20/10/2016

Aborto alla nascita? La Clinton, agghiacciante, dice sì

Durante l’ultimo dibattito televisivo per le elezioni presidenziali negli USA, la Clinton ha espressamente difeso il “partial birth abortion“, cioè l’aborto al nono mese di gravidanza, per effettuare il quale il bambino viene ucciso dal chirurgo nel momento in cui lascia il grembo materno.

Chirurgo per modo di dire: pensare che sia un medico che schiaccia il cranio del neonato o gli spezza la colonna cervicale, fa una certa impressione... Chissà se Mastro Titta (il boia di Rugantino) accetterebbe di considerarlo suo collega...

Nonostante dati di fatto che dimostrano che questo tipo di infanticidio (bisognerebbe chiamarlo sempre così, l’aborto)  accade nella maggior parte dei casi su bambini sani con madri sane, la Clinton ha affermato che l’aborto a nascita parziale  è necessario per la vita o la salute della madre (per la stessa “salute femminile” per cui, secondo la candidata presidente, l’aborto andrebbe incentivato a livello mondiale): evidentemente non ha letto le statistiche che evidenziano il fatto che detta procedura molto spesso danneggia fisicamente – sovente uccide – le donne che vi si sottopongono.  E neanche conosce i gravi danni fisici e psichici che l’aborto arreca alle donne.

«La sentenza Roe v. Wade stabilisce molto chiaramente che non ci devono essere leggi che limitano l’aborto», ha detto la Clinton in TV. «Il Governo non deve immischiarsi nelle decisioni più intime e personali delle donne, né può limitare la vita o la salute delle donne», ha aggiunto, [“dimenticando” (volutamente?) i diritti dei bambini e il fatto che lei stessa ha ricevuto un notevole incentivo dalla multinazionale dell’aborto Planned Parenthood...].

In questo modo ha difeso il suo impegno e il voto dato a suo tempo per ripristinare e poi mantenere la legalità dell’aborto a nascita parziale che l’amministrazione Bush aveva vietato e che Obama aveva reintrodotto. E grazie al quale la PPF fa i soldi, vendendo il cervello dei bambini, come documentato nei video che hanno suscitato scalpore in tutto il mondo (attenzione, i contenuti sono molto forti).

La verità è che non c’è alcuna ragione medica per una donna incinta di avere un aborto a nascita parziale: è in realtà un parto a tutti gli effetti. Quello che è ragionevole e può accadere e accade è che in casi molto particolari si anticipa la nascita del bambino, senza bisogno di schiacciargli la testa al momento...

Tutto il consesso medico sa perfettamente che la pericolosità dell’aborto – che è deleterio per la madre anche quando avviene all’inizio della gravidanza, anche quando avviene “in pillole” – aumenta esponenzialmente con il protrarsi della gravidanza. In più, nell’aborto a nascita parziale per procedere all’uccisione del bambino “legalmente”, cioè affinché tecnicamente la testa del piccolo sia ancora nel corpo materno, quando viene schiacciata, bisogna far rivoltare il bambino e farlo nascere podalico. Anche un somaro sa quanto questa procedura sia innaturale e facilmente comprende quanto possa essere pericolosa. Infatti, persino uno dei principali operatori di aborto della nazione ha detto che l’aborto a nascita parziale non è sicuro per la donna (parlando alla American Medical News, nel 1995, Warren Hern).

Ma si sa: i sostenitori dell’aborto sono spesso usi a difendere l’indifendibile, accecati dall’ideologia e votati probabilmente al Male.

Francesca Romana Poleggi

Fonte: LifeNews


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