30/03/2016

Utero in affitto: Antonio Gramsci sta dalla nostra parte

Nella battaglia contro l’utero in affitto capita di trovarsi a combattere insieme a compagni inaspettati. E la parola compagni non è casuale...

Abbiamo già visto che la maternità surrogata non piace a molte femministe e ad alcuni insospettabili ma illuminati esponenti del mondo di sinistra. Addirittura, seppur con motivazioni criticabili, persino il Parlamento europeo ed il Consiglio d’Europa si sono espressi negativamente in materia.

C’è però anche un personaggio storico che sta inaspettatamente dalla nostra parte: il comunista Antonio Gramsci.

Il grande (e per noi comunque nefasto) fondatore del Partito Comunista Italiano, quasi cento anni fa in qualche modo previde profeticamente l’attualissimo problema dell’utero in affitto.

In un suo articolo titolato “Merce” e pubblicato su “L’Avanti” il 6 giugno 1918, Gramsci fa delle osservazioni assai valide anche e soprattutto oggi.

Nella sua critica al sistema capitalistico, scrive che se questo non sarà distrutto e superato, in futuro «la vita diventerà anch’essa una merce». Per spiegare tale concetto si riferisce ad un esperimento scientifico avvenuto all’Accademia di Medicina di Parigi: «il professore Laurent è riuscito a sostituire il cuore di Fox con quello di Bob, e viceversa, senza che i due innocenti cani abbiano troppo sofferto, senza turbare per nulla la vita del viscere delicato. Da questo momento il cuore è diventato una merce: può essere scambiato, può essere comprato. Chi vuol cambiare il suo cuore logoro, sofferente di palpitazioni, con un cuore vermiglio di zecca, povero, ma sano, povero, ma che ha sempre onestamente palpitato? Una buona offerta: c’è la famiglia da mantenere, l’avvenire dei figli preoccupa il genitore; si cambi dunque il cuore per non apparire di esserne sprovvisto».

È evidente qui il riferimento al transumanesimo, all’epoca quasi impensabile, ma che purtroppo ai nostri giorni sta diventando una realtà o quantomeno una tentazione sempre più diffusa (vedi anche qui). Così come è una triste realtà la manipolazione degli embrioni e dunque della stessa vita umana (vedi ad esempio qui). D’altra parte non possiamo ignorare nemmeno la problematica dei trapiantisiamo sicuri che l’espianto degli organi avvenga dopo la morte del pazientecomunismo_utero-in-affitto_diritti_bambini_donne

Ma Gramsci va oltre ed arriva direttamente all’utero in affitto e alla compravendita di ovociti: «Il dottor Voronof ha già annunziato la possibilità dell’innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all’attività esploratrice dell’iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l’organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l’eredità dei sudati risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo. Vendono già ora le bionde capigliature per le teste calve delle cocottes che prendono marito e vogliono entrare nella buona società. Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino dell’azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti».

Riteniamo ogni commento superfluo. Un secolo fa un comunista sosteneva le nostre stesse posizioni. Posizioni ritenute dalla sinistra odierna retrograde, oscurantiste, bigotte, integraliste e chi più ne ha più ne metta.

Eppure Gramsci era un progressista e fondò quel quotidiano, L’Unità, che adesso è la “Pravda” di Matteo Renzi. Evidentemente vi è un cortocircuito dalle parti degli eredi del PCI...

Con l’utero in affitto, «la vita – scrive Gramsci nel suo pezzo –, tutta la vita, non solo l’attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si distacca dall’anima, e diventa merce da baratto». Noi condividiamo. Nel Partito Democratico cosa ne pensano?

Redazione

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.