Da bambini quando si giocava in strada col pallone insieme agli amici ed ai vicini di casa, occorreva dribblare cartacce lasciate in giro da chi mordicchiava la colazione per poi abbandonare a terra lo scarto. Ciò che ho visto l’altro giorno (l’immagine che trovate in questo articolo), però, ha attratto la mia attenzione: una confezione appena gettata via di Norlevo.
Sono rimasto stupito. La cosiddetta ‘pillola del giorno dopo’ gettata così, come fosse la confezione vuota di una caramella; lì sull’asfalto giaceva ormai usata, vuota del suo contenuto, ormai parte del corpo di una donna che ne aveva fatto uso.
Una compressa velenifera ma venduta tranquillamente, senza dare adeguata informazione degli effetti abortivi e degli altri effetti collaterali, definita molto superficialmente come semplice “contraccezione di emergenza”.
E subito sale alla mente l’immagine della ragazza che, dopo una serata ‘sopra le righe’, ha consumato un atto così profondo e importante, magari senza ricordarsi neanche il corso degli eventi.
Amaro è il constatare che la scatola della “pillola del giorno dopo” ha tragicamente preso il posto delle poesie dei Baci Perugina; il ricordo romantico di un incontro serale tra un principe e una dama ha lasciato il posto al segno volgare di un semplice e banalizzato incontro sessuale tra un maschio e una femmina.
Avvilente immaginare la ragazza che, forse senza neanche chiedersi quali siano le controindicazioni della compressa, manda giù il confetto con un sorso d’acqua, butta via la vita sua e di chi forse è stato concepito in quel “giorno prima” di cui probabilmente non ricorda più granché e, più di ogni altra cosa, non se ne cura più di tanto.
Come la caramella di quando era bambina.
Gettando la carta in strada; passando oltre.
Newlife
