07/02/2014

La 194 e la 40 sono leggi mortifere: basta difenderle!

Insistono, D’Agostino (Avvenire del 3/1/14) e Casini, nell’affermare che i giudici sbagliano ad appellarsi alla 194 per riconoscere il diritto a selezionare e scartare gli embrioni malati, perché a loro avviso tale legge, almeno nella lettera, non sarebbe  eugenetica. Così si sono espressi dopo la recente questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Roma sulla legge 40.
Ora, è un fatto che gli aborti legali dei bambini malati aumentano di anno in anno. Ce lo dicono fonti del ministero della salute: dal 1990 al 2010 si è avuto un incremento del 182% del numero di aborti oltre il primo trimestre a fronte di una riduzione del 33,3% degli aborti generali.
Non meno inquietante è la realtà della legge 40. Malgrado i suoi “paletti”, essa non solo non è riuscita, come avrebbe dovuto, a limitare il ricorso alla fecondazione artificiale ma, al contrario, l’ha favorita. Sempre dai dati ministeriali, infatti, risulta un aumento di oltre il 50%, rispetto al 2005, del numero di coppie che si è accostato ad essa raggiungendo la cifra di ben 69.797 nel 2010.
Non solo. Questa pratica si è rivelata una vera beffa per le donne se appena un esiguo 18% di esse ha avuto la soddisfazione del bimbo in braccio. La stragrande maggioranza – l’82%! – è rimasta delusa dopo aver speso fiumi di soldi e messo a repentaglio la salute.
Un risultato modestissimo ma che è costato la distruzione di centinaia di migliaia di embrioni, ben 80.570 solo nel 2010, aumentati dal 2005 di ben 51%.
Insomma, un vero disastro che dovrebbe indurre chiunque abbia un po’ di buon senso a buttare nella spazzatura sia la 194 che la 40 che, insieme, provocano ogni anno la morte di circa 200 mila bambini.
Invece Casini e D’Agostino si ostinano a non riconoscere che i giudici, prima della Cassazione e poi del Tribunale di Roma, hanno ragione da vendere quando affermano che è preferibile eliminare l’embrione malato di pochi giorni che ucciderlo legalmente a 20/23 settimane. I 4 mila feti malati, abortiti ogni anno nel nome della 194, ne confermano la natura eugenetica come un fatto inoppugnabile. E a nulla servono le ipocrisie lessicali – che abbondano nella legge – sottilizzando che questi bambini sono uccisi non perché malati, ma per scongiurare il grave rischio per la salute psichica e fisica delle loro mamme. Sostenere il contrario significa adeguarsi alla logica menzognera della 194.
Quello di D’Agostino e di Casini è un sofisma che trae origine dal loro rifiuto di riconoscere che sia la legge 194 che la legge 40 sono profondamente ingiuste e disumane perché in contrasto col diritto naturale, oltre che con la legge di Dio e il Magistero della Chiesa.
E’ veramente troppo continuare a leggere sui giornali cattolici messaggi ambigui sulla Vita; è tempo della chiarezza. Come quella di Madre Teresa: a una mamma non può essere consentito di uccidere il figlio che porta in grembo, perché la pace nel mondo verrebbe compromessa. Se proprio non può tenerlo, dice, allora “datelo a me!.
Gridiamolo, finalmente: la legge 194 e la legge 40 vanno abrogate!
Le mamme che non sopportano una maternità partoriranno i loro figli e li daranno in adozione. Niente più morti per aborto, niente più embrioni distrutti.
E le 70 mila mamme sterili saranno tutte (altro che il 18%!) finalmente felici di avere un bimbo da amare. Altrettante saranno felici per non aver abortito. Altre si terranno il figlio – e saranno anch’esse felici – perché l’aborto sarà vietato dallo Stato (che però le aiuterà di più e meglio nella loro maternità).
E’ così difficile puntare a questo ovvio obiettivo anziché ricorrere, come fanno D’Agostino e Casini (cui guardano, ossequiosi, troppi articolisti di Avvenire e Famiglia Cristiana), a contorsioni giuridiche pur di difendere due leggi di morte? E’ un mistero.
Credo vivamente che il nuovo corso pro-life inaugurato con le Marce per la Vita debba far suo questo obiettivo, magari scrivendolo a chiare lettere in un manifesto.
Tremo al solo pensiero che la sua vitalità ed entusiasmo possa spegnersi, come tristemente insegna la storia del declinante del Movimento per la Vita.
Giovanni Paolo II, il grande Papa della Vita prossimamente Santo, saprà illuminarci.
 
Carlo Principe – Presidente del CAV di Benevento

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