24/01/2017

Aborto in Cile: tra i provita anche la nipote di Luther King

Oggi l’aula del Senato cileno inizia a discutere di aborto.

Mentre negli USA il neo-presidente Donald Trump ha già deciso di tagliare i fondi pubblici all’International Planned Parenthood Federation, in Cile tutto sembra andare nella direzione dell’approvazione della depenalizzazione dell’omicidio dei bambini nei casi di stupro, malformazione del feto e pericolo per la vita della madre.

Noi seguiremo attentamente l’andamento del progetto di legge voluto dal governo socialista, così come abbiamo fatto finora. E non possiamo non denunciare le menzogne e le manipolazioni utilizzate da politici e mass media per convincere l’opinione pubblica della bontà dell’aborto (sappiamo bene ad esempio che la sua legalizzazione non serve affatto alla salute delle donne).

A incoraggiare e sostenere le associazioni pro-vita, che nelle scorse settimane hanno organizzato alcune veglie in diverse città del Paese, e dei parlamentari schieratisi contro l’aborto è scesa in campo anche Alveda King, nipote di Martin Luther King, collaboratrice del gruppo americano “Priests for Life“. Dagli Stati Uniti, la signora King, evangelica, ha ricordato in un video che il sogno di suo zio non può realizzarsi se si abortiscono i propri figli. Per quanti lottano a difesa dei diritti umani e civili, ha dichiarato, la battaglia per porre fine al flagello dell’aborto è la più urgente del nostro tempo.

Ci preme ricordare ai nostri Lettori che il movimento pro-vita cileno sta conducendo un’azione instancabile e coraggiosa, che non si limita a cercare – come sentiamo spesso dalle nostre parti – il cosiddetto “male minore”. No. Gli attivisti non dicono che è meglio cedere su qualcosa in modo da evitare danni maggiori, perché sanno bene cosa accade quando si apre una piccola faglia nella diga: prima o poi l’acqua deborda e allaga tutto. Così è per l’aborto: basta concedere un po’ di terreno agli abortisti e arriverà ben presto la liberalizzazione totale del massacro di piccole vite innocenti. Elizabeth Bunster, coordinatrice della piattaforma Chile es Vida e che tempo fa abbiamo intervistato, ne è pienamente consapevole.

Alveda-King_aborto_Cile
Alveda King è un’attivista prolife

Come ha scritto su El Mercurio mons. Fernando Chomali, arcivescovo di Concepción, stabilire che, anche nei casi più difficili e dolorosi, il diritto alla vita della madre deve prevalere su quello del figlio, significa introdurre nella legislazione il principio in base al quale il più forte deve sempre avere la meglio sul più debole. E se così è, perché limitarsi soltanto all’eliminazione dei nascituri? La scienza (e non  la fede) dimostra chiaramente che sin dal concepimento siamo di fronte ad una vita umana. E allora perché non applicare la “legge del più forte” pure in altri ambiti? Il pericolo, come si vede, è grave e grande.

Quanti, come certi cattolici, motivano il loro sostegno al progetto di depenalizzazione dell’aborto in nome della propria inviolabile coscienza forse non si rendono conto del crimine di cui si stanno macchiando. Sempre su El Mercurio, mons. Juan Ignacio González Errázuriz, vescovo di San Bernardo, ha ricordato a quei politici che si professano cattolici la netta condanna, da sempre affermata dalla Chiesa, verso quanti si rendono responsabili di un aborto diretto, ovvero voluto come fine o come mezzo.

Ed è proprio il caso del progetto in discussione da oggi nel Senato della Repubblica del Cile.

Federico Catani


#STOPuteroinaffitto: firma e fai firmare  qui la petizione 

contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini

 

 

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