22/07/2015

Si torna a vedere in Senato lo spettro della legge sull’ omofobia

Alcuni davano il ddl contro l’ omofobia per morto. Gli occhi di tutti sono puntati, giustamente, sulla discussione del disegno di legge Cirinnà in commissione giustizia al Senato.

Pare che il mostro giuridico, che sembrava morto, o almeno dormire da molto tempo, si sia svegliato. Il disegno di legge di contrasto all’omofobia e alla transfobia (C. 245, unificato a C. 280 e C. 1071) è stato approvato alla Camera dei Deputati ormai parecchio tempo fa: il 19 settembre 2013.

Il giorno successivo trasmesso al Senato (S. 1052) e poi assegnato alla 2ª Commissione permanente (Giustizia) in sede referente il 25 settembre 2013. Durante la prima metà del 2014 l’esame del disegno di legge in commissione giustizia è stato piuttosto lento, e infine ha subito una battuta d’arresto: l’ultimo segno ufficiale di vita si è avuto, per quel che ne sappiamo, quasi esattamente un anno fa, quando, il 10 luglio 2014, durante una riunione di commissione (Giustizia) il presidente Nitto Palma, replicando ad alcuni (in particolare l’On. Scalfarotto) che lamentavano una decelerazione dei lavori, constatava “il ricorso a condotte ostruzionistiche da parte del gruppo Nuovo Centro Destra in sede di esame degli emendamenti”, e ha ritenuto “opportuno non monopolizzare i lavori della Commissione con il prolungato esame di un provvedimento che, peraltro, non risulta ancora calendarizzato per l’esame in Assemblea”.

Dopodiché, per fortuna, non si è più saputo nulla.

Il disegno di legge che minaccia di perseguire penalmente chi “discrimina” o “istiga alla discriminazione” per motivi fondati sulla “omofobia” o “transfobia”, tuttavia ora sembra riprendere il suo corso, mentre il “matrimonio gay” all’italiana, sempre in commissione giustizia, prosegue il suo accidentato iter. Infatti in un Ordine del Giorno della commissione, riferito alle sedute del 21 e del 23 luglio 2015, figura l’esame del S. 1052 “Disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia”, insieme ad altri disegni di legge affini, come il S. 404 presentato da Lo Giudice, che intenderebbe incriminare anche le discriminazioni sulla base dell’identità di genere: “Norme contro le discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.

BludentalInsomma, la battaglia si preannuncia dura dopo la pausa estiva: da una parte le unioni civili, dall’altra il ddl anti-omofobia. Due testi che, qualora diventassero legge, costituirebbero le colonne portanti del nuovo Stato omosessualista. Con le unioni civili il rapporto omosessuale è pubblicamente riconosciuto come valore positivo di rilievo sociale. Con le misure penali contro l’omofobia si potrebbero punire coloro che si oppongono, fattivamente e forse anche solo verbalmente, a questo riconoscimento: l’ufficiale di stato civile che si rifiuterà di registrare il “matrimonio gay” per ragioni di coscienza, il pasticciere cui verrà chiesto una torta di “nozze” ma che rifiuti di cooperare per gli stessi motivi ... commetterebbero verosimilmente un “atto di discriminazione” fondato su motivi omofobici.

Toccherà resistere a 360° contro la dittatura LGBT.

Redazione

 

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