04/03/2014

Un omosessuale contro le nozze gay

In Irlanda, dove il governo ha stabilito che nel 2015 si svolgerà un referendum sui matrimoni omosessuali, ha fatto scalpore l’articolo di un noto giornalista omosessuale, che mette in guardia il proprio paese riguardo al riconoscimento delle unioni tra coppie dello stesso sesso

Un noto editorialista del Daily Mirror, dichiaratamente omosessuale, ha detto che lo Stato fa un pessimo affare a reinventare la famiglia e a minare il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre.
Paddy Manning, questo il nome del giornalista irlandese, sostiene che la soluzione alla persecuzione degli omosessuali non sia affatto quella di eliminare il matrimonio tradizionale dalla società, affermando provocatoriamente che, «il matrimonio omosessuale non è un caldo e soffice coniglietto di uguaglianza quanto una sfacciata presa di potere dello stato».
Manning sottolinea, inoltre, l’importanza del modello secolare di famiglia rispetto ai fragili accordi moderni criticando lo Stato che «arriva a ridefinire completamente il matrimonio, visto non più come il modello uomo / donna / bambino, ereditato da 10.000 anni di storia e attraverso tutte le culture, ma come un qualsiasi tipo d’irrilevante accordo di partnership tra adulti».
Il giornalista irlandese prosegue la sua critica, spiegando che le unioni tra persone dello stesso sesso renderanno il matrimonio «irrilevante» in quanto «i bambini e i genitori non avranno più un posto nel matrimonio». In tale prospettiva Manning mette in evidenza come «solo un uomo e una donna possono avere figli, a dispetto di tutto quello che le diverse fantasie di genere ci vogliono far credere. (…) Ogni bambino ha diritto a una vita naturale. Il matrimonio omosessuale ci chiede di ignorare la realtà e il diritto dei bambini ad avere una madre e un padre».
Nel suo articolo Manning si rivolge, inoltre, al primo ministro irlandese Enda Kenny, sostenitore convinto del matrimonio omosessuale pregandolo di lasciare fuori il governo da tale dibattito al fine di non distruggere ciò che ancora non è rotto. In tal senso, scrive, «la gente si sposa per diverse ragioni, ma noi abbiamo il matrimonio, perché il matrimonio ha un senso e svolge un lavoro di vitale importanza, non solo per i singoli, ma per l’intera società. (…) Affermare che l’uguaglianza esige che gli uomini e le donne siano intercambiabili come blocchi di Lego dimostra che non capisci gli uomini e le donne, il matrimonio e molto altro».
Per Manning il matrimonio «non è fatto solo da due persone che si amano l’un l’altra, ma da un uomo e una donna, che s’impegnano reciprocamente a mettere al mondo e crescere i figli». Quindi mette in guardia rispetto alle sofferenze degli incolpevoli bambini, prime vittime di tali decisioni: «Possiamo ignorare la realtà in tutti i modi, ma le conseguenze per i bambini non sono le stesse in tutti i modelli della famiglia. (….) Il matrimonio tra un uomo e una donna offre ai bambini la migliore possibilità».
Sulla stessa linea di Manning, è lo «Iona Institute», un’organizzazione cattolica in difesa della famiglia naturale che in un comunicato stampa ha dichiarato: «Praticamente tutti i partiti politici in Irlanda sono pronti a cambiare radicalmente in peggio la più importante istituzione
sociale che abbiamo centrata sul bambino . (…) Stanno violando i diritti naturali dei bambini».
Tale vicenda, da un lato, mostra come il giornalista Manning, omosessuale, con un’onesta e obiettiva analisi della realtà, sveli le falsità e le ipocrisie che si celano dietro le rivendicazioni ideologiche del movimento LGBTQ. Dall’altro, mette in luce i passi da gigante effettuati dall’influente e aggressiva ideologia omosessualista nella cattolica Irlanda che, in vent’anni, dopo la depenalizzazione dell’omosessualità e il riconoscimento delle unioni civili alle coppie dello
stesso sesso nel 2010, è arrivata a mettere ai voti nel prossimo 2015, per via referendaria, il matrimonio gay.

di Rodolfo de Mattei

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