23/07/2014

Gesù gay – Le origini del falso

Passati dieci anni dalla pubblicazione in Italia del romanzo “Il Codice Da Vinci” dovremmo aver acquisto la capacità di discernere dai contenuti autentici del Vangelo alle sciocchezze che girano, spesso sotto il nome di “vangeli apocrifi”. E coloro che invece non sono provvisti di una vasta conoscenza teologica e sulla vita di Gesù Cristo, almeno dovrebbero riuscire ad identificare ciò che porta con sé il puzzo della bufala.

Invece no.

Abbiamo riportato qualche giorno fa un’analisi dell’Avvocato Gianfranco Amato che, prendendo le mosse dalla denuncia presentata dai Giuristi per la Vita e da ProVita onlus nei confronti della Rai per lo spettacolo blasfemo del programma LOL, smaschera –qualora ve ne fosse ancora bisogno- la teoria propagandata dal Dott. Michael Ruse che descriveva un Gesù inequivocabilmente gay .

Andando più alla radice di questa fantasiosa versione dei fatti, peraltro pubblicata dal quotidiano The Guardian a cavaliere del primo di aprile, si scopre come il Ruse abbia attinto a prime mani da quanto scritto dal professor Morton Smith secondo il quale Gesù, oltre ad essere omosessuale, capitanava un gruppetto esoterico per entrare a far parte del quale era necessario sottoporsi a dei riti iniziatici in salsa gay.

Smith andava sostenendo questo alla luce di una lettera di un monaco del 700 che lui affermava di aver trovato nel 1958 all’interno di un libro nella biblioteca del monastero di Mar Saba in Palestina. Questa missiva avrebbe riportato copia di un frammento di una lettera scritta da San Clemente di Alessandria ad un certo Teodoro all’interno del quale si faceva riferimento ad una seconda versione del vangelo di Marco in cui si descrive la relazione tra Gesù ed un uomo molto simile a Lazzaro.

Peccato poi che di questa lettera non vi sia copia –stranamente è andata perduta- c’è solo  una fotografia scattata dallo stesso Smith. Copia fotostatica che, sottoposta nel 2005 alle analisi di un esperto in contraffazione, Stephen C. Carlson, è risultata essere un falso, sia per le tecniche utilizzate per realizzarla che per alcuni passaggi dei contenuti –tra cui l’inserimento di spiegazioni di un metodo di produzione del sale totalmente sconosciuto nel ‘700.

Nulla di nuovo sotto il sole, quindi. Ma ciclicamente l’umanità viene sottoposta a sciocchezze analoghe. Il crederci è, però, altra cosa. E ce lo spiega bene Massimo Introvigne il quale, parlando dell’argomento esposto, ha dichiarato: “Si crede facilmente alle bufale perché ci si vuole credere. Ci si crede non solo perché è politicamente corretto ritrovare l’omosessualità fra i primi cristiani, ma perché i presunti nuovi documenti sarebbero utilissimi a provare un punto centrale (ma falso) dell’esegesi biblica più ostinatamente progressista, denunciata da Benedetto XVI nella sua opera su Gesù.”

Non molti avranno seguito la disputa più o meno accademica sul tema; certamente maggiore sarà il numero di persone che guarda la RAI in prima serata e non vorremmo che, imbattendosi in programmi come quello oggetto della nostra denuncia, resuscitino vecchie e balzane teorie.

Redazione

 

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