29/06/2014

Giornalista pugliese: il feto non è un essere umano

Torniamo sul caso della giornalista pugliese che ha insultato pesantemente i bambini abortiti in un commento pubblicato sul suo giornalino on line in merito all’iniziativa dell’Associazione Pensiero Celeste riguardante la sepoltura dei bambini non nati.

La giornalista torna sulla questione e, invece di scusarsi per l’arroganza e l’inciviltà dimostrata, decide di palesare anche una buona quantità di ignoranza in materie biologiche, affermando semplicemente che un feto non avrebbe alcun diritto in quanto non è un essere umano.

Teorie, queste, proprie unicamente di alcuni gruppi di autocoscienza femminista degli anni ’70 ai cui contenuti le ormai vecchie militanti -evidentemente- sono ancora legate.

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La giornalista Maria Luisa Mastrogiovanni ha vergato sul giornale on line da lei stessa fondato un veemente attacco contro il progetto che prevede anche nel Salento, così come già avviene in altre parti d’Italia, la possibilità di dare sepoltura ai bambini abortiti, volontariamente o meno, piuttosto che mandarli all’inceneritore.
Lo ha fatto con parole di una insensibilità tale da sollevare la protesta indignata di migliaia di persone sui social network a partire proprio da quelle donne di cui la giornalista sembra volersi accreditare come paladina.
E perché tanta acrimonia?
Un feto, un embrione, invece, non hanno alcun diritto perché non sono un essere umano”, ha scritto la Mastrogiovanni; parole che nascondo un terrore pari solo al vuoto pneumatico dell’argomentazione che pretendono di sostenere.
Analisi grammaticale della frase: un feto, un embrione non sono un essere umano, scrive; i possibili significati della frase sono:
– l’embrione non è un essere
– l’embrione non è umano
– l’embrione non è né un essere, né umano.
Se A o B è falso, allora necessariamente anche C è falso.
Procediamo con ordine. L’embrione non è un essere? Che vuole dire essere un essere? Basta sfogliare il dizionario della lingua italiana e tra i significati del termine essere troveremo “ente”, cioè l’embrione significa che è un esistente, un essere che è. Potrebbe essere un non-ente? No, perché sicuramente ciò che occupa specifiche coordinate spazio-temporali è un ente, è un esistente, esiste. Non solo, è un ente vivente, dal momento che può morire od essere ucciso, quindi l’embrione è un essere, è un esistente ed è un essere vivente.
L’embrione non è umano? Vediamo le alternative. È un minerale? No. È un vegetale? Una felce, un cactus, un baobab, un ficus, una magnolia? No. È un animale? Sì, è un ente appartenente al regno animale. E di che animale si tratta? Un pesce? Un rettile? Un uccello? L’embrione a cui nel Salento si vuole dare sepoltura è un insetto? Se scorrerà i 25 livelli previsti dalla classificazione di Carl Nillson Linnaeus partendo dal dominio Eukariota, la Mastrogiovanni giungerà alla specie Homo sapiens. Se la vorrà interpellare il RIS per l’analisi del DNA ritengo improbabile che le risposta che le verrà fornita stabilirà che si tratta del DNA di un ornitorinco. Se nel 2329, scomparsa ogni traccia di vita per una catastrofe causata da un meteorite, degli alieni giunti sulla terra rinvenissero i resti di un embrione sepolto nel Salento e quelli della Mastrogiovanni pensa che essi li considerebbero appartenenti a due specie diverse?
“Mucchietti di cellule”, li ha chiamati. Non so dove la giornalista si sia documentata, ma ho la quasi certezza che le sia sfuggito ciò che scriveva la scienziata Helen Pearson sulla rivista Nature nel 2002: “Ciò che è chiaro è che i biologi dello sviluppo non considerano più gli embrioni precoci di mammiferi come informi mucchi di cellule”.
Allora, dimostrato che l’affermazione della giornalista pugliese è falsa, qualsiasi significato si voglia ad essa dare, si può essere certi che l’embrione e il feto generati da una donna sono sempre esseri umani. Il tentativo intellettualmente patetico, ma socialmente e moralmente agghiacciante di disumanizzarli è in re ipsa ed ha un unico scopo: privare i bambini abortiti, spontaneamente o no, persino della pietà loro dovuta. Se non si vuole avere rimorsi, se si vuole scacciare la vergogna è meglio evitare una pratica così suggestiva come la tumulazione, molto meglio ridurre gli esseri umani in cenere, un’idea che probabilmente funziona ed era stata testata dalle parti di Birkenau.

Renzo Puccetti

Fonte: Libertà e Persona

 

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