28/06/2015

LGBT: quanto male di vivere dietro l’ostentata “gaiezza”...

Chi ha frequentato l’ambiente LGBT per anni, dal di dentro, in modo convinto e da protagonista di successo, testimonia la tristezza e la sofferenza che ci sono dietro l’ostentata gaiezza degli attivisti gay: lussuria, esoterismo, e persino satanismo, possono essere espressioni ”normali” di personalità ferite.

Un testimone così scomodo, ovviamente, subisce persecuzioni di ogni genere ed è silenziato dai media (o al massimo deriso e sbeffeggiato). 

Noi riteniamo che la sua testimonianza vada ascoltata: si tratta di Luca Di Tolve ...

Altro che gaiezza, il mondo omosessuale è profondamente triste, il riflesso di un disagio profondo. Oggi è politicamente corretto affermare che il disagio nasce dall’ostilità dell’ambiente, dall’omofobia di chi è intorno, dalla discriminazione. Ma non è così: altrimenti come si spiega che questo disagio – che si traduce ad esempio in un tasso di suicidi molto superiore alla media – esiste anche in città emancipate come San Francisco o anche in Stati dove da anni c’è possibilità di sposarsi, di adottare figli? La verità è che il disagio nasce perché non ti senti come gli altri; sei a scuola e fai di tutto per cercare di essere uguale agli altri, ma non lo sei. È la stessa condizione di una persona che vuole correre ma senza una gamba.

Quando ero nell’ambiente si respirava quest’aria di malessere. È per questo che mi odiano, perché sono un testimone chiave di questo malessere, avendo vissuto molti anni anche ai vertici dell’Arcigay e partecipato a riunioni internazionali. Già vent’anni fa ho visto il futuro: quello che oggi succede qui, negli Stati Uniti era già normale allora.

C’è un disagio, c’è una ferita profonda, altrimenti non farebbero tutto quello che fanno.

Divertirsi a tutti i costi, non potere neanche parlare di quel che si sente dentro, è un sintomo forte di disagio. E questo si manifesta in una vulnerabilità incredibile, ti porta ad avere un profondo senso d’inferiorità e anche un senso di rivalsa e di invidia. Ho raccolto tutte le biografie dei vari cantanti omosessuali, ebbene loro lo raccontano pubblicamente: «Io volevo essere quel ragazzo lì», «volevo essere in quel modo», «ho sempre cercato..., ho sempre amato..., odiato...». È una progettualità che non si è mai evoluta, che non è mai fiorita. C’è dietro una crisi emotiva che si è fermata lì, è come un bimbo che cresce fisicamente ma dal punto di vista affettivo rimane lì. E così dentro di te scoppia una rivalsa nei confronti del mondo o una rivolta verso te stesso. La ferita che si portano dentro diventa l’impossibilità di fiorire nella propria identità.

E questo porta a quello che possiamo vedere: aggressività da una parte (basta vedere le reazioni a chi sostiene le ragioni della famiglia naturale o anche all’interno del mondo gay, come nel caso di Elton John contro Dolce e Gabbana), ostentazione della contentezza dall’altra. Ma è una contentezza falsa, quando ci sono problemi di questo genere ti unisci a dei gruppi, continui a mettere su questa maschera, perché lo fanno gli altri, ti adegui. Nei film di Ozpetek questa disperazione viene fuori: si tira cocaina, si fa sesso. La lussuria è una delle più comuni espressioni di questo disagio, è una risposta all’incapacità di relazionarsi in modo normale. Non per niente la proposta principale delle associazioni gay sono locali da divertimento, saune, creare soprattutto una dipendenza dal gruppo che genera attività commerciali.

È UN AFFARE ECONOMICO

Proprio l’aspetto economico è una cosa che andrebbe capita. Le associazioni gay non hanno mai fatto nulla per aiutare le persone omosessuali, per togliere le persone dalla strada, offrire un supporto a persone in difficoltà, aiutare le persone colpite da Aids. Anche nel periodo storico in cui tanti morivano di Aids, ad esempio, l’Arcigay non ha mai fatto nulla per questo. L’unico interesse era ed è far tesserare le persone, perché poi questo dà un potere politico. E creare un gigantesco intreccio economico-finanziario. 

Con la loro vulnerabilità, le persone con tendenze omosessuali diventano facilmente pedine di un gioco economico molto più grande, che genera grandi flussi di denaro e un forte controllo sociale e politico. Faccio un esempio: anch’io, a suo tempo, avrei potuto sfondare nel mondo dello spettacolo, approdare da Maurizio Costanzo o in qualche programma della serie. C’è una trafila classica che parte dalle chat line erotiche. Ti avvicina gente facoltosa, che ti chiede di fare da prestanome per aprire una chat; come ricompensa ti promettono di farti vincere qualche concorso, di farti diventare cantante, ti imbucano in qualche programma tv. E così si muovono gli affari.

Altri si danno all’esoterismo, ci sono anche esempi di satanismo di cui sono stato testimone diretto. In ogni caso tanti si mettono a fare i maghi, i cartomanti, gli pseudo-astrologi, vanno in tv e poi quando vai nei loro studi ti chiedono “paccate” di soldi. La diffusione dell’omosessualità è funzionale a questi interessi economici, anche l’Aids è diventato un affare per le compagnie farmaceutiche.

Ed è anche per questo che vengono così avversate le strade che possono aiutare davvero le persone a ritrovare il proprio equilibrio. È davvero triste assistere a questo spettacolo, sapere che ci sarebbero i mezzi per aiutare tante persone che vivono questa sofferenza e vedere che vengono impediti per mantenere questa forma di controllo, di potere.

IL CONTROLLO POLITICO

Certo, insieme a quello economico c’è anche l’interesse politico. Dice nulla che la cantante Lady Gaga, icona del mondo gay, sia arrivata a Roma con Hillary Clinton? Fare le cose in modo naturale, mettere al mondo i figli come sempre si è fatto, costa poco, lo si fa da soli e il legame familiare è un antidoto al potere. La fedeltà non fa circolare soldi. Invece vogliono che le persone siano dipendenti, succubi della tecnoscienza, che si facciano cose che servono gli interessi economici e politici di chi comanda. A parte le questioni morali, fate semplicemente un confronto di costi tra il parto naturale e la fecondazione artificiale o l’utero in affitto. La diffusione dell’omosessualità è funzionale a questo progetto, proprio perché si tratta di persone ferite, sole, estremamente vulnerabili.

Qualcuno obietterà: ma ci sono legami anche fra persone omosessuali, ci sono relazioni di coppia stabili anche fra di loro. Bene, però chissà perché nessuno ha mai fatto un’inchiesta per andare a vedere che fine hanno fatto quelle coppie che si sono “sposate” tanti anni fa, i 50enni o i 60enni. C’è una unità nel mondo gay che è di facciata, che è soprattutto un legame di interessi (come per esempio nel mondo del lavoro), ma in realtà è un’altra cosa, ci si fa male l’uno con l’altro, anche nell’amicizia. Anzi, in fondo non esiste neanche l’amicizia tra gay e gay. Tu sei amico perché esci con quella persona, ma poi molto spesso ti rubano i soldi: a una mia amica le rubavano i vestiti ogni volta che andavano a trovarla. Non sono casi isolati, ma è la norma. E nei rapporti affettivi domina l’instabilità, anche quelli che restano insieme alla fine diventano due amiconi, rimangono insieme per interesse o per lavoro, e ognuno si fa i fatti suoi. Rimangono insieme perché la solitudine è tremenda, ma di quelli che non ce la fanno a nessuno interessa.

UN ATTACCO A DIO

Grazie alla conversione, alla preghiera, ho potuto vedere con chiarezza tutto quello che avevo vissuto, ho potuto riconoscere che questa è una guerra economica e finanziaria contro Dio. Il discorso economico è quello immediato, fa gola a tutti, ma dietro questo c’è l’azione del Maligno, l’uomo che ha sempre cercato di fare tutto da solo, di escludere Dio. E invece «senza di me non potete fare nulla».

Questo appare più evidente quando si consideri la causa principale che ferisce le persone e le porta all’omosessualità: la mancanza del padre. Anche della madre, ma soprattutto del padre. Vale per i maschi ma anche per le femmine, perché una ragazza che vede sua madre picchiata o che sperimenta l’assenza del padre sarà portata a odiare il maschio. Ebbene, non avendo un rapporto col padre non riesci neanche a stabilire un rapporto con Dio Padre.

Io, ad esempio, devo ringraziare Maria, perché è lei che mi ha portato a Gesù, ma all’inizio ero proprio arrabbiato con Dio, non potevo parlarci. Ci sono voluti anni per recuperare questo rapporto. Così si comprende come la diffusione dell’omosessualità e l’attacco a Dio siano due facce della stessa medaglia. E si comprende anche come la distruzione della famiglia, la sua debolezza sia una causa dell’omosessualità: tanti ragazzi ad esempio sono abusati, è una ferita enorme che produce questi risultati. Ma oggi cresce anche l’omosessualità culturale, sociale, ovvero la spinta che viene dalla società che porta a considerare l’omosessualità un’opzione come un’altra. Così, per un adolescente basta che vada male con una ragazza, che si è spinti magari a provare con un ragazzo. Uno pensa così di risolvere un problema di relazione, invece pagherà un prezzo altissimo.

Luca Di Tolve

Titolo originale: L’impossibile normalità

Fonte: Il Timone, aprile 2015

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