22/09/2016

Utero in affitto: al Consiglio d’Europa un altro no, ma...

La Commissione Affari sociali dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europaha bocciato per la seconda volta  il progetto di risoluzione sull​’utero in affitto riproposto – con una certa protervia – dalla transessuale belga​ Petra De Sutter​, impiegata in una clinica per la fertilità che fornisce anche uteri in affitto nel suo Paese (in evidente conflitto di interessi, quindi).

La sua proposta ​ che​ conteneva l’implicita accettazione del principio​ per cui una donna può dare l’utero in affitto​ era infatti già stata bocciata dal Consiglio d’Europa in un’altra occasione, nel marzo scorso.​

​La pressione delle lobby internazionali che lucrano sulla pelle delle donne e dei bambini, però, è evidentemente forte. Infatti, la stessa Commissione che ha respinto la proposta De Sutter ha adottato​ un progetto di raccomandazione allegato alla risoluzione,​ che sarà discuss​o alla prossima sessione dell’Assemblea nel mese di ottobre.

I​n tale​ progettosi​ raccomanda​ agli Stati​ aderenti al Consiglio d’Europa di​ adottare​ delle​ linee guida per proteggere i diritti dei bambini​ comprati da una madre​ surrogata​, ma si lascia obiettivamente spazio alla possibilità di dare l’utero “in comodato”, cioè alla cosiddetta “surrogazione altruistica”. Sappiamo bene che questo consentirebbe la continuazione e la diffusione ulteriore dell’ignobile mercimonio, purché per la madre sfruttata figuri solamente un “rimborso spese”: le donne povere saranno di fatto ancor più ricattabili.

E’ giusto, certamente, preoccuparsi della salvaguardia dei diritti dei bambini. Sorattutto nei troppi casi in cui di fatto sono già stati comprati e deprivati della loro mamma. Tuttavia,​ è evidente che l’unico modo per tutelare veramente l’interesse dei bambini è​ vietare l’utero in affitto in tutte le sue forme, così come già fa la legge 40 in Italia (che viene platealmente violata:​ la magistratura finora ha ignorato le nostre denunce sporte a Roma e a Milano contro le cliniche che sono state colte sul fatto mentre organizzavano la compravendita dei bambini).

E’ inutile, e anche​ ipocrita​, condannare​ le conseguenze dell’utero in affitto​ per i bambini, senza prima condanna​re, senza “se” e senza “ma”, l’ignobile pratica. Indipendentemente dalla sua forma, ​e da qualsiasi regolamentazione, l’utero in affitto è ​sfrutta​mento delle donne e ​commercio di bambini, privati ​scientemente e premeditatamente della loro mamma.

Redazione

Fonte: No Maternity Traffic

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