07/03/2015

Famiglia – I figli hanno bisogno di mamma e papà

Alcuni lettori gentili (ma molto arrabbiati) insistono a scriverci che “gli studi scientifici” dimostrano che la “famiglia arcobaleno” è uguale se non meglio della famiglia naturale.

Ancora una volta proviamo a spiegare che “gli studi scientifici” che citano non sono scientifici, ma ideologici. E preghiamo tutti i nostri critici di leggere bene le cose e di documentarsi un po’ seriamente, prima di parlare.

La “scienza” (intendendo in questo caso la Psicologia, che per definizione è scienza ipotetica, congetturale, descrittiva e non dimostrativa) NON HA nulla da dire di importante men che meno di definitivo in merito. Si tratta della solita riedizione della famosa bufala dei trent’anni di studi che “dimostrano” come i bambini stanno bene senza mamma e senza papà.

Considerazioni.

1) Prima di tutto: “Dimostrerebbero”! “Dimostrerebbero” se parlassimo di matematica, ma dato che si parla di Psicologia (o di Antropologia oppure di Sociologia, dipende dalle curvature), ogni pretesa di “dimostrazione” è semplicemente ridicola.

E’ il solito bluff dei sostenitori delle teorie omosessualiste che o sostengono queste sciocchezze in mala fede oppure parlano dal profondo dell’analfabetismo epistemologico che non si avvede di un dato essenziale come quello dell’ *errore*. Nel procedere scientifico delle scienze empiriche *l’errore* è infatti fondamentale, sia nel breve che nel lungo periodo. Mentre è possibile e perfettamente legittimo parlare di “dimostrazione” in ambito logico-matematico, il termine “dimostrazione” non è per nulla adatto alle scienze umane.

Si pensi proprio alla Psicologia, per esempio.
Come tutti sappiamo, nasce con Aristotele ed è ancora in pieno sviluppo. Nessuno oggi sottoscriverebbe una teoria psicologica dell’ottocento, mentre il teorema di Pitagora è lì, senza modifiche, da oltre duemila anni, a ricordarci la differenza che c’è tra dimostrazione e congettura. Mentre la prima non ammette negazioni (pena la contraddizione), la seconda è sempre perfettibile o addirittura passibile di radicale negazione. Dipende dai dati, dall’osservazione, dall’osservatore, dal metodo, dalle teorie di riferimento, e così via. Insomma: dipende.

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Poniamoci allora la seguente domanda. Visto che nessuna delle scuole Psicologiche contemporanee o Associazioni di psicologi (men che meno l’Apa) è in grado di pervenire a descrizioni unanimi, non contraddittorie e definitive dell’uomo, è lecito prendere decisioni così gravi circa il futuro degli esseri umani in base ad una prospettiva scientifica che – fino a prova contraria – potrebbe essere completamente erronea? si badi al termine: “fino a prova contraria”. E’ proprio questo i punto. In Psicologia – è bene ripeterlo – a differenza di quanto avviene in Logica o in Matematica, non si “dimostra” nulla. Ogni ricerca Psicologica presuppone una teoria di fondo alla quale i ricercatori aderiscono e nella quale operano. Diverse teorie guardano il mondo in modo diverso e ottengono dati diversi. Per non parlare delle possibili interpretazioni contrarie tra loro. C’è sempre la possibilità di “mostrare” altri aspetti: non si “dimostra” mai nulla, ogni considerazione conclusiva è sempre oggetto di critica, la sua eventuale negazione non comporta mai contraddizione (come invece avviene in una dimostrazione vera e propria, per esempio matematica o geometrica).

Come se non bastasse, non è affatto vero che la comunità scientifica è unanime e concorde sul tema. Basta prendere visione di questo breve elenco per rendersene conto (peraltro non aggiornato)

Per di più non pochi studiosi rilevano che sulle adozioni gay molte ricerche condizionate dall’ideologia, per cui “molti di questi studi non rispondono ad accettabili standard di ricerca psicologica, sono compromessi da difetti metodologici e sono sostenuti più da programmi politici che da un’obbiettiva ricerca della verità”.

Redazione

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