuni precari, incapaci anche solo di pensare di avere qualcosa da dire in quanto cattolici su una tale questione.

E infine, conclude Fontana, se necessario, dobbiamo essere disposti a “uscire dallo Stato”:
“L’attacco, come abbiamo visto, è anche istituzionale. Se dovesse venire approvato il disegno di legge Fedeli, bisognerà fare obiezione di coscienza alla scuola come istituzione. Se la per-versione diventa istituzione, l’obiezione di coscienza va fatta non solo nei confronti della singola per-versione ma della istituzione che la fa propria e la moltiplica. Lo stesso si dica dell’amministrazione statale in quanto tale e delle istituzioni europee.... Dobbiamo prepararci ad un nuovo Non Expedit, a cui forse nessun Papa ci richiamerà più, ma a cui dovremmo spontaneamente attenerci se lo Stato dovesse far propria in toto – come sembra destinato ad essere – questa nuova religione anti-cattolica”.

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI

LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI

 

Firma anche tu!

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.