26/11/2015

Aborto – Il Perù continua a difendere la vita

L’aborto continuerà a non avere cittadinanza in Perù. Il Paese andino vuole infatti continuare a difendere la vita sin dal concepimento, senza cedere a ingerenze e pressioni delle lobby mortifere, interne ed esterne.

Actuall ci dà una buona notizia. La Comisión de Constitución del Congreso, una sorta di corrispettivo della “nostra” Commissione Affari costituzionali del Parlamento, ha archiviato il progetto di legge per depenalizzare l’aborto in caso di stupro.

Il ddl era stato promosso dalla campagna femminista “Déjala decidir” (“Lasciala decidere”) e appoggiato dal presidente della Commissione, Fredy Otárola.

Il voto finale, dopo ore di intenso dibattito, ha visto la vittoria dei pro-life per 6 a 4. Non è la prima volta che si tenta di introdurre una legislazione abortista nel Paese (ne abbiamo parlato ad esempio qui), ma sempre con un nulla di fatto. D’altra parte, stiamo parlando dello Stato in cui si svolge la più grande Marcia per la Vita del mondo. Quest’anno a Lima c’era mezzo milione di persone.

Secondo il Codice Civile del Perù, datato 1991, l’aborto è considerato un delitto contro la vita, il corpo e la salute ed è ammesso solo nel caso di pericolo di vita della madre. A proposito, vale la pena ricordare che la dottrina cattolica insegna proprio che l’aborto non è mai accettabile, tuttavia è lecito attuare una terapia indispensabile per salvare la mamma che ha come conseguenza l’aborto in quanto effetto non voluto.

Stando a quanto riportato dal sito www.perudefiendelavida.com, la campagna per depenalizzare l’aborto in caso di stupro è stata promossa e finanziata da Planned Parenthood. Un dato che, qualora venisse confermato, ovviamente non stupirebbe affatto. In effetti, “Déjala decidir” è una campagna portata avanti dall’Ong peruviana Promsex, foraggiata economicamente da PP.

Mentre si ricorda la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, assai strumentalizzata dai gruppi femministi ed abortisti, quanto successo in Perù è politicamente scorrettissimo: chi ha davvero a cuore gli interessi delle donne non potrà mai essere favorevole all’aborto. Ma per gli ipocriti è molto più semplice parlare ideologicamente del cosiddetto “femminicidio” e sostenere politiche “pro-choice”. Anche se si ritorcono contro le donne.

Federico Catani

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