05/02/2017

Giunta trentina e gender a scuola: scrive la Civica

Prosegue il tour dello spettacolo teatrale Fa’afafine, che racconta la storia di Alex, un bambino che un giorno si sente maschio e un giorno femmina. 

La cosa ha suscitato molte proteste.

Qui riportiamo la lettera aperta che il Consigliere Rodolfo Borga della Lista Civica Trentina ha stilato per i Presidenti di giunta e di Circolo provinciale.

Un’iniziativa analoga è stata presa dal Tavolo permanente per la famiglia della Regione Veneto, cui siede anche ProVita.

Pensiamo possa essere utile a chi voglia prendere, nella sua Regione, iniziative analoghe. Nell’interesse dei bambini.

L’11 giugno scorso il Consiglio provinciale ha approvato l’ordine del giorno  avente titolo Coinvolgimento delle famiglie nell’attuazione da parte delle istituzioni scolastiche delle azioni previste dalla mozione n. 126/XV in materia di contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale”.

Nelle premesse dell’ordine del giorno si fa espresso riferimento al riconoscimento del primato della famiglia con riferimento all’educazione dei figli e, conseguentemente, alle scelte in tema d’istruzione, ad opera della Costituzione italiana, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

Il deliberato dell’ordine del giorno impegna la Giunta provinciale a:
1) a garantire che tutte le iniziative che coinvolgeranno le istituzioni scolastiche e formative riconducibili alla mozione n. 126 del 10 maggio 2016, o che comunque riguardino i temi dell’identità sessuale o di genere, siano precedute da un’adeguata informazione, resa sia attraverso l’organizzazione di apposti momenti d’informazione con i genitori o con chi sugli studenti esercita la potestà parentale, sia in forma scritta, tramite preventivo invio ai genitori o a chi sugli studenti minori esercita la potestà parentale;
2) ad assicurare ai genitori o a chi sugli studenti esercita la potestà parentale di comunicare all’istituzione scolastica o formativa la non partecipazione dello studente alle iniziative che s’intendono proporre.

Ovviamente le iniziative cui fa riferimento l’ordine del giorno in esame sono tutte quelle cui partecipano le istituzioni scolastiche e formative, siano esse svolte o meno all’interno degli edifici scolastici.
Può trattarsi, ad esempio, di rappresentazioni teatrali o cinematografiche, cui le istituzioni scolastiche decidono di far partecipare gli studenti.

Pur essendo l’attuazione dell’ordine del giorno di cui all’oggetto assai semplice (basta redigere ed inviare una circolare ai dirigenti scolastici), ad oggi, trascorsi più di otto mesi dalla sua approvazione, la Giunta provinciale non ha ancora provveduto all’adempimento.

Per questa ragione il sottoscritto è stato costretto a presentare una proposta di mozione (...).

Incidentalmente osservo come la fattispecie in esame sia a dir poco singolare, atteso che mai il Consiglio provinciale è stato costretto a richiamare la Giunta a dare attuazione ad un impegno politico cui l’esecutivo era già stato vincolato con voto unanime del Consiglio medesimo. E, mi sia concesso, il ritardo della Giunta pare francamente del tutto irrispettoso delle prerogative del Consiglio provinciale, i cui deliberati sono vincolati, quantomeno sotto il profilo politico, per l’esecutivo. Peraltro è del tutto evidente che l’eventuale ulteriore inadempimento (a questo punto intenzionale) dell’ordine del giorno, pregiudicherebbe i rapporti istituzionali tra esecutivo ed aula consigliare, che ovviamente dovrebbe prender atto di doversi rapportare con una controparte che non rispetta gli accordi sottoscritti e ne svilisce il ruolo.

Nel frattempo anche in Provincia di Trento alcune scuole hanno deciso di far partecipare gli studenti a rappresentazioni teatrali che trattano, in un’ottica che non può ritenersi quantomeno discutibile e controversa, proprio il tema dell’identità sessuale o di genere, oggetto dell’ordine del giorno in questione.

Senza entrare nel merito di tali iniziativa, che non a caso hanno suscitato in molti casi forti polemiche in ragione del loro discutibile contenuto, è del tutto evidente che tali rappresentazioni rientrano appieno nelle previsioni di cui all’odine del giorno in esame.

Conseguentemente, ad esempio, l’imporre a ragazzi che frequentano le scuole medie la partecipazione a spettacoli quali “Fa’afafine” senza che i genitori siano stati adeguatamente informati del contenuto, e senza che ad essi sia data la possibilità di decidere se far partecipare o meno i propri figli alla rappresentazione, costituisce una palese violazione del deliberato assunto all’unanimità dal Consiglio provinciale.

In tale contesto non può non suscitare notevoli perplessità quanto affermato dal direttore del Centro Santa Chiara, che seraficamente dice: “guardatelo e poi giudicate”.
Come se gli spettatori fossero adulti che volontariamente pagano il biglietto per andare a vedersi lo spettacolo, e non ragazzini dagli 11 ai 15 anni cui la scuola, senza nulla chiedere ai genitori, impone di vedere (per poi magari giudicare!) una rappresentazione in cui si propaganda la storia di un bambino di otto anni che proprio non sa scegliere se essere un bambino od una bambina!

Per altro verso fa specie dover prendere atto che vi sono dirigenti scolastici che pur essendo con ogni probabilità a conoscenza dell’ordine del giorno in questione, ne ignorano bellamente i contenuti, approfittando forse del fatto che la Giunta provinciale non vi ha ancora dato (così come doveroso) attuazione.

A tal riguardo comunico che provvederò ad ogni buon conto ad inviare copia dell’ordine del giorno a tutti i dirigenti scolastici, che potranno così conoscere (se già non ne sono a conoscenza) quanto il Consiglio provinciale ha deliberato (con efficacia vincolante per la Giunta) al riguardo.

Quanto sopra premesso, chiedo che sia data immediata attuazione all’ordine del giorno di cui all’oggetto, mediante invio di una apposita circolare alle scuole, confidando che la Giunta vorrà rispettare l’impegno cui il Consiglio provinciale – e non già il sottoscritto – l’ha vincolata.

Rodolfo Borga


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