28/08/2014

Aborto e diritti LGBT: le priorità del Ministro francese all’educazione

La scelta della persona che dovrà rivestire un ruolo chiave come quello del Ministro della pubblica istruzione è particolarmente sensibile: stai formalmente concedendo le chiavi dell’educazione delle future generazioni ad un individuo ed alle linee guida che detterà.

E’ una scelta con un forte valore simbolico.

In Francia la nomina è ricaduta su di una donna che ha contraddistinto l’intera carriera politica con le sue battaglie a favore dei diritti LGBT e la diffusione dell’ aborto .

Nonostante la vitale opposizione di popolo, cominciata con La Manif Pour Tous, la politica francese sembra ancora sotto ostaggio della nefasta influenza della cultura della morte...

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E’ divenuta ministro francese dell’Educazione nazionale, dell’Insegnamento superiore e della Ricerca nel nuovo governo Valls lo scorso 26 agosto. Ma chi è Najat Vallaud-Belkacem? 36enne, di origine marocchina, è giunta in Francia con la famiglia all’età di 5 anni. Ma questi sono soltanto dati biografici. Dal punto di vista politico, chi è realmente? Una carriera politica alle spalle nelle fila del socialismo rampante, vicina a Vincent Peillon e ad Arnaud Montebourg, da molto tempo s’aggira nei corridoi di Palazzo.

Nel Partito è stata responsabile del settore “Diritti Lgbt, si è battuta con forza a favore delle “nozze gay” e della lotta all’”omofobia”: fu lei a inventare il dispositivo «ABCD de l’égalité», che decretò il trionfo dell’omosessismo nelle aule scolastiche d’Oltralpe. Scrive Jeanne Smits sull’agenzia Riposte Catholique: «E’ una delle maggiori interpreti del pensiero unico dominante, di cui è una convinta pasionaria: lo diffonde, lo promuove, l’impone. Ha fatto dell’”eguaglianza” un assoluto», tutto piegando, tutto calpestando, tutto annientando.

Sin da quando fu nominata ministro per i Diritti delle Donne nel primo e nel secondo governo Ayrault e poi nel primo governo Valls, si è sempre battuta per il “politicamente corretto” ovvero per il “moralmente scorretto, scorrettissimo”: ha preso parte alla revisione delle leggi sulla bioetica, rendendo la ricerca sull’embrione, anziché un’azione disumana, un “diritto”; ha sostenuto attivamente e promosso fattivamente l’ aborto , ponendone la totale gratuità come uno degli obiettivi prioritari del governo Hollande; ha creato il sito ufficiale sull’”Ivg” ovvero sulla sedicente “interruzione volontaria di gravidanza”, in ossequio al vocabolario della più rodata antilingua; ha fatto l’impossibile affinché nessuna donna, informata delle conseguenze negative dell’ aborto e delle possibili alternative, fosse distolta dal proposito di por fine alla vita del figlio in grembo; ha voluto a tutti i costi cancellare la parola «depressione» post- aborto nella sua legge sull’”eguaglianza”, promulgata simbolicamente lo scorso 4 agosto nella ricorrenza dell’abolizione, decisa lo stesso giorno del 1789 dall’Assemblea Costituente rivoluzionaria, di tutti i diritti feudali, dei privilegi e delle decime, data simbolo della fine del cosiddetto «ancien régime».

Nulla viene affidato al caso nella normativa da lei concepita sulla parità «donne-uomini» (volutamente citati in questo ordine asimmetrico rispetto alla vulgata): il suo scopo è stato ed è dichiaratamente quello di «cambiare le mentalità», facendo un po’ per volta sparire gli «stereotipi di genere» ovunque – nelle case, sul lavoro, nella società -, come lei stessa ha pubblicamente dichiarato. Ha con puntigliosa determinazione massacrato l’istituto del «buon padre di famiglia», il «pater familias», spazzandone via la dizione dall’intera giurisprudenza francese, abbattendo anche soltanto i residui dell’autorità paterna.

Il fatto che ora proprio lei, paladina dell’ideologia “gender” e dell’indottrinamento omosessista, sia giunta, quindi, a capo dell’Educazione e della Scuola francese rappresenta un simbolo, un segnale chiaro e minaccioso rivolto alla Nazione, un calcio a quanti sperassero in un ripensamento, se non proprio in una marcia indietro da parte del governo.

Secondo l’agenzia Riposte Catholique, «si ha sempre torto nel ritenere di aver toccato il fondo. Dopo Vincent Peillon e la sua religione laicista, dopo Benoît Hamon fedele esecutore del suo programma rivoluzionario, ecco Najat Vallaud-Belkacem» al vertice di un ministero-chiave, «luogo strategico per la manipolazione degli spiriti e la predicazione capillare dei dogmi rivoluzionari. La nomina dell’ex-ministro dei Diritti delle Donne rappresenta una promozione, che ricompensa la sua perfetta omologazione ideologica», nonché una sorta di omaggio al totalitarismo imperante del “pensiero unico”.

Fonte: NoCristianofobia

 

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