11/06/2016

Utero in affitto – Il Presidente del Portogallo mette il veto

Avevamo dato notizia, a maggio, della legalizzazione dell’utero in affitto in Portogallo.

Questa settimana, però, qualcosa si è inceppato nel meccanismo della macchina della morte.

Il presidente Marcelo Rebelo de Sousa ha posto il veto: la mancata promulgazione comporta l’annullamento della legge adottata dal Parlamento, a meno che questo non approvi il testo a maggioranza assoluta dei suoi componenti.

In un comunicato, l’ufficio del presidente ha detto che la legge  non è conforme alle condizioni stabilite dal Consiglio Nazionale per l’etica delle scienze della vita, che aveva chiesto una regolamentazione più rigorosa della turpe pratica dell’utero in affitto.

Il Parlamento aveva approvato di misura  la cd. “surrogazione altruistica”, cioè il contratto di “comodato” di utero, non affitto, perché la schiava formalemente non deve essere pagata. L’esperienza di tutti quei Paesi del Nord Europa dove è stata introdotta la condizione di gratuità della pratica dimostra che nella sostanza il congruo “rimborso spese” equivale a un prezzo. I casi in cui l’utero in affitto è veramente gratuito sono quelli in cui la madre surrogante è una parente della surrogata, dando origine a quei bei quadretti familiari in cui la mamma è nonna della figlia, la sorella è zia del fratello e così via. Situazioni emotivamente non facili da gestire non solo per il povero figlio (non si sa bene di chi) che viene al mondo, ma anche da parte degli adulti, che spesso finiscono in causa davanti al tribunale o disgregano per sempre gli affetti che – in teoria – avevano messo in moto tutta la questione: sappiamo bene come le ingerenze debite o indebite di nonne e suocere nell’educazione dei bambini spesso creino problemi familiari. O come certi genitori abusino della disponibilità delle nonne baby sitter. Quando la nonna è anche mamma del bambino in questione le dinamiche non possono che complicarsi...

Comunque, de Sousa è “l’Angelo del Portogallo” per tante donne portoghesi? Forse. Ma non per i bambini, perché la legge consente la fecondazione artificiale anche ai single e alle coppie lesbiche.

Redazione

Fonte: Medical Express


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