09/04/2016

Aborto e suicidio: a 21 anni si impicca disperata

Si sono concluse le indagini sulla gesto disperato di una giovane donna che si è impiccata in preda alla depressione post aborto. La notizia è stata rilanciata da Lifesitenews.

A Londra, Jade Rees, già madre single di un bambino di due anni, ha terminato la sua seconda gravidanza con un aborto al quarto mese nell’ottobre scorso.

La notte del 3 novembre, dopo un lungo colloquio con i suoi genitori circa il suo ex ragazzo, si è impiccata nella sua camera da letto.

Secondo la stampa, prima di morire, ha ascoltato sul cellulare una canzone di Ed Sheeran che parla di un aborto spontaneo proprio al quarto mese.

L’inchiesta sulla sua morte ha rilevato che effettivamente l’aborto aveva lasciato la giovane sconvolta e angosciata.

Essendo la ragazza fin dall’adolescenza incline alla depressione, l’associazione Society for the Protection of Unborn Children (Società per la protezione dei bambini non nati) ha sollevato la questione: come è stato possibile che sia stato autorizzato l’aborto della Rees, quando la legge inglese del 1967 consente l’aborto solo “quando continuare la gravidanza rappresenti un rischio maggiore per la salute mentale o fisica della madre”? I medici che hanno agito potevano, in buona fede e senza colpa, non immaginare che l’aborto per una donna tendente alla depressione poteva acuire la depressione stessa, fino al suicidio?

Non è il primo caso, purtroppo di suicidio susseguente l’aborto che si verifica nel Regno Unito. La SPUC ricorda alcune vittime degli ultimi tempi, come Ashli ​​Blake, 17 anni, che si è buttata da una finestra a New Forest nel 2014, dopo essere stata spinta dalla sua famiglia ad abortire il bambino che voleva tenere; come, nel 2008 la nota artista inglese Emma Beck, 31 anni, si è impiccata dopo che si era convinta ad abortire due gemelli.

Il collegamento tra suicidio e aborto è stato dimostrato da studi come quello di Mika Gissler basato sulla documentazione sanitaria tenuta dalle autorità sanitarie finlandesi. Pubblicato nel 1996, ha rilevato che il tasso di suicidi delle donne che hanno avuto un aborto era tre volte superiore a quello della popolazione in generale e più di cinque volte superiore a quello delle donne che non avevano mai avuto bambini.

Uno studio del 2012, condotto sulle cartelle cliniche danesi dalla dottoressa Priscilla Coleman della Bowling Green University e da David Reardon dell’ Elliot Institute , ha rilevato dati analoghi. 

Non è un mistero che l’aborto, anche se voluto, sia un evento traumatico che induce stress, ansia, depressione. La sindrome post abortiva può manifestarsi in tutta la sua virulenza anche dopo molti anni dall’evento.

Se l’interesse dei “pro-choice” fosse davvero quello di preservare la salute psicofisica delle donne, essi dovrebbero far del tutto per dissuadere le stesse dall’abortire... ma se uno è votato alla cultura della morte...

Redazione

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