24/05/2015

Quelli che… l’ideologia gender non esiste

Scriveva un amico: “Molti pontificano sul web che l’ideologia gender non esiste. È un’invenzione dei bigotti omofobi, di gente antica e ammuffita…

Sembrano don Ferrante – quello dei Promessi Sposi – che continuava a negare l’esistenza del contagio di peste, finché non ne è morto.

Invece l’ideologia del gender non solo esiste, e cercano di imporla nelle scuole, ma è pure costantemente smentita (non la sua esistenza ma la sua consistenza) dalle ricerche scientifiche”.

Il gender, infatti, è un concetto che di fatto dà origine ad una ideologia. Fa molto specie quando si rimanda, per ribadire l’insensatezza della terminologia “ideologia del gender” al documento dichiarativo della AIP, il quale però dichiara una cosa ben diversa, che cito: “L’AIP ritiene opportuno intervenire per rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole italiane e per chiarire l’inconsistenza scientifica del concetto di ideologia del gender”.

Infatti nessuno ha mai sostenuto che l’ideologia di gender sia un concetto con base scientifica.

Ciò che si è sempre sostenuto è che l’ideologia del gender sia un’idea, una causa, che promuove erroneamente l’anteposizione del “sesso auto percepito” a quello biologico.

Niente di scientifico, pura ideologia appunto. Si cerca di attribuire agli oppositori l’invenzione del concetto di ideologia di gender, ma non è così… esiste un concetto di gender, riconosciuto e discusso a livello accademico da filosofi, sociologi, e psicologi, da svariati decenni; esistono studi (gli studi di genere) che si occupano di analizzare l’applicazione del modello gender ai vari aspetti sociali, ed esiste la ideologia o teoria del gender (che viene proprio da questi studi e dal volerli estendere e soprattutto applicare, visto che storicamente son sempre stati solo teoria per ambienti di nicchia), cioè l’ideologia/teoria secondo la quale a caratterizzare una persona non è tanto il suo corredo cromosomico e quindi il suo fenotipo, quanto la percezione che questa persona ha di sé a livello interiore in ambito sessuale, sia per funzione che per ruolo sociale.

È interessante notare che perfino la tutt’altro che imparziale enciclopedia on line Wikipedia ricorda come anche un ateo come Michel Onfray, pur appoggiando i diritti LGBT e il femminismo, ha criticato l’insegnamento della teoria gender nelle scuole, sostenendo che sottragga spazio all’insegnamento della filosofia, della lingua e della matematica. Egli ha denunciato l’insegnamento della teoria agli studenti, e più in generale un’inversione delle priorità della scuola. Bludental

Di fatto non si tratta quindi di soli studi settoriali o di pure teorie, come qualcuno vorrebbe sostenere, ma di qualcosa di più e di ben diverso. La questione è ideologica. 

Si dirà allora: “Chi è che vuole negare l’esistenza e la differenza tra maschi e femmine? E quando sarebbe successo?” Rispondere è facile: “nessuno e mai”.

Invece come è evidente è successo, e succede ogni giorno: nel dire che per crescere un bambino non conta il sesso ma solo l’amore per il figlio, si sta negando la differenza tra maschio e femmina nel loro ruolo formativo e nel contributo che i due singoli sessi possono dare al bambino in ogni ambito, ognuno proprio grazie alle peculiarità dell’essere uomo o dell’ essere donna.

Uomo e donna rispondono diversamente agli stimoli, hanno metri di giudizio diversi, reagiscono e interiorizzano diversamente, come anche diversamente manifestano le loro reazioni e diversamente trasmettono gli insegnamenti a chi hanno di fronte; un figlio o una figlia, davanti al diverso modo di reagire, di comunicare, dei due genitori di sesso diverso, si formano un bagaglio emotivo ed intellettivo più completo.

Allora no, non siamo “pazzi per il gender”, siamo spaventati dalla propaganda dell’identità di genere, da ciò che sta causando, e da ciò che vuole ottenere. E, vedendo cosa sta succedendo in qualche stato europeo, abbiamo ragione di esserlo.

Francesco Giacopuzzi

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