28/07/2016

Eugenetica nazista? Niente rispetto all’eugenetica buonista

In Italia è possibile praticare l’eugenetica negli ospedali pubblici. Finora a farlo erano solo poche cliniche private.

Dal dicembre dello scorso anno, però, l’ospedale Santa Margherita di Cortona (Arezzo) è diventato la prima struttura pubblica con tutte le strumentazioni necessarie per eseguire la diagnosi pre-impianto sugli embrioni. E – come leggiamo anche su La Nuova Bussola – il 19 luglio è entrato per la prima volta all’opera.

In un comunicato, la Regione Toscana ha riferito il tutto. Ne sono seguiti entusiastici commenti. Sarebbe dunque una buona notizia la selezione (e conseguente eliminazione) di tre embrioni probabili portatori di una malattia genetica trasmissibile per via ereditaria.

La vicenda è quella di una coppia, sottopostasi a fecondazione artificiale, in cui l’uomo è affetto da una malattia genetica degli occhi. Ebbene, i tre embrioni prodotti ex lege sono stati sottoposti a biopsia per verificare se sono sani: in tal modo, quelli colpiti dalla stessa patologia del padre, o affetti da altre malattie, verranno scartati, ovvero saranno uccisi. I sani invece saranno impiantati nell’utero della donna.

La legge 40, lo ricordiamo, permette di verificare se l’embrione sia sano oppure no, ma solo nel caso in cui ciò sia utile per tutelare la salute dell’embrione stesso ed in ogni caso senza minacciarne in alcun modo l’incolumità.

embrioni_ rifiuti_fecondazione-artificiale_eugenetica
I malati vanno gettati via come rifiuti...

Nel caso specifico, la diagnosi genetica pre-impianto può provocare seri danni all’embrione o addirittura la morte. Pertanto, sia come sia, una volta individuata la patologia, l’essere umano in stato embrionale può benissimo essere scartato e fatto morire. Del resto abbiamo già visto come nel novembre scorso la Corte Costituzionale abbia dichiarato illegittima la legge 40 «nella parte in cui contempla come ipotesi di reato la condotta di selezione degli embrioni anche nei casi in cui questa sia esclusivamente finalizzata ad evitare l’impianto nell’utero della donna di embrioni affetti da malattie genetiche trasmissibili». Di fatto ormai la legge 40 non esiste più a seguito degli innumerevoli colpi inflitti dai giudici.

Il concetto di fondo è il seguente: è lecito scartare embrioni indesiderati seguendo la logica del diritto al figlio sano? La risposta della Regione Toscana è senza dubbio positiva:in fondo, è come un’amniocentesi anticipata, fanno sapere.

Tuttavia, con un minimo di logica e buon senso è facile capire che selezionare gli embrioni buttando quelli non graditi, non “idonei al trasferimento”, resta un crimine contro l’umanità, così come creare un conflitto tra l’interesse della madre e del nascituro a scapito della vita di quest’ultimo. Il diritto al figlio sano crea un gran paradosso: la gravidanza diventa una patologia da curare, il malato non va curato ma soppresso per creare quella razza pura tanto in voga nei civili Paesi nordici dove già ora non vediamo più un bambino down o in carrozzella perché la loro vita “non degna” è stata selezionata quando erano embrioni, oppure sono stati ammazzati da bambini con l’eutanasia infantile, ampiamente praticata nella civilissima Olanda.

Eppure, praticando l’eugenetica o l’aborto, uomini geniali come Beethoven, Mozart o Chopin non sarebbero mai nati...

Inutile ed ipocrita denunciare il pericolo nazista un giorno sì e l’altro pure per i più svariati (e spesso ridicoli) motivi. Se c’è un ambito in cui il nazionalsocialismo ha vinto è quello dell’eugenetica. L’unica differenza sta nel suo essere attualmente praticata in modo “democratico”, coperta con la maschera del buonismo. Il che però la rende peggiore di quella hitleriana.

Redazione

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