12/02/2017

Sentinelle in Piedi: cronaca della veglia di Sanremo

Un centinaio di persone hanno partecipato ieri pomeriggio a Sanremo, nella passeggiata a mare, alla veglia silenziosa delle Sentinelle in Piedi. In contemporanea, un’altra veglia si è tenuta a Trieste.

«Siamo qui, oggi, per una testimonianza di libertà e di giustizia – ha detto il portavoce nel discorso iniziale -. Siamo qui per dire che a noi piace il Festival della canzone italiana, ma non il Festival dell’utero in affitto e della compravendita dei bambini, pratica illegale e, soprattutto, ingiusta. Non ci piace il Festival che oscura la verità sul matrimonio, sulla famiglia, sulla natura umana, e sulla generazione della vita. Non ci piace il Festival usato a fini politici, per promuovere comportamenti e stili di vita contrari al bene dell’uomo. Non ci piace il Festival che fa l’occhiolino alle lobby Lgbt, e che facilita la diffusione della loro agenda nella società».

Facendo riferimento agli ospiti Ricky Martin e Tiziano Ferro, il comunicato ha evidenziato che «Rai Uno ha pagato profumatamente – con i nostri soldi – almeno due uomini che hanno annunciato che presto schiavizzeranno una donna, e compreranno il prodotto finito – un bambino – strappandolo a colei che l’ha portato in grembo nove mesi. E se lo porteranno a casa, chiamandolo figlio».

«È accettabile tutto questo? Per le Sentinelle in Piedi – come per la grandissima parte degli italiani – no. [...] A Carlo Conti e a Maria De Filippi, al direttore di Rai Uno e alle autorità italiane ribadiamo che, nel nostro Paese, la pratica dell’utero in affitto è illegale, e quindi andrebbe punita, non celebrata, tanto meno pagata con i soldi dei contribuenti. Le donne non sono dei grembi da schiavizzare, i bambini non sono merce».

Mettendoci la faccia, anche a nome di tanti altri, oggi qui ricordiamo che l’utero in affitto è una delle conseguenze dell’ideologia del gender, per la quale non c’è differenza sostanziale tra maschio e femmina. Tale ideologia mette al centro di tutto l’io sciolto da ogni legame, anche con la propria natura. Persino la famiglia viene ridefinita a piacimento, oggi con le cosiddette “unioni civili”. E questo errore apre la strada a qualsiasi orrore, in particolare a danno dei più deboli, ad esempio i bambini, che hanno bisogno di una famiglia per crescere, così come nascono.

L’ideologia gender – di cui si nega l’esistenza, per poterla diffondere meglio – viene propagandata sui media e nelle scuole, negli spettacoli teatrali e in varie lezioni definite di educazione sessuale o affettiva e di lotta al bullismo e alle discriminazioni. Dietro a questi bei nomi, spesso si nascondono insegnamenti non corretti, su argomenti intimi e delicati, che rischiano di creare confusione e ferite, specie nei giovani. La scuola non può sostituirsi alla famiglia nell’educazione. Eppure, ogni iniziativa per rimettere la famiglia al centro dell’educazione viene sistematicamente e strumentalmente attaccata, anche qui in Liguria.

«Un giorno – ormai non più tanto lontano – questi bambini ci chiederanno: dove eri tu, mentre noi venivano strappati alla mamma e trattati come oggetti? Siete pronti a rispondere?».

Un popolo oggi si è alzato in piedi, in una testimonianza composta e coraggiosa, che ha colpito molti passanti – ha detto il portavoce al termine della veglia -. Tra questi, casualmente, c’è stata anche una delle fondatrici dei veilleurs debut, movimento francese ispiratore delle Sentinelle in Piedi italiane. Ci ha ringraziati e incoraggiati a proseguire la battaglia, che non è solo nazionale, ma europea e mondiale. Ha detto che tra poco i francesi saranno chiamati alle urne per un importante appuntamento elettorale. In questa situazione, ci ha esortati ad essere consapevoli che la testimonianza pubblica, in piazza, è fondamentale per resistere a questa deriva che intende rivoluzionare le fondamenta stesse dell’umano.

Francesco Bellotti



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