13/10/2015

Gender – Successo di padre Carbone a Rovereto

Una conferenza sul gender, che a detta di alcuni neanche esisterebbe, ieri sera ha riempito la sala della Fondazione Caritro di Rovereto.

La serata, promossa dal Coordinamento Famiglie Trentine e alla quale ha partecipato anche ProVita, ha visto impegnato in qualità di relatore il domenicano padre Giorgio Maria Carbone, molto apprezzato per la sua esposizione precisa e pacata, ma nel contempo assai articolata e decisa nei toni.

Nello spiegare all’attentissimo pubblico presente le varie sfaccettature e conseguenze dell’ideologia gender – o ‘genere’ che dir si voglia – padre Carbone è partito dal dato scientifico secondo cui siamo o XY o XX. Le alterazioni, a livello cromosomico, gonadico o fenotipico rispetto a questa norma non sono altro – ha infatti spiegato – che delle eccezioni patologiche, peraltro piuttosto rare.

Il domenicano si è quindi soffermato sul linguaggio, spiegando come molti cambiamenti socio-culturali passino dalle parole. In tal senso la progressiva riduzione, fino alla quasi totale cancellazione, dell’uso della parola ‘sesso’ in favore di ‘genere’ è un dato assai significativo e padre Carbone lo ha dimostrato andando a citare diversi documenti pubblicati dall’epoca del dott. Money in avanti.

Un cambiamento di linguaggio che è oramai approdato in diversi documenti ufficiali – anche questi citati dal relatore -, nei quali la parola ‘genere’ sembra essere comunemente accettata, e anzi preferita.

In quella che potremmo definire come la seconda parte della conferenza, padre Carbone ha offerto ai presenti una panoramica di diffusione della teoria del gender a livello internazionale, grazie a successivi documenti di carattere politico-istituzionale.

In chiusura il domenicano ha infine illustrato come l’ideologia gender apra alla pedofilia: una pratica ignobile, ma della quale già un anno fa illustravamo la progressiva diffusione.

Ieri sera a Rovereto hanno quindi vinto la cultura, il buonsenso e la forza di responsabilità. A dispetto del pensiero dominante che ci vorrebbe tutti neutral, cittadini senza pensiero e identità.

Redazione

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