08/06/2016

Gender in Spagna: la dittatura LGBT contro il cardinal Cañizares

Quella del gender è una vera e propria dittatura, che impone con la forza i suoi dogmi e manda in carcere o al patibolo quanti le si oppongono.

No, non è un allarmismo ingiustificato. E innumerevoli fatti stanno a dimostrarlo (vedi, tra i tanti, alcuni esempi qui, qui, qui e qui).

In Spagna, Paese occidentale, membro dell’Unione europea, come noi di cultura latina, moderno, democratico, e così via, la lobby LGBT sta mostrando sempre più il suo vero volto violento, totalitario e intollerante.

Il cardinale Cañizares, arcivescovo di Valencia, sta subendo una autentica persecuzione. Persecuzione che vuole evidentemente essere esemplare per mettere a tacere ogni timido residuo di resistenza cattolica. In questi giorni sembra di rivivere gli anni della II Repubblica, quando i governi “rossi” volevano estirpare per sempre la Chiesa ed i suoi membri dal suolo spagnolo. E giusto ottanta anni fa iniziava nel Paese una sanguinosa guerra civile fomentata proprio dall’ideologia social-comunista, i cui eredi più fedeli oggi sono i militanti di Podemos e gli attivisti LGBT (nella foto sopra, alcuni miliziani rossi durante la guerra, mentre dissacrano paramenti sacri).

Tra vari interventi dell’arcivescovo, a suscitare grande scalpore è stata in particolare l’omelia pronunciata in occasione del Corpus Christi. In questa occasione Cañizares ha detto che la famiglia naturale è gravemente minacciata dall’ideologia più insidiosa e distruttrice di tutta la storia dell’umanità, ovvero il gender. Un’ideologia che i poteri mondiali cercano di imporre più o meno subdolamente con legislazioni inique alle quali non si deve obbedire. 

Il cardinale ha così invocato il diritto all’obiezione di coscienza di fronte alle leggi ingiuste. Una battaglia che ProVita sposa in pieno, nel suo corretto significato, e promuove da sempre (vedi ad esempio qui), perché sempre più minacciata.

Cañizares ha avuto persino il coraggio di attaccare certe ideologie femministe e di parlare di “impero gay”. Ovviamente il totalitarismo arcobaleno non poteva tollerare simili esternazioni.

Ecco allora che lo scorso 3 giungo l’associazione LGBT Lambda ha denunciato all’autorità giudiziaria, a nome di altri 55 gruppi, l’arcivescovo. Si è addirittura sfiorato il voto del Parlamento della Comunidad Valenciana su una mozione di condanna pubblica del porporato.

Cañizares non sin è fatto intimidire e continua la sua battaglia di libertà. Anche perché nella regione il governo di socialisti ed estrema sinistra sta predisponendo una Legge sulla transessualità. Il provvedimento impone l’ideologia gender nelle scuole. Vuole poi sanzionare (con multe fino a 45mila euro o con la privazione del contributo statale) tutte le scuole private parificate che non si adegueranno. Inoltre in base alla legge i minorenni potranno decidere di cambiare sesso, anche chirurgicamente, senza il consenso dei genitori. E il trattamento sarà a carico del sistema sanitario nazionale.

Per questo nei giorni scorsi in oltre 40mila sono scesi in piazza a Valencia per difendere le scuole paritarie cattoliche, la libertà di educazione dei genitori, e, in ultima analisi, i diritti dei bambini.

La Spagna “rossa” oggi è più potente che mai e la persecuzione contro Cañizares è soltanto la punta dell’iceberg. A difesa dell’arcivescovo di Valencia, però, si sono mosse molte associazioni che lottano per la vita e la famiglia e migliaia di spagnoli che ancora non hanno perso il buon senso e la ragionevolezza.

La situazione generale è comunque assai preoccupante e drammatica. Si respira la stessa aria in tutta Europa e nel mondo occidentale in generale. Non è proprio il caso né di far finta di nulla, girandosi dall’altra parte per non immischiarsi, né di frenare ogni resistenza con la scusa di costruire ponti e di dialogare. C’è una guerra in corso. E in guerra si deve combattere per sopravvivere.

Federico Catani


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