26/11/2016

Famiglia moderna: con un clic si può diventare “co-genitori”

Per distruggere la famiglia e la dignità dei bambini, oltre all’utero in affitto, si sta diffondendo sempre più un’altra pratica aberrante: quella della cosiddetta co-genitorialità. 

L’idea è nata nel mondo anglosassone ed è arrivata fino in Italia. Abbiamo visto qui il sito italiano dedicato, e ne avevamo parlato anche qua..

Per il mondo ispanico esiste un sito (www.co-padres.net) in cui ci siamo imbattuti e che vi andiamo ad illustrare.

Ci si rivolge a tre categorie principali di persone: chi vuole solo dar via lo sperma, chi vuole riceverlo e chi invece cerca proprio una co-genitorialità, cioè vuole dei figli, ma non vuole una famiglia.

L’obiettivo finale è dissolverla completamente,  l’idea di famiglia e rendere le persone tanti individui più o meno isolati, dediti solo al soddisfacimento dei propri piaceri.

In pratica, chiunque abbia il desiderio di un figlio senza però impegnarsi in una vita di coppia, o di famiglia, in una relazione-affettivo-sessuale e soprattutto nel dovere di educare e crescere i bambini, può diventare “co-genitore”. Ovviamente la co-genitorialità è rivolta a tutti, etero od omosessuali che siano. L’importante è soddisfare i propri desideri e sogni di avere una discendenza.

Tra gli annunci che compaiono nella pagina web, ad esempio, ce n’è uno in cui l’aspirante genitore scrive: «Cerco qualcuno che condivida il mio stesso sogno, e che per diversi motivi non l’abbia potuto realizzare. Credo che insieme potremmo fare del nostro sogno realtà. Ogni aspetto, come situazioni personali, ubicazione geografica, modo di pensare, responsabilità da assumere, questioni economiche, etc, tutto è assolutamente discutibile e può trovare una soluzione, mentre ciò che davvero conta è realizzare il sogno».

Ne deduciamo pertanto che tutto può essere oggetto di contrattazione, a scapito della sorte del figlio. Non si sa a chi andrà, dove vivrà, in che condizioni crescerà: l’importante è averlo, è soddisfare il capriccio di essere “genitore”. E poiché di capriccio si tratta, è meglio scegliere le caratteristiche fisiche del padre e/o della madre che servono allo scopo. Proprio come avviene quando si acquista un prodotto commerciale. 

Del resto, le modalità per far avverare i propri desideri non mancano e il sito in questione offre tutti gli aiuti necessari. Non c’è bisogno ad esempio recarsi in una clinica per farsi inseminare artificialmente. Né “donare” (in realtà vendere) gli spermatozoi in una banca del seme. Il servizio offre la fecondazione artificiale fatta in casa. bambino_gender_famiglia_scuola_prova_adozioni-gay_educazione sessuale_bambini

Inoltre, come detto, un uomo può “donare” il seme e accettare di limitarsi semplicemente a conoscere suo figlio, senza ulteriori impegni di famiglia, oppure può chiedere di essere genitore seriamente: tutto dipende dal livello di genitorialità (sì, proprio così!) che uno preferisce acquistare. Quindi ci si può benissimo trovare di fronte a chi magari vuole il figlio solo per giocare, senza impegnarsi nel sostenerlo economicamente o nelle scelte importanti della vita.

C’è il caso del “donatore” che mantiene i contatti con quelli che allevano il bambino, e chi invece si fa sentire solo per gli auguri di compleanno, come per esempio capita a un certo Simon Watson, i cui spermatozoi sono serviti per far nascere circa 500 figli sparsi per il mondo...

Il sito offre poi l’opportunità di allargare la “famiglia”. Ovvero, non è detto che per fare i genitori sia necessario essere per forza in due. Di mamme e papà se ne possono avere molti di più. La “donazione” di sperma si può realizzare anche tra una coppia gay e una futura madre, etero o lesbica, che decida poi di restare single o no. Oppure tra una coppia lesbica e un uomo, etero od omosessuale, anch’egli con la possibilità di accoppiarsi con qualcuno o no. Chiaramente i membri di una sola coppia saranno legalmente riconosciuti come i genitori del figlio. Basta però accordarsi bene per far sì che il piccolo possa vivere e crescere con due padri e due madri o chi più ne ha più ne metta. Insomma, più che una famiglia (allargata), si può parlare di una vera e propria multiproprietà.

Vi sono e vi saranno così migliaia di bambini privati della loro identità, senza una vera famiglia, consapevoli di essere venuti al mondo semplicemente per gioco o per capriccio. E meno male che si celebra la giornata per i diritti dell’infanzia...

Redazione


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