12/02/2016

Utero in affitto: in Italia è già realtà anche se illegale

In Italia la pratica dell’utero in affitto è vietata. E per rassicurare la gente, le associazioni Lgbt e i loro amici politici vanno in giro affermando che il ddl Cirinnà sulle unioni civili non parla di maternità surrogata.

Ma non è affatto così. Infatti non menzionare qualcosa non basta per scongiurarne il pericolo.

E non è onesto sostenere che con la stepchild adoption (prevista dall’art. 5) l’utero in affitto non c’entra nulla. Dire ciò è ingannare l’opinione pubblica, manipolare la realtà e fare becera propaganda. Due maschi omosessuali non hanno altro modo per avere dei figli se non comprandoli tramite maternità surrogata. È quanto ha già fatto il senatore del Pd Sergio Lo Giudice ed è quanto avvenuto per altre pseudo-famiglie gay. All’utero in affitto, inoltre, ricorrono pure le famiglie eterosessuali che, per vari motivi, non possono avere bambini naturalmente.

Ora, anziché punire chiunque tratti i figli come merci e le donne come incubatrici umane, il ddl Cirinnà vorrebbe legittimare tale barbara pratica. Se riconosci la genitorialità derivante da utero in affitto, in pratica la stai favorendo. Questo il dato. Le chiacchiere stanno a zero. 

Oltretutto, in Italia l’utero in affitto è già una triste realtà. Nel senso che sono in tanti, tra single, coppie omo ed eterosessuali, a rivolgersi all’estero tramite appositi siti web per tali aberrazioni per avere dei bambini.

La Gabbia, talk-show politico di La7, ha mandato in onda un’inchiesta sulla maternità surrogata. L’inviata Monica Ranucci ha scoperto l’ennesimo caso di compravendita di figli, in barba alla legislazione vigente e al comune buon senso. Quello che si vede e si sente nel servizio è fuori da ogni umana decenza.

La giornalista si iscrive al sito www.co-genitori.it fingendosi una “volontaria” disposta a concedere il proprio ventre ad una coppia di gay che non hanno i soldi sufficienti per andare all’estero.

Il dialogo che ne segue è sconcertante e ci deve mettere in guardia sia per quanto già avviene, sia per quello che potrebbe accadere qualora una simile pratica venisse legittimata da una legge dello Stato. Se già ora il divieto viene aggirato, figuriamoci cosa accadrà quando vi sarà una normativa indulgente, che anzi favorisce l’utero in affitto, come la Cirinnà.

I nostri parlamentari hanno capito qual è la posta in gioco? Hanno compreso che bisogna intervenire decisamente e prontamente prima che sia troppo tardi? Alfano è in grado di avere un briciolo di dignità, preferendo la verità al potere? È in grado di togliere la fiducia al governo per un bene assai più grande delle poltrone? E i dissidenti nel Pd e nel M5S hanno presente che se non agiscono con coraggio saranno responsabili della distruzione della nostra società e priveranno tanti bambini del diritto ad avere un papà ed una mamma? Speriamo che la settimana prossima, al Senato, la coscienza faccia sentire forte la sua voce.

Redazione

 

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