18/05/2016

Medicina della speranza: terapia fetale, hospice perinatale

Il convegno “Custodire la vitadi cui abbiamo parlato qui, si terrà il 25 maggio al Policlinico Gemelli di Roma. Sarà protagonista la “medicina della speranza”.

Per presentare il Convegno, la terapia fetale, l’attività dell’Hospice perinatale del Gemelli e la Fondazione “Il Cuore in una Goccia”, cui abbiamo dedicato il numero di maggio della nostra rivista mensile Notizie ProVita, leggiamo cosa scrive il prof. Giuseppe Noia.

Che si tratti di “medicina della speranza” si comprende bene leggendo questa breve presentazione.

Che il ruolo della medicina e del medico debba essere votato alla difesa della vita, sempre, anche quando secondo i canoni sociali quella vita non è ritenuta “degna d’essere vissuta”, è un dato che purtroppo oggi non è più scontato, visto l’influsso mefitico della cultura della morte che pervade il nostro Occidente, che in apparenza è salutista, ma in sostanza è viziato, corrotto e decadente.

Qui potete scaricare il programma del Convegno.

La terapia fetale nasce con l’avvento della medicina fetale 40 anni fa. In tutto il mondo le tecniche ultrasonografiche sono diventate elemento basilare per guidare approcci invasivi verso un compartimento fetale e apportare una serie di atti diagnostici e terapeutici finalizzati a trattare il feto come un paziente a tutti gli effetti.

I successi ottenuti nel Centro di Diagnosi e Terapia Fetale del Gemelli attuando la cosiddetta terapia fetale integrata, dimostrano che anche in gravi patologie feto-neonatali, ci sono possibilità di intervento per ridonare capacità gestazionale a tutte quelle famiglie gravate da una diagnosi infausta.

L’Hospice Perinatale ha un impatto culturale fra due modi di pensiero antropologicamente opposti: il primo vive dell’illusione che eliminando il sofferente si possa eliminare la sofferenza, il secondo invece nel rispetto più totale della preziosità della vita umana, senza guardare alle dimensioni dell’essere umano ma solamente al suo valore, cerca di prevenire le malattie, cerca di curarle, cerca di limitare i danni fisici e psicologici del malato e delle famiglie, cerca di lenire la sofferenza fisica e psicologica, forte dell’assunzione di tre metodologie per affrontare la sofferenza umana: I prevent, I cure, I relief (prevenire, curare, lenire il dolore). Ma tutto questo esprime il concetto della solidarietà umana, della medicina condivisa, e si traduce in un’unica espressione: I care (mi predo cura di te). Il quadro generale ha segnato quindi un passaggio che nella medicina fetale è diventato una eccellenza etica della nostra istituzione: l’Hospice Perinatale non è un luogo ma è un modo di curare il feto e il neonato. Anche nelle condizioni patologiche più estreme si può dare speranza di prevenzione, cura e sollievo del dolore accompagnando non solo il feto con tutto l’approccio scientifico e clinico ma anche le famiglie. È questo il vero fondamento della medicina della speranza.

Giuseppe Noia


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