19/02/2014

La modifica del foglietto illustrativo della “pillola del giorno dopo”: è un nuovo segno di libertà?

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio la revisione del foglietto illustrativo della pillola del giorno dopo a base di Levonorgestrel, con la quale l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha cancellato la dicitura “il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto” sostituendola con “inibisce o ritarda l’ovulazione”. Sembra così che tale modifica metta la parola fine ad ogni dubbio sull’azione del farmaco: questa pillola non può più essere considerata un abortivo, ma un semplice contraccettivo.
In questi giorni si sono espressi autorevoli medici e ricercatori a favore e contro questa decisione. Il loro parere ha fatto sorgere numerosi dubbi sull’iter seguito all’interno dell’AIFA ed in particolare dell’EMA (European Medicines Agency). Anche chi ha gioito all’annuncio, non ha saputo dare riferimenti scientifici adeguati per avvalorare la scelta. L’unica cosa certa è l’apparente scomparsa dell’appiglio che permetteva ai farmacisti e soprattutto ai medici obiettori di negare la somministrazione della contraccezione d’emergenza. Questo fatto, salutato come la vera novità, rischia di diventare l’ennesimo attacco alla libertà personale degli operatori sanitari nelle loro scelte etico-professionali. Desidero ricordare che l’obiezione di coscienza appartiene ai diritti inviolabili dell’uomo ed ha fondamento nella nostra Costituzione: minare ed abbattere questo diritto va a scapito anche di coloro che sono contrari alla sua applicazione, in quanto viene limitata la libertà di tutti, nessuno escluso, e si annienta il valore dell’indipendenza dell’individuo e della sua ragione morale.
Non voglio entrare in merito a valutazioni scientifiche o giuridiche, poiché altri si stanno interessando a questo e presto vi saranno sviluppi in tal senso. Credo però che valga la pena porsi alcune legittime domande.
Già nel 2001 il TAR del Lazio si era espresso sul contenuto delle informazioni presenti nel foglietto illustrativo della pillola del giorno dopo, imponendo alle ditte produttrici di inserire con chiarezza, tra i meccanismi d’azione, che il farmaco può impedire l’impianto dell’ovulo fecondato. Questo per garantire una corretta informazione alla donna che può così decidere in base ai propri orientamenti etici e morali. Mi chiedo allora come sia stato possibile aggirare una sentenza di un tribunale senza che apparentemente vi siano delle evidenze scientifiche tali da giustificare un atto simile. Negli ultimi anni la letteratura scientifica a livello nazionale ed internazionale, ha evidenziato la natura abortiva di queste pillole o non ne ha escluso la possibilità. Sarebbe quindi importante rendere pubblici nuovi studi che possano confutare queste tesi, ma per ora nessuno ne è a conoscenza, neppure la stessa AIFA. È quindi lecito chiedersi in che modo siano giunti alla modifica della scheda tecnica, non solo in Italia, ma soprattutto in Europa. La mancanza di una discussione o confronto in una Commissione tecnico-scientifica come atto preliminare per una decisione consapevolmente maturata, non gioca a favore dell’assoluta correttezza del processo di revisione.
Come farmacista sarei ben felice se potesse essere provata, senza il minimo dubbio, la completa natura contraccettiva del Levonorgestrel. Ma fino a quel momento rimango con i miei dubbi e le mie certezze. Se questa modifica del foglietto illustrativo avrà come unico vero effetto quello di impedire a medici e farmacisti di appellarsi all’obiezione di coscienza, principi di libertà e civiltà verranno calpestati per immolare i più preziosi diritti umani in onore di un nuovo dio sconosciuto. Questo gran segno di conquista civile ci renderà tutti più poveri e più schiavi, anche se non mancherà chi ancora griderà alla vittoria. È dunque questo un altro passo verso un futuro migliore?

Dr. Giorgio Falcon
Delegato Regionale dell’UCFI per il Triveneto

Festini

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