20/08/2014

Dittatura gender: comunicato stampa del Consigliere Zelger (Gaystapo in azione anche a Verona)

Abbiamo rilanciato ieri un articolo che illustra la politica virtuosa del Comune di Verona nei confronti della Famiglia. Abbiamo anche già scritto degli attacchi vergognosi dei gruppi LGBT contro chi si è distinto per la promozione di tali politiche, come il Consigliere Alberto Zelger. Oggi pubblichiamo in proposito un suo comunicato stampa che denuncia gli attacchi mediatici subiti in quest’ultimo mese, spiega molti retroscena e chiarisce, per chi ancora non l’avesse capito, come i metodi dei paladini dell’ideologia gender e dell’omosessualismo siano trasparenti e democratici quanto quelli della Gestapo... pardon, GAYstapo...

 SCARICA IL COMUNICATO STAMPA DEL CONSIGLIERE ZELGER

Nel mese di agosto ho assistito a una bufera mediatica, con lo scopo evidente di denigrare il sottoscritto per aver proposto e fatto approvare dal consiglio comunale un ordine del giorno (odg 426) in difesa della famiglia naturale e contro l’indottrinamento omosessuale nelle scuole. Ciò è accaduto riportando soltanto le dichiarazioni dei consiglieri che hanno votato contro l’odg e di quelli che si sono sentiti accusare di incoerenza, a seguito della pubblicazione di qualche mia email riservata, senza dar voce ai consiglieri che hanno in maggioranza votato il provvedimento.
Sul merito dell’odg non si è scritto quasi nulla, mentre è chiaro che dietro di me ci sono migliaia di famiglie preoccupate per quanto sta accadendo in varie scuole italiane, dove ai loro bambini vengono proposti progetti educativi, spettacoli o materiale didattico, che mirano a familiarizzarli con i comportamenti omosessuali, ricorrendo anche alla pornografia e scavalcando il diritto dei genitori di educare i figli secondo le proprie convinzioni morali e religiose.

Mi hanno accusato di essere un integralista cattolico e di proporre la censura sugli insegnamenti scolastici; niente di più falso. Qui non si tratta di un principio religioso, ma semplicemente umano, che riconosce il valore fondamentale della famiglia naturale, formata dall’unione di un uomo e di una donna, così come l’hanno riconosciuto tutti i popoli da almeno 4000 anni; un principio fatto proprio da tutte le religioni, ma ad esse preesistente. Solo le dittature hanno osato metterlo in discussione, imponendo ai bambini un’educazione di stato, come Hitler con la superiorità della razza ariana o Stalin con l’ateismo di stato. E poiché in molte scuole italiane si sono verificati degli abusi, è del tutto legittimo che i genitori siano preoccupati e che la politica si schieri in loro difesa.

Sulla scelta di invitare i miei amici a farsi sentire, scrivendo alla stampa e ai consiglieri comunali, devo dire che si tratta di una prassi molto comune tra coloro che condividono un obiettivo, facciano essi parte di qualche comitato o meno. Ciò rientra nel diritto di ogni cittadino di manifestare le sue opinioni esercitando pressioni politiche anche tramite gli strumenti della comunicazione elettronica. Questa strategia è per altro molto utilizzata su internet nei confronti di parlamentari italiani ed europei e non può essere confusa col “mail bombing”, che ha come unico obiettivo quello di bloccare la casella elettronica del destinatario. Chi ricopre un incarico elettivo non può sottrarsi a queste comunicazioni; io stesso ricevo molte email da vari cittadini.

Le email che mando ai miei amici sono tutelate dalla privacy, così come ogni scambio epistolare cartaceo o informatico. Il fatto che qualche mia email sia stata inoltrata alla stampa è di fatto una violazione della privacy. Non so se la pubblicazione di ampi stralci delle mie email personali costituisca un reato (in tal caso mi riservo di agire legalmente contro i responsabili), ma è certamente un comportamento deprecabile, così come lo è la velata accusa di “cospirazione” avanzata in qualche articolo di stampa. L’attività di informazione e coordinamento di più persone, al fine di esercitare pressioni politiche sugli organismi elettivi, è una normale modalità operativa di tutti i comitati e gruppi spontanei, che, condividendo gli obiettivi, definiscono strategie e iniziative scambiandosi email senza che questo debba essere considerato una cospirazione, come certi giornali hanno insinuato sul mio conto, parlando delle “email segrete” di Zelger.

Tutte le informazioni inviate dal sottoscritto ai suoi amici tramite email, in merito all’odg 426, sono di dominio pubblico, in quanto reperibili sul sito del Comune di Verona o comunque note alla cittadinanza; non si configura quindi al riguardo alcuna violazione da parte mia delle norme sulla privacy, come qualcuno ha dichiarato sulla stampa

Alcuni consiglieri hanno espresso pubblicamente la loro indignazione per le mie valutazioni critiche su di loro, espresse nelle mie email riservate, poi pubblicate sui giornali, arrivando persino a minacciare azioni penali e chiedendo la mia espulsione dal consiglio comunale. Fermo restando il mio diritto di critica e di condivisione epistolare con gli amici, la pubblicazione di queste valutazioni non è imputabile al sottoscritto, ma a chi ha trasmesso alla stampa le mie email riservate e a chi le ha poi pubblicate, violando il segreto epistolare. L’unico comunicato, che ho trasmesso finora alla stampa, dopo l’approvazione dell’odg in questione, non contiene alcuna critica di questo tipo. Viene comunque il sospetto che le persone oggetto di critica si siano infastidite, perché ho evidenziato la loro incoerenza tra quello che dicono e quello che fanno: c’è chi firma un documento e al momento del voto se ne va a casa; e c’è anche chi, a parole dice di seguire gli insegnamenti della Chiesa (Catechismo Chiesa Cattolica n. 2357 e seguenti), ma nei fatti dimostra fedeltà più al partito che alla Chiesa, peggio di quanto fecero il 18 luglio 2013, quando si discuteva l’ordine del giorno 279/2013 sui diritti degli omosessuali, e tre consiglieri del PD, anziché dichiarare la loro contrarietà alla “linea del partito”, preferirono uscire dall’aula all’inizio del dibattito. Si invoca tanto la trasparenza e poi non si accetta che i cittadini sappiano certe cose, al punto che si rinvia a notte fonda il dibattito sui temi sensibili, per non far sapere ai cittadini come la pensano i singoli consiglieri. Invano chiesi all’assemblea il 23 luglio scorso di invertire l’ordine dei lavori, anticipando la discussione dell’odg 426; c’era tanta gente sulla balconata che avrebbe voluto seguire il dibattito, ma le fu negato. L’odg fu discusso dopo mezzanotte, assegnando solo 3 minuti all’intervento di ogni consigliere.

Un’ultima osservazione sull’interrogazione parlamentare del senatore Lo Giudice, le cui contestazioni mi sembrano del tutto prive di fondamento. Mi chiedo perché i giornali, così pronti a pubblicare le email riservate del sottoscritto, abbiano taciuto quanto ho appreso recentemente da facebook, e cioè che detto senatore, eludendo la legge italiana, è andato all’estero col suo compagno per produrre un figlio a pagamento, affittando l’utero di una donna e strappando il bimbo dal suo grembo subito dopo la nascita. Per contrastare questa nuova forma di schiavitù, verso la quale sta andando anche la società italiana, mi auguro che tanti politici abbiano il coraggio di difendere questo nucleo fondamentale di verità, che avvolge la vita e la famiglia, a prescindere dalla loro appartenenza partitica.

Alberto Zelger
Consigliere del Comune di Verona

 

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