23/11/2016

Aborto e dignità del bambino morto: l’esempio austriaco

Il Governo austriaco ha preso una decisione che riconosce dignità ai bambini non nati, anche molto piccoli, vittime di aborto spontaneo.

Con l’appoggio del partito popolare e del partito socialista da oggi è possibile registrare ufficialmente e legalmente i bambini morti prima della nascita con un peso inferiore ai 500 grammi.

Quindi, i genitori che lo desiderano potranno dar loro un nome all’anagrafe e ottenere un certificato di nascita e morte contestuale.

Chi si intende di sindrome post abortiva, che coinvolge sempre le madri e i padri che perdono un bambino per l’aborto, sa che in caso di aborto spontaneo elaborare il lutto è molto più facile che nel caso di aborto volontario. Ma comunque è uno dei primi atti necessari per superare il trauma quello di dare un nome al bambino vittima dell’aborto.

Questo fanno i genitori interessati, a prescindere dai documenti legali. Ora in Austria la cosa potrà avvenire ufficialmente. E questa ufficialità ha una rilevanza che trascende l’interesse delle singole madri e dei singoli padri coinvolti – che appunto, se vogliono, tra di loro, possono farlo comunque.

Proprio perché ufficiale è un importante riconoscimento della dignità dei bambini non nati. E fortunatamente da più parti nel mondo, anche in Italia, arrivano segnali in tal senso.

Nel grembo materno si forma una persona: dall’istante in cui l’ovulo è fecondato c’è un individuo unico e irripetibile, appartenete alla specie homo sapiens. Una persona, per quanto piccola, che ha la stessa dignità dell’adulto e dell’anziano, in quanto persona.

Il fatto che l’anagrafe di uno Stato gli riconosca il diritto a un nome, legalmente, ci induce quindi a riflettere che anche in pochi grammi di cellule – che l’aborto elimina come si trattasse di immondizia – c’è tutto il mistero di una persona umana.

Emergono quindi ancor di più la contraddittorietà e la schizofrenia di un ordinamento giuridico che da una parte riconosce come cittadini i bimbi non nati (addirittura sotto i 500 g) e dall’altra permette di ucciderli con l’aborto volontario, come se si trattasse di oggetti senza vita.

Redazione 

 Fonte: Kurier.at


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