02/09/2015

Ideologia gender: il Veneto dice NO

Niente gender in Veneto.

Il Consiglio regionale ha detto “No” all’introduzione nelle scuole  di “ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti quali l’ideologia gender”.

Avevamo già parlato (vedi qui) del dibattito che si è acceso la settimana scorsa in materia.

Nella giornata di ieri, con il voto della maggioranza, l’assemblea legislativa del Veneto ha approvato (24 favorevoli e 9 contrari) una mozione del consigliere di Fratelli d’Italia Sergio Antonio Berlato che chiede per l’appunto di non introdurre la teoria gender nelle scuole. Il testo è stato sottoscritto anche dal capogruppo Fdi Forza Italia Massimiliano Barison. Hanno votato a favore anche la Lega Nord e la Lista Zaia. Contrari invece il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle.

Il documento in questione chiama la Giunta regionale ad “intervenire nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione perché non venga in alcun modo introdotta la teoria del gender”, perché “venga rispettato il ruolo prioritario della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.

Per il consigliere Fdi e per la maggioranza, è necessario interpellare gli organi rappresentativi dei genitori e delle famiglie “in ogni strategia educativa della scuola, rispettando, sia nei contenuti che nelle modalità di elaborazione e diffusione, il diritto fondamentale della famiglia”Bludental

Allo stesso modo, le famiglie devono essere coinvolte nella “predisposizione dei progetti sull’affettività e sulla sessualità e nell’opera di educazione, rendendo i loro contenuti trasparenti ed evitando il contrasto con le convinzioni religiose e filosofiche dei genitori”.

Infine, la mozione votata e approvata specifica che deve essere oggetto di “spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all’articolo 29, privilegia la famiglia come ‘società naturale fondata sul matrimonio’, della quale riconosce gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione”.

Come nel caso di Padova, questa è la dimostrazione che, se si combatte, si può vincere.

Redazione

Fonte: Il Giornale d’Italia

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