24/09/2013

Aborto, le svolte (inesistenti) di Papa Francesco

“Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo“.

Non è Joseph Ratzinger, né Karol Wojtyla. Sono parole di Papa Francesco, pronunciate il 20 settembre scorso incontrando in Sala Clementina i medici della Federazione internazionale delle associazioni medice cattoliche. E’ finito il tempo dei silenzi sui principi che il suo predecessore definì “Non negoziabili”, elevandoli dunque a verità assolute più che a semplici opinioni?

Nessuna rivoluzione, la chiave è nell’intervista

E’ una rivoluzione, un riallineamento del Papa gesuita dopo l’intervista fiume concessa a Padre Antonio Spadaro? Non proprio. La chiave dell’intervento di Francesco, durissimo nei toni e chiarissimo nel contenuto, è da cercare proprio in uno dei passaggi contenuti nelle trenta pagine rese note dalla Civiltà Cattolica. Parlando di aborto, omosessualità e metodi contraccettivi, Bergoglio dice: “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto”. E il contesto è arrivato. Davanti ai medici, il Pontefice ha parlato di aborto: ”Il primo diritto di una persona è la sua vita. Nell’essere umano fragile, ciascuno di noi è invitato a riconoscere il volto del Signore“. E ancora, “le cose hanno un prezzo e sono vendibili, ma le persone hanno una dignità, valgono più delle cose e non hanno prezzo”. Ecco perché, aggiunge sicuro il Papa, “l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della chiesa”.

“Essere cattolici significa difendere la vita”

Qualcuno, online, ha scritto che “il Papa è tornato di destra”. In realtà, Bergoglio si staglia sulla linea di continuità del Magistero della Chiesa. Cambiano, semmai, le priorità. Ogni Pontefice, dopotutto, ha il proprio carisma. E’ facile, quindi, riscoprire tracce di discorsi degli anni scorsi, quando Francesco afferma che “oggi si vive una situazione paradossale: mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti diritti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell’agire medico – ha spiegato il Papa – rimane sempre la difesa e la promozione della vita”.

Infine, Francesco ricorda che “l’essere cattolici comporta una maggiore responsabilità, contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l’impronta dell’opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento”.

Il richiamo all’Evangelium Vitae

Nulla di nuovo, dunque. Ma anche qui, su uno dei principi non negoziabili, il Papa preso alla fine del mondo aggiunge qualcosa di suo, chiedendo ai medici di fare proprio “questo impegno di nuova evangelizzazione che richiede spesso di andare controcorrente, pagando di persona. Il Signore conta anche su di voi per diffondere il vangelo della vita”. Un richiamo all’Evangelium Vitae, la grande enciclica giovanpaolina sulla vita il cui contenuto era stato solo sfiorato lo scorso giugno durante l’omelia che ne celebrava la ricorrenza. L’auspicio finale è quello di ricordare che “la vita è semrpe, in tutte le sue fasi e ad ogni età, sacra e sempre di qualità”. E questo, ha aggiunto Francesco, “non per un discorso di fede, ma di ragione”.

di Matteo Matzuzzi

Festini

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