27/09/2016

Aborto: gli accordi Colombia-FARC, una minaccia per la vita

Si può costruire la pace con l’aborto?

Secondo Madre Teresa di Calcutta, venerata dai credenti e stimata pure da atei ed agnostici, assolutamente no. Anzi, secondo la grande missionaria, l’aborto è il più grave distruttore della pace nel mondo.

Ebbene, dopo anni di trattative, ieri lo Stato colombiano ha firmato gli accordi di pace con i terroristi delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc).

L’evento si è svolto in pompa magna, alla presenza di numerosi ospiti internazionali, ed è stato voluto e realizzato dal presiedente Juan Manuel Santos, lo stesso – detto per inciso – che sponsorizza l’ideologia gender e lo pseudo-matrimonio omosessuale.

Nonostante le celebrazioni mondiali per il presunto trionfo della pace nel Paese, l’accordo raggiunto, approvato all’unanimità dalle Farc, sta facendo ancora vivacemente discutere l’opinione pubblica, perché vengono fatte larghe concessioni alla guerriglia marxista-leninista, che da decenni commercia droga, ammazza, sequestra e ruba ai danni della popolazione civile. Per questo il prossimo 2 ottobre i colombiani saranno chiamati alle urne per un referendum in cui esprimeranno se sono favorevoli o meno a questo patto con i terroristi.

Ad opporsi all’accordo dovrebbero essere anche tutti i pro-life del mondo. I membri delle Farc, infatti, entreranno nella vita politica della Colombia e non porteranno certo contributi positivi alla causa della vita. Olga Marín, figlia del defunto capo guerrigliero Manuel Marulanda, ha dichiarato che la sua organizzazione lotta per l’accesso delle donne al “diritto” di aborto.

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso 20 settembre, la Marín ha affermato che «l’aborto è una decisione personale che noi donne abbiamo il diritto di compiere sui nostri corpi e che noi difendiamo. Noi combattiamo e siamo d’accordo con l’aborto, a condizione che sia la donna a decidere».

Ex terroristi hanno più volte accusato l’organizzazione di aver costretto i suoi membri ad abortire. Nel 2015, le autorità colombiane hanno avviato un’inchiesta contro Hector Arboleda Albeidis Buitrago, che avrebbe commesso fino a 500 aborti forzati a donne appartenenti al gruppo guerrigliero.

La comandante Marín ha anche riferito ai giornalisti che nelle Farc le donne non possono avere figli, perché in guerra i bambini possono diventare un pericolo, in quanto rischiano di diventare un’arma di ricatto per il nemico. Pertanto, nel gruppo guerrigliero – sono parole della stessa Marín – «la pianificazione è obbligatoria».

Ecco cosa pensano i nuovi soggetti politici che finiranno nel Parlamento colombiano...

Federico Catani

Fonte: Generazione Voglio Vivere

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