10/02/2017

Utero in affitto – Ancora un NO in sede UE

La FAFCE (Federation of  Catholic Family Associations in Europe) ci comunica che il Parlamento Europeo ha respinto una proposta di relazione sull’utero in affitto tesa a legittimare questa ignobile pratica.

Infatti, la commissione giuridica aveva chiesto l’autorizzazione di stilare un rapporto sul tema dell’utero in affitto in modo che potesse essere ritenuto accettabile entro certi limiti. La Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo l’ha respinta. Sarebbe stato in contrasto con l’ordinamento della maggior parte degli Stati membri dell’UE che consifìderano illegale sia l’utero in affitto, sia la versione formalmente gratuita dell’ “utero in comodato”.

In passato, nel mese di ottobre 2016, un’altra istituzione europea, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, aveva respinto una risoluzione simile, presentata dal senatore belga Petra de Sutter. E un mese fa c’è stata la sentenza Paradiso.

A sua volta, il Parlamento europeo ha espresso chiaramente la sua posizione su questo argomento nella Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo del 2014 in cui si «considera che la pratica della maternità surrogata gestazionale comporta lo sfruttamento dell’apparato riproduttivo e l’uso del corpo umano a scopo di lucro (o anche non di lucro), in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo. Tali pratiche  sono vietate e trattate come una questione di urgenza perché si curi la tutela dei diritti umani ».

La decisione di oggi della Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo è coerente, quindi, con il parere di altre istituzioni europee.

Ribadiamo l’importanza di un’alleanza internazionale per abolire l’utero in affitto: che venga dichiarato crimine internazionale. Solo così sarà autentico e sostanziale l’intento di rispettare i diritti umani, di lottare contro la tratta e la schiavitù, e tutelare i soggetti più vulnerabili, anzitutto le donne e i bambini.

Redazione


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