06/12/2013

Sì alla famiglia

Sì alla famiglia. Leggi sull’omofobia e sulle unioni omosessuali: i pericoli dell’ideologia e della propaganda di generewww.siallafamiglia.it

Un popolo del «sì»

Lo ha detto Papa Francesco, nel videomessaggio per l’iniziativa «Dieci piazze per dieci comandamenti», con parole che certamente valgono anche per i non cristiani e i non credenti: i Dieci Comandamenti, che tutelano la vita, la famiglia e la dignità della persona, rivolgendosi alla ragione prima ancora che alla fede, «non sono un inno al “no”, sono sul “sì”. […]  Il “sì” all’Amore, e poiché io dico di “sì” all’Amore, dico “no” al non Amore, ma il “no” è una conseguenza di quel “sì”». Per dire sì all’amore e alla famiglia, oggi è necessario dire anche qualche no.

Per questo ci siamo uniti, per proporre a tutti un sì alla famiglia e a tutto quanto la promuove o la rafforza, e un sì anche all’accoglienza nella società e nelle comunità religiose – con rispetto – delle persone omosessuali, ma insieme un no al «matrimonio» e alle adozioni omosessuali, all’introduzione della cosiddetta ideologia di genere nelle scuole, e a una legge sull’omofobia la quale, introducendo un reato di opinione che rischia di mandare in prigione chi esprime con pacatezza idee contrarie ai «poteri forti» e alle lobby dominanti, ferisce gravemente la libertà di espressione. Non stiamo mettendo insieme cose diverse. Se avessimo avuto dei dubbi, ce li ha tolti l’intervista a L’Espresso del 26 agosto 2013 del relatore e principale promotore della legge contro l’omofobia, l’onorevole Ivan Scalfarotto, secondo cui tra questa legge e quella sul «matrimonio» omosessuale «una viene logicamente prima dell’altra».

Omofobia

all’accoglienza rispettosa delle persone omosessuali, evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione e colpendo severamente chi si macchia di atti di violenza, chi minaccia, chi insulta le persone omosessuali

a punire in modo più grave chi aggredisce, minaccia e insulta un omosessuale in quanto omosessuale – come un cristiano in quanto cristiano, un immigrato in quanto immigrato, e così via

alla puntuale applicazione delle leggi in vigore che già puniscono le violenze, gli insulti e le minacce agli omosessuali e applicano a chi compie questi reati contro un omosessuale in quanto tale l’aggravante dei «motivi abietti»

No a una legge contro l’omofobia che non si limita a incriminare e punire minacce, insulti e violenze contro gli omosessuali – il che, assolutamente giusto, è già previsto dalle leggi in vigore – ma inventa unreato di opinione che punisce con la reclusione, fino a un anno e sei mesi, chi propaganda «idee discriminatorie fondate sull’omofobia». Non vogliamo che vada in galera chi, per esempio, ripete con ilCatechismo della Chiesa Cattolica che gli atti omosessuali sono «contrari alla legge naturale» e «in nessun caso possono essere approvati». Siamo consapevoli che nella società italiana esistono sul punto opinioni diverse. Ma davvero si ritiene giusto che sia sufficiente esprimere su questo tema, educatamente e senza violenza, tesi altre da quelle «politicamente corrette» per finire in prigione?

Educazione contro l’omofobia nelle scuole

a campagne serie di prevenzione e repressione del bullismo nelle scuole e di ogni aggressione fisica o verbale rivolta contro chi è «diverso», si tratti di allievi ritenuti a torto o a ragione omosessuali, di disabili, di cristiani in classi dove nessuno va in chiesa, di immigrati

a un’educazione che – superando la mera istruzione e la semplice retorica – aiuti tutti gli studenti ad apprezzare il valore intrinseco e assoluto di ogni persona umana, in quanto tale e a prescindere dalle sue caratteristiche o atteggiamenti

a un’educazione all’affettività che tenga conto delle numerose problematiche e sfide che la società odierna pone, ma che non si riduca a semplice iniziazione o informazione sessuale e rispetti le diverse sensibilità, comprese quelle religiose

No all’indottrinamento obbligatorio all’ideologia del gender, secondo la quale uomini o donne non si nasce ma si diventa e, liberandosi dai «condizionamenti» dell’anatomia, ogni ragazzo o ragazza sarebbe chiamato a scegliere liberamente se vuole essere uomo o donna – e no, certamente, a iniziative grottesche come quelle che, per non offendere vere o presunte sensibilità omosessuali, in diverse città italiane aboliscono la Festa della Mamma o la Festa del Papà, o sostituiscono «padre» e «madre» con «genitore 1» e «genitore 2» e simili

«Matrimonio» omosessuale

al riconoscimento che da ogni convivenza derivano diritti e doveri, applicando le norme in vigore che in Italia tutelano ampiamente i conviventi, anche omosessuali, in materia di ospedali, carceri, subentro nei contratti d’affitto, ove necessario introducendo ulteriori aggiustamenti pratici di tipo amministrativo o civile

alla promozione della famiglia formata da un uomo e da una donna, trascurata da troppo tempo e da troppi governi, anche attraverso l’introduzione di un fisco che sia davvero a misura di famiglia

a misure che favoriscano la maternità, tutelino le famiglie numerose, prendano atto che in Italia la denatalità è un problema drammatico, con gravissime conseguenze economiche e sociali

No al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, né come «matrimonio», perché il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna, né come «unioni civili» perché, in tutti i Paesi dove le unioni civili sono state introdotte, non si è mai trattato di alternative ma solo di battistrada per preparare il passaggio al «matrimonio» omosessuale. Non è vero che il «matrimonio» omosessuale non danneggia nessuno: la presenza di più modelli alternativi di famiglia danneggia la famiglia, che mai come oggi ha invece bisogno di essere preservata e difesa. E non è vero che i cristiani cercano d’imporre un loro modello agli altri: come recita anche l’articolo 29 della Costituzione italiana, quello della famiglia come «società naturale» è un modello ampiamente condiviso, che deriva appunto dalla legge naturale e non da norme specificamente religiose.

Adozioni omosessuali

all’accoglienza piena e affettuosa nelle scuole e in ogni altra istituzione di ogni bambino, qualunque scelta abbiano compiuto i suoi genitori e con chiunque si trovi a vivere

a un riesame delle norme sull’adozione, il quale eviti le interminabili lungaggini burocratiche che impediscono a molte coppie formate da un uomo e da una donna di adottare, come vorrebbero, un bambino

a una severa vigilanza perché nessun bambino, dovunque si trovi, debba subire privazioni, violenze e abusi

No all’adozione da parte di coppie omosessuali. Non mettiamo in dubbio che queste coppie possano desiderare di adottare un bambino e credere sinceramente di poter essere buoni genitori. Ma siamo convinti che, per crescere con l’indispensabile consapevolezza di quanto bella e ricca sia la differenza fra l’uomo e la donna, ogni bambino abbia bisogno di un papà e di una mamma. A chi obietta che è meglio per tanti bambini essere adottati da coppie omosessuali che restare in orfanatrofio, rispondiamo che migliaia di coppie formate da un uomo e da una donna sono in lista di attesa, e molte non arriveranno mai all’adozione, a causa della macchinosità delle leggi e delle procedure.

www.siallafamiglia.it

Festini

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.