16/11/2015

Gender – Ancora osanna per i padri fondatori, Kinsey e Money

Nel numero 131 di Mente e Cervello alle pp. 48 e seguenti si difendono a spada tratta gli insegnamenti improntati all’ideologia gender con le solite argomentazioni.

Bisognerebbe tener conto della differenza tra sesso e genere; l’educazione che si fa a scuola (non si capisce bene se in grammatica o in aritmetica o in quale altra materia) è tutta improntata su una didattica basata sugli stereotipi (maschio /femmina); ecc.

A pag. 51, poi, si spiegano le origini dei “gender studies” e si citano come fari rivelatori della distinzione tra sesso e gender due personaggi quanto meno discutibili.

All’origine del gender: i Kinsey Reports

Il primo faro rivelatore delle incongruenze tra sesso e genere è l’opera di Alfred Kinsey, entomologo, autore dei tristemente noti Rapporti Kinsey, base ideologica e pseudo scientifica della rivoluzione sessuale del ’68.

Libertà & Persona ci riporta un’analisi della questione svolta da Enzo Pennetta (biologo) e dello psicologo Roberto Marchesini che scrive:

Kinsey ha manipolato il campione di individui intervistato per ottenere quei dati. Il celebre psicologo Abraham Maslow, saputo delle ricerche che Kinsey stava conducendo, volle incontrarlo per confrontarsi con lui. Una volta compreso il metodo d’indagine di Kinsey, Maslow mise in guardia l’entomologo dal “volunteer error”, ossia dalla non rappresentatività di un campione composto esclusivamente da volontari per una ricerca psicologica sulla sessualità. Kinsey decise di ignorare il suggerimento di Maslow e di proseguire nella raccolta delle storie sessuali di volontari. Oltre a questo, circa il 25 % dei soggetti maschi intervistati nella sua ricerca erano detenuti per crimini sessuali; l’unica scuola superiore presa in considerazione per la ricerca fu un istituto particolare nel quale circa il 50 % degli studenti avevano contatti omosessuali; tra i soggetti erano presenti anche un numero sproporzionato di “prostituti” maschi (almeno 200); tra gli omosessuali vennero contati anche soggetti che avevano avuto pensieri o contatti casuali, magari nella prima adolescenza; infine, nel calcolare la percentuale di omosessuali, Kinsey fece sparire – senza darne spiegazione – circa 1.000 soggetti.”

Non è poi possibile sottacere gli esperimenti sessuali condotti su bambini. Continua Pennetta:

“Nel paragrafo intitolato L’orgasmo nei soggetti impuberi (pp. 105 – 112) del primo Rapporto, Kinsey descrive i comportamenti di centinaia di bambini da quattro mesi a quattordici anni vittime di pedofili. In alcuni casi, Kinsey e i suoi osservarono (filmando, contando il numero di «orgasmi» e cronometrando gli intervalli tra un «orgasmo» e l’altro) gli abusi di bambini ad opera di pedofili: «In 5 casi di soggetti impuberi le osservazioni furono proseguite per periodi di mesi o di anni […]» (p. 107); ci furono anche bambini sottoposti a queste torture per 24 ore di seguito: «Il massimo osservato fu di 26 parossismi in 24 ore, ed il rapporto indica che sarebbe stato possibile ottenere anche di più nello stesso periodo di tempo» (p. 110).

Nel secondo Rapporto esiste un paragrafo intitolato Contatti nell’età prepubere con maschi adulti, nel quale vengono descritti rapporti sessuali tra bambine e uomini adulti, ovviamente alla presenza di Kinsey e colleghi. Le osservazioni condotte inducono Kinsey a sostenere che:

Se la bambina non fosse condizionata dall’educazione, non è certo che approcci sessuali del genere di quelli determinatisi in questi episodi [contatti sessuali con maschi adulti], la turberebbero. E’ difficile capire per quale ragione una bambina, a meno che non sia condizionata dall’educazione, dovrebbe turbarsi quando le vengono toccati i genitali, oppure turbarsi vedendo i genitali di altre persone, o nell’avere contatti sessuali ancora più specifici”.

Kinsey attinse i dati sulla sessualità infantile effettuando attivamente pratiche pedofile per le quali avrebbe dovuto essere legalmente perseguito. E fu anche un dichiarato sostenitore della pedofilia. Molto discutibili anche le sue frequentazioni: una fotografia lo ritrae in compagnia di un certo Kenneth Anger davanti ad una foto del mago satanista Aleister Crowley. Anger, regista di film come “Lucifer rising” e amico di Bobby Beusoleil della “famiglia” di Charles Manson, fu intimo amico di Kinsey e contribuì alle sue ricerche fornendo un filmato nel quale si masturbava. Questo era Alfred Kinsey.

Alle origini della teoria gender: John Money

Ancor più incredibile è che l’articolo di Mente e Cervello, prosegua illustrando come secondo faro degli studi di genere che ha “dimostrato” la validità degli stessi, il dottor John Money: “Si nasce maschi o femmine – spiegava Money – ma l’etichetta sociale che ci viene attribuita e il diverso modello educativo che viene impartito ai bambini e alle bambine interagisce con i fattori biologici…”

I nostri lettori conoscono bene la triste e tragica storia del povero Bruce-Brenda-David: nato nel 1965 e morto suicida nel 2004, fu sessualmente riassegnato al sesso femminile a causa della perdita del pene durante una maldestra operazione di circoncisione. Money dichiarò che la terapia ebbe esito positivo. Tuttavia il sessuologo Milton Diamond scoprì che Reimer non si identificò mai con una donna e che dall’età di 15 anni prese a vivere come un uomo. Reimer stesso volle che la sua storia fosse resa pubblica affinché a nessun altro capitasse quello che era capitato a lui.

Le critiche che i fatti concreti e la comunità scientifica hanno rivolto a Kinsey e a Money non sono state riportate né da Mente e Cervello, né dalla rivista “Le Scienze”, del 28 ottobre, che cita come verità rivelata l’articolo di Mente e Cervello ...

Redazione

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