04/09/2016

Gaystapo: lo storico Pío Moa è pro-famiglia? Censurato

La Gaystapo continua a compiere veri e propri atti di bullismo e sui social network il totalitarismo arcobaleno mostra tutta la sua violenza e intolleranza.

Questa volta la vittima è lo scrittore e storico spagnolo Pío Moa, noto soprattutto per le sue ricerche in tema di guerra civile e franchismo. Ebbene, il suo account Facebook è stato bloccato per supposto “incitamento all’odio”.

Nel blog che cura sul quotidiano online La Gaceta, Moa elenca le riflessioni che gli hanno procurato la censura. Leggendole, si rimane esterrefatti, perché semplicemente affermano l’ovvio.

Prendiamo ad esempio queste due: «Una coppia omosessuale non può avere figli. È l'”amore sterile” per natura»«Il primo diritto di un bambino è avere un padre e una madre reali, non la parodia di due papà o due mamme». Dov’è qui l’incitamento all’odio? Eppure queste semplici constatazioni hanno fatto piovere sullo scrittore fiumi di insulti, oscenità e minacce di morte. In nome della “democrazia”...

Pío Moa ha poi scritto che sì, un bambino può anche perdere uno dei due genitori, o addirittura entrambi, ed essere educato da un’altra coppia normale, ma questo avviene solo accidentalmente. Nel caso di una coppia omosessuale, invece, tutto ciò accade per principio, al fine di scimmiottare la famiglia naturale. E se, come sostengono molti, l’importante è solo dare affetto e volersi bene, lo scrittore ricorda che il vero amore inizia riconoscendo il diritto basilare del bambino ad avere un papà ed una mamma. L’adozione omosessuale, invece, riduce il “figlio” ad un oggetto. Facebook_gaystapo

Altra frase evidentemente inaccettabile per la Gaystapo è quella in cui Moa spiega che la maggioranza dei preti pedofili sono anche omosessuali e, citando il giornalista Ramón Pi, ricorda come su diversi siti gay si trovano vere e proprie celebrazioni della pedofilia.

Si tratta di dati e di opinioni basate sulla realtà. Certo, si possono criticare, ma con argomentazioni solide e non tappando la bocca. La lobby gay invece – che, come scrive Moa, non rappresenta affatto tutte le persone omosessuali – sa solo censurare e imbavagliare con la forza, imponendo la “sua” verità, proprio come facevano i membri del Fronte Popolare prima e durante la Guerra Civile.

Eppure, lo storico spagnolo specifica accuratamente di non opporsi alla libertà di espressione degli omosessualisti (nonostante giudichi le loro idee palesi assurdità), ma solo alla loro volontà di imporre la propria ideologia e di promuovere leggi totalitarie attraverso cui perseguitare chi non la pensa allo stesso modo.

ProVita, che ha già sperimentato più volte gli attacchi della Gaystapo (il nostro presidente Toni Brandi ne sa qualcosa), esprime massima solidarietà a Pío Moa e si unisce all’appello da lui lanciato a mobilitarsi contro questo neo hitler-stalinismo mascherato di tolleranza e vestito di arcobaleno. Chiunque abbia ancora un minimo senso della libertà e della dignità ha il dovere di smascherare l’ipocrisia della lobby LGBT e di combatterla. Vogliono imporci un regime poliziesco a livello internazionale: e se ai tempi dell’Unione Sovietica bastava un minimo sospetto per essere spediti nei gulag, oggi basta dire verità elementari sulla famiglia per venire perseguitati. Non dobbiamo più permetterlo e dobbiamo bloccare l’escalation.

Noi ci siamo, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto. 

Federico Catani

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