26/02/2014

Il vero sballo è vivere la vita

La nostra Associazione persegue lo scopo della difesa della vita senza se e senza ma. Siamo quindi lieti di pubblicare le riflessioni di un nostro giovane e valido collaboratore a proposito della distinzione delle droghe pesanti dalle leggere e la prospettiva di legalizzazione di queste ultime: non è un argomento strettamente “prolife”, ma è sicuramente “per la vita”

Di tanto in tanto la politica ama discutere dell’opportunità di legalizzare o liberalizzare le droghe leggere. Sul tema, inutile negarlo, c’è grande confusione, soprattutto (ma non solo) tra i giovani. Chi frequenta l’ambiente delle scuole superiori o dell’università sa bene qual è la situazione generale.
Il cattolico non può che sottoscrivere quanto insegna sul tema il Catechismo: «L’uso della droga causa gravissimi danni alla salute e alla vita umana. Esclusi i casi di prescrizioni strettamente terapeutiche, costituisce una colpa grave. La produzione clandestina di droghe e il loro traffico sono pratiche scandalose; costituiscono una cooperazione diretta, poiché spingono a pratiche gravemente contrarie alla legge morale» (n. 2291). Questo è l’insegnamento della Chiesa, ma basta la semplice ragione per capire che la droga fa male e che il suo uso va contro il bene comune e la vita umana.
Innanzitutto bisogna smontare quanto sostenuto dalla mentalità ideologizzata dominante, ovvero che non avrebbe senso equiparare le droghe leggere a quelle pesanti. Un’abbondante letteratura scientifica dimostra infatti l’infondatezza di tale asserto. L’assunzione di piccole dosi di cannabis provoca danni fisici e psichici, solitamente apre la strada al consumo delle droghe cosiddette pesanti, e mette in pericolo  la sicurezza altrui, perché i consumatori di queste sostanze possono più facilmente diventare violenti. Ora, poiché ogni uomo è moralmente tenuto a preservare la propria salute e l’incolumità altrui, se ne deduce che il consumo di qualsiasi tipo di droga è immorale. Non solo. La dignità umana consiste proprio nella padronanza di se stessi, mentre l’assunzione di stupefacenti, di qualsiasi tipo, spersonalizza, svilisce e degrada. Chiaramente un semplice “spinello” non porta subito allo “sballo”, ma è indubbio che chi vi ricorre desidera sperimentare proprio gli effetti di evasione dalla realtà, anche se poi non sempre ci riesce. Le intenzioni però sono importanti tanto quanto le azioni. Qualcuno obietterà che anche le sigarette e gli alcolici fanno male alla salute e possono portare ad effetti spersonalizzanti. Tuttavia, a questa osservazione rispondiamo che ciò è vero solo nel caso di abuso di tali sostanze e non per un loro uso limitato e contenuto. Chi beve una birra o un bicchiere di vino o fuma un sigaro, solitamente non lo fa con l’intento di “sballarsi”. La stessa cosa non si può dire invece per chi fa uso di cannabis.
Quanto invece alla proposta di legalizzare le droghe leggere per sottrarne lo spaccio alla criminalità organizzata, si dovrebbe replicare citando quel grande eroe della lotta alla mafia che fu il giudice Paolo Borsellino. In una conferenza del 1989, egli dichiarava che, anche qualora ciò avvenisse, il mercato clandestino continuerebbe ad esistere, in quanto sarebbe frequentato da chi non riuscirebbe ad avere rapporti con il mercato ufficiale, magari per ragioni di età. Per il giudice, inoltre, con la legalizzazione il mercato delle droghe pesanti verrebbe comunque alimentato. Borsellino concludeva dicendo: «Mi sembra che sia da dilettanti di criminologia pensare che liberalizzando il traffico di droga sparirebbe del tutto il traffico clandestino e si leverebbero queste unghie all’artiglio della mafia». Come si vede, Roberto Saviano e i radicali, convinti antiproibizionisti, hanno tutto da imparare. Ebbene, uno Stato che voglia difendere il bene comune e in primo luogo il diritto alla vita, ha il dovere di dire un NO secco, senza compromessi, alle droghe. Di qualunque tipo esse siano.

di Federico Catani

banner loscriptorium

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.