09/08/2016

Mamma e figlio: un legame che può curare malattie!

Quanto amore ha un figlio per la propria mamma!

Quale profondo e viscerale legame esiste tra queste due persone già fin dall’origine, fin dall’inizio della vita nel corpo materno e perdura molto oltre: l’amore di un figlio per la propria mamma rimane anche se lei decide di abortire.

A testimonianza di questo affetto indelebile restano vive le cellule che il feto abortito lascia nel grembo materno: diversi accertamenti medici e studi di laboratorio evidenziano che esse svolgono un’azione difensiva da eventuali malattie e terapeutica per future lesioni.

In una intervista di Robert Krulwich al dottor Kirby Johnson della Tufts University, riportata dal sito National Right to Life, vengono riferiti i risultati di alcune ricerche in base alle quali si è scoperto che in un cucchiaino di sangue di una donna incinta sussistono centinaia di cellule del bambino, che non vengono attaccate dal sistema immunitario della mamma: anche se la donna abortisce le cellule del feto rimangono nella madre per decenni e probabilmente per sempre, fino alla morte della donna. Ma ciò che più sorprende è la loro funzione di riparare i tessuti danneggiati della mamma.

banner_abbonati_rivista_provita

Si può portare ad esempio il caso di una signora di Boston affetta da epatite, con alle spalle una storia di cinque gravidanze: ha un bambino vivo e ha avuto due aborti spontanei e due aborti volontari. Gli accertamenti epatici hanno mostrato come centinaia di cellule fetali fossero all’opera per riparare il suo fegato. La cosa si è protratta al punto tale che, alcuni mesi dopo, l’organo è stato risanato e completamente ripristinato nelle sue funzioni.

Aggiunge Johnson che, allo stato attuale, non risulta alcuno studio che dimostri il contrario, ovverosia non è mai stato riscontrato che le cellule fetali possano avere un effetto deleterio per la salute materna. Lo stesso sito americano illustra i risultati dello studio del dottor McCullough, direttore della ricerca sugli ictus presso l’Università del Connecticut Health Center. Tali studi sono stati condotti sui topi. Essi hanno comunque dimostrato che le cellule fetali che rimangono nel corpo del topo-madre agiscono come cellule staminali. In diversi casi hanno riparato i danni causati da ictus, dando origine a nuovi tipi di cellule che rivestono le pareti dei vasi sanguigni e ripristinano il flusso di sangue al cervello. La dottoressa Liz Szabo, a USA Today, afferma significativamente che «molte mamme portano le foto dei loro bambini nei loro portafogli, per averli sempre con sé. Allo stesso modo, le madri possono restare sorprese di sapere che stanno portando anche alcune cellule dei loro figli, anni o anche decenni dopo la fine di una gravidanza. E mentre la foto di un bambino può sciogliere il cuore di una madre, le sue cellule lasciano dentro di lei, nel suo sangue, la possibilità di un’effettiva guarigione da una malattia».

Un amore indistruttibile che permane e sconfigge la morte, che dona la vita e sconfigge il male, laddove la morte sembra aver avuto l’ultima parola: le tracce biologiche di un figlio che, anche se abortito per scelta, rimangono in eterno e rispondono con un gesto che sembrerebbe voler dire: «Ti amo mamma, e ti dono io quella vita che non ho potuto vivere con te!».

Giampaolo Squizzato

banner_abbonati_rivista_provita

Fonte: Notizie ProVita, maggio 2014, p. 20

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.